Versatilità, coerenza, fermezza. Trasversale nelle epoche, capace di scendere e risalire, senza mai mollare la presa. Volto Anni Ottanta, Novanta, Duemila. Da Night Shift - Turno di notte di Ron Howard, alla prima da protagonista (riscopritelo), fino ai tripudi di Tim Burton o alla rivincita ottenuta grazie ad Alejandro Gonzalez Inarritu. Se c'è un attore hollywoodiano che ancora mantiene viva l'esperienza cinematografica di almeno quattro generazioni, quello è Michael Keaton.
Incredibilmente sottovalutato dalla critica (una sola nomination all'Oscar, e una filmografia quasi collassata all'inizio del Millennio), Keaton ha iniziato a frequentare i set nel 1972. Non come attore, ma come operatore di ripresa. Il passaggio successivo? Ovvio: da Pittsburgh vola a Los Angeles, a caccia di provini. Non prima di aver cambiato alias. Già perché Michael Keaton all'anagrafe è Michael John Douglas, nome troppo uguale alla star di All'inseguimento della pietra verde.
Il successo? Nel 1979, quando recita nella sit-com Working Stiffs al fianco di James Belushi. Il resto è storia: lo vuole Ron Howard, poi Stan Dragoti per il flop Mister mamma e ancora Ron Howard per Gung Ho con l'amico Danny DeVito, che ritroverà nel 1992 per il capolavoro di Tim Burton, Batman - Il ritorno. Del resto, è ovvio: per un certo immaginario, Michael Keaton è (e sarà) il miglior Bruce Wayne di sempre. In mezzo, il suo spiritello porcello Beetlejuice (ruolo ripreso nel sequel, Beetlejuice Beetlejuice, presentato a Venezia 81) e poi in avanti verso Molto rumore per nulla, Cronisti d'assalto del 1993 e Jackie Brown di Quentin Tarantino. Dicevamo, sali e scendi, una carriera che sembra salire montagna russe.
Dopo diversi passi falsi, arriva il punto di svolta: Birdman, che gli farà conquistare la prima candidatura agli Oscar. Segue Il caso Spotlight, ancora The Founder, la Marvel con Spider-Man: Homecoming, dove interpreta L'Avvoltoio e l'ottimo Il processo ai Chicago 7 di Aaron Sorkin, uscito su Netflix. E allora, se come noi anche voi credete che Keaton sia a tutti gli effetti un Batman insuperabile, ecco una lista con i migliori film dell'attore. E sì, non potevamo che iniziare con il primo, vero cinecomic della storia.
1. Batman e Batman - Il ritorno (1989 e 1992)
Diretti da Tim Burton, entrambi i capitoli hanno segnato una svolta nel genere, capace di disegnare l'immaginario dell'Uomo Pipistrello. Un Bruce Wayne granitico quello di Keaton, ed ugualmente proporzionato in entrambi i capitoli, arricchiti da un cast incredibile: Jack Nicholson, Michelle Pfeiffer, Danny DeVito, Kim Basinger. Un Batman gotico, fumettoso, incredibilmente pop. Il migliore di tutti, anche grazie alla performance di Keaton.
2. Birdman (2014)
In Birdman di Alejandro González Iñárritu, Michael Keaton, interpreta una parte di sé. Ovvero, Riggan Thomson, un attore in declino famoso per aver interpretato un supereroe alato. Il film, che ha vinto l'Oscar come miglior pellicola, è girato quasi tutto in piano sequenza e accompagnato da una colonna sonora jazz. Birdman ha segnato il grande ritorno dell'attore, in uno dei migliori ruoli della storia cinematografica recente. Nel cast anche Emma Stone ed Edward Norton. Finale straziante e catartico.
3. Beetlejuice (1988)
Un'altra collaborazione con Tim Burton. Anzi, la prima in ordine cronologico. Beetlejuice - Spiritello porcello ha permesso a Keaton di mostrare il suo talento comico e la sua capacità di trasformarsi completamente in un personaggio in grado di rimanere letteralmente appiccicato agli spettatori, diventando di conseguenza l'esempio primordiale di quanto l'immaginazione di Burton sia al servizio del pubblico. Un classico, un cult, un riferimento cinematografico che ha generato mode, frasi, neologismi, accompagnando gli spettatori di tutte le età, che ora attendo il ritorno del bio-esorcista nel secondo capitolo.
Beetlejuice: le 8 scene indimenticabili del film di Tim Burton
4. Il caso Spotlight (2015)
Il caso Spotlight, vincitore dell'Oscar per il Miglior Film, racconta la vera storia del team di giornalisti investigativi del Boston Globe che ha svelato lo scandalo degli abusi sessuali su minori all'interno della Chiesa cattolica. Un altro titolo granitico per Michael Keaton, nel quale interpreta Walter "Robby" Robinson, il capo del team di giornalisti (riprendendo i toni di Cronisti d'assalto).
5. The Founder (2016)
Ancora una storia vera per un ruolo che sembra cucito alla perfezione sulle corde di Keaton. Parliamo di The Founder di John Lee Hancock, diventato a modo suo un piccolo instant cult. Il personaggio di Keaton è reale: Ray Kroc, l'uomo dietro l'espansione del franchise McDonald's. Il film esplora la trasformazione di Kroc da venditore ambulante a magnate americano del fast food, mettendo in luce le sue qualità imprenditoriali, ma anche i suoi metodi discutibili e controversi. Specchio di un'America dalla doppia faccia.
6. Mi sdoppio in quattro - Multiplicity (1996)
Dal genio di Harol Ramis, la dimostrazione di quanto Keaton sia attore raffinato e multiforme, nei toni e negli umori. In Mi sdoppio in quattro interpreta Doug Kinney, un uomo che decide di clonarsi per poter gestire meglio la sua vita frenetica. La conseguenza? Diverse versioni di sé, tutte diverse, che daranno vita ad un'opera esilarante, che anticipa le ossessioni moderne sul profitto a tutti i costi.
7. Jackie Brown (1997)
Diretto da Quentin Tarantino, di Jackie Brown, omaggio al genere blaxploitation degli anni '70, si è detto e scritto tutto: il film più sottovalutato del regista? Oppure quello necessariamente meno riuscito? Al netto di tutto, riguardando Jackie Brown, si ha come l'impressione che Michael Keaton, nel ruolo (piccolo) dell'eccentrico agente Ray Nicolette (ruolo che riprende anche in Out of Sight, sempre tratto da un romanzo di Elmore Leonard), sia la faccia perfetta per tradurre al meglio il cinema tarantiniano.