Da uno che come nickname su Instagram ha scelto il soprannome "creepy puppett", ovvero "pupazzo raccapricciante", non potevamo che aspettarci la creazione di una nuova bambola assassina. Dopo Jigsaw della saga horror Saw, James Wan ha ideato M3gan, bambola super tecnologica pensata per prendersi cura di chi la possiede. M3gan è la protagonista dell'omonimo film diretto da Gerard Johnstone: a produrre è invece lo stesso Wan insieme a Jason Blum e alla sua Blumhouse Productions.
In sala dal 4 gennaio, M3gan vede come protagonista umana Allison Williams: l'attrice è Gemma, inventrice che mette a punto l'androide, progettata per diventare la migliore amica di ogni bambino. La testa su sua nipote, Katie (Violet McGraw), che ha subito una grave perdita. Diciamo che M3gan si impegna molto perché nessuno dia fastidio alla bimba. Anche con le maniere forti se necessario.
Williams non è la prima volta che lavora con Jason Blum: è anche la protagonista femminile di Get Out, film di Jordan Peele premiato con l'Oscar alla migliore sceneggiatura originale e recentemente inserito nella lista dei 100 migliori film di tutti i tempi dalla rivista inglese Sight and Sound. Per Williams l'horror è: "il genere migliore con cui affrontare argomenti importanti". M3gan non fa eccezione.
Megan: intervista ad Allison Williams
M3gan: Jason Blum vestito come la bambola sul red carpet della première
Chi fa più paura? Megan o Jason Blum vestito da Megan sul red carpet della première?
Jason: al 100%! Mi ha mandato delle foto quando si è vestito da M3gan per Halloween: mi è dispiaciuto moltissimo essermelo perso! Sono molto felice di averlo finalmente visto dal vivo. Anche se è spaventoso! È anche un'esperienza strana: conosco Jason da tanto tempo, da prima di Get Out, è così strano fare interviste seduta accanto al mio capo, indicarlo e lui è vestito come la star del film! È un'esperienza davvero particolare. Magari, una volta che il film uscirà, il prossimo Halloween succederà: le persone andranno in ufficio e i loro capi saranno vestiti da M3gan! È un'esperienza che dovremmo fare tutti.
M3gan e la lunga tradizione di bambole assassine nell'horror
Guardi le bambole in modo diverso adesso?
Senza dubbio. Le guardo con molta diffidenza. Penso: "Potresti fare qualsiasi cosa! E non ho la certezza che, quando uscirò dalla stanza, te ne starai fema lì!"Adesso sono più prudente.
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Pensi che l'horror sia il genere che descrive meglio il mondo di oggi?
Forse, perché permette di mescolare insieme tutti i generi. È una cosa che apprezzo molto. Mentre guardo un film penso sia molto divertente quando passa dalla commedia al dramma, da serio a spaventoso. Mi piace quando lo fanno. Penso che l'horror dia ai registi la possibilità di giocare. In un modo davvero interessante. Penso anche che sia il genere migliore con cui affrontare argomenti importanti. Perché permettono di allentare un po' la tensione. Pensiamo a Get Out, che parla del razzismo, uno degli argomenti più seri in assoluto, specialmente in America: grazie ai momenti di umorismo e a quelli spaventosi, ci ha permesso di affrontare il tema in modo diverso. In M3gan facciamo lo stesso per quanto riguarda i temi della tecnologia e della famiglia.
Get Out nella lista dei 100 film migliori di sempre secondo Sight and Sound
A proposito di Get Out: sei felice che il film sia nella lista di Sight and Sound dei migliori 100 film di sempre? È una new entry.
Certo! Quando l'ho saputo ero davvero infelice e triste, ma è un onore. Sono stata così felice di fare quel film, ci ho creduto davvero tanto:sapevo che sarebbe stato un capolavoro anche prima di girare. Jordan è geniale, ho grande fiducia in lui. Ma non sai mai davvero come sarà: diverse cose devono andare bene per ottenere un grande risultato. Quindi è una gioia immensa! Non avrei mai anche solo sognato che nella mia carriera avrei avuto la possibilità di fare un film così importante come Get Out. È bellissimo.
M3gan tra tecnologia e sentimenti
Pensi che il tuo personaggio sia la vera villain di questo film? Non dà abbastanza attenzione a Katie.
È buffo: questa domanda, di chi fidarsi? Chi sono i buoni? È molto importante nel film. Volevamo che fosse ambiguo. All'inizio vuoi davvero che Gemma ce la faccia in modo da prendersi cura di Katie. Si vede che vorrebbe occuparsi di lei, ma non sa come. Non sa come parlarle, cosa piace fare ai bambini. Non sa nemmeno come abbracciarla! Non le viene naturale. Penso che, dopo la fine del film, si avvicineranno molto di più. Ma certo, all'inizio le urliamo contro guardando lo schermo! Dalle un abbraccio! Lasciala piangere! Ascoltala e basta! Ma si è sempre focalizzata su altre cose: non è la sua passione principale.
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Parlavi di tecnologia: pensi che uno dei temi del film sia che forse deleghiamo troppo alla tecnologia? Perfino i nostri sentimenti?
Sì, sicuramente. Penso che, ogni volta che spunta fuori nuova tecnologia, sia importante che ci chiediamo quale rapporto abbiamo con lei, se ci facciamo troppo affidamento, se non capiamo abbastanza come funziona. Oggi quando in America vai nei negozi o all'aeroporto, e penso sia lo stesso in Italia, entri e non interagisci con nessun essere umano. Fai tutto da solo, usi le macchine. Se non sai usare la tecnologia oggi sei sicuramente svantaggiato. Vedo che tutti i miei amici con figli devono affrontare il fatto che vogliano il cellulare e giocare ai videogiochi tutto il giorno. Vorrebbero che apprezzassero nello stesso modo anche il mondo reale. Sono domande che ci facciamo tutti. Ed è importante farsele: dobliamo decidere che tipo di mondo vogliamo creare.