Jessica Chastain e Peter Sarsgaard sono due anime ferite dalla vita nella nuova fatica del regista messicano Michel Franco, Memory, uno degli ultimi film del Concorso di Venezia 2023. In un'edizione avara di star, Jessica Chastain si presenta in conferenza con indosso la maglietta nera a sostegno dello sciopero degli attori di Hollywood e rivela: "Alcune persone della troupe mi avevano consigliato di non venire a Venezia, l'idea mi innervosiva, ma sono qui perché questo è un progetto indipendente e c'è stato un accordo col sindacato. Spero che la mia presenza incoraggi altri produttori indie a realizzare nuovi progetti e a investire nei nuovi talenti".
Tocca a Michel Franco spiegare la genesi di Memory, film completamente diverso dalle opere sfornate dal riccioluto cineasta. "Non sapevo di voler fare un film sulla memoria finché non ho iniziato a scrivere di questi due personaggi. A quel punto la scrittura a quel punto si è concentrata sul concetto di memoria e sulla sua assenza e ho trovato anche il titolo del film". Sulla scelta di raccontare un personaggio affetto da demenza aggiunge: "La mia più grande paura è perdere la testa, volevo esorcizzare questa ansia. Le persone cercano di dimenticare il dolore, ma credo che il cinema sia un grande media per esplorare situazioni complesse. I film dovrebbero essere più che semplice intrattenimento, dovrebbero descrivere l'animo umano".
Il cast perfetto
La nostra recensione di Memory svela la sua natura drammatica, ma anche e soprattutto di storia d'amore che fa leva sulla presenza di due interpreti di livello. Lo stesso Michel Franco ammette di sentirsi "molto fortunato ad aver avuto questo fantastico cast. Molti registi hanno paura degli attori, io li adoro. Ho scoperto che Jessica amava il mio lavoro e appena ho avuto il progetto giusto l'ho contattata. Per me lei era la migliore per questo ruolo. Peter Sarsgaard è stato il primo a essere coinvolto. L'avevo visto in tanti film e apprezzavo il suo talento. Avevo paura che fosse troppo vigoroso, ma quando ho visto il suo Tommy nudo ho capito che era la persona giusta. Però gli ho chiesto di non radersi".
Per Peter Sarsgaard la storia di Memory ha un risvolto personale. L'attore ricorda, infatti, la morte dello zio, scomparso qualche anno fa a causa di una forma di demenza. "Era un pompiere, in gioventù aveva fatto boxe e football, che a lungo andare possono provocare lesioni" condivide l'attore. "Era una persona molto importante nella mia vita ed era morto da poco quando mi è arrivata la proposta per Memory. Mi è sembrata una magia, per me questo lavoro è stato terapeutico". Interviene Jessica Chastain: "A volte gli attori cambiano la storia per cucirsela addosso. Peter è uno di quegli attori che cambia se stesso per adeguarsi al personaggi. Lavorare con lui è un grande piacere".
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Il potere catartico del cinema
Jessica Chastain ha avuto tra le mani il copione di Memory dopo la pandemia e dopo l'ondata del #MeToo e ha pensato a una sorta di revenge drama, ma poi ammette di essere rimasta colpita dall'assenza di cliché e dall'esperienza catartica vissuta sul set di Michael Franco. Il regista spiega di aver fatto il film "dopo Sundown, che è frutto di una crisi esistenziale che ho avuto. Quando mi sono sentito più in pace con me stessa ho scritto questo che è il mio ottavo film. Il mio obiettivo è cercare di non ripetermi. Non analizzo mai il mio lavoro, forse rivedendo il film qui a Venezia ci capirò di più".
A differenza dei precedenti lavori, stavolta Michel Franco ha sentito il bisogno di uscire dal suo Messico per girare Memory a New York. "Per me i film sono qualcosa di estremamente personale, sapevo che questo sarebbe stato ambientato negli USA o a Londra. Sentivo che era giusto così, le città americane mi tentano. Al momento non so se tornerò in patria né quale sarà il mio prossimo film. Cerco di non pensare troppo, sono un lavoratore e mi tuffo nei progetti. Non ho un pubblico di riferimento, cerco solo di fare buon film".