E se invece di subire lo stesso giorno ancora ed ancora, come in Ricomincio da capo, film con Bill Murray del 1993, lo si scegliesse, perché quello è il giorno dell'incontro con l'amore, con la salvezza? Proviamo a raccontare questa scelta insolita ed a tratti paradossale nella recensione di Meet Cute - Il giorno perfetto, commedia con un tocco di noir diretta da Alex Lehmann con Kaley Cuoco e Pete Davidson, su Prime Video dal 25 novembre. Con musica di rito, conosciamo Sheila (Cuoco) nel suo camminare sicuro verso un bar, quello dove sta fissando insistentemente un ragazzo dall'altro lato del bancone. È il visibilmente timido e riservato Gary a cui Sheila offre da bere. Una breve conversazione e Sheila subito anticipa una mossa del ragazzo, le sue parole. Come giustifica questa casualità? Lei viaggia nel tempo, semplice, e loro si sono già conosciuti. Segue un montaggio degno delle migliori rom-com di un appuntamento tra i due che è semplicemente perfetto; sintonia, confessioni sulla propria vita sentimentale e familiare, buon cibo, un gelato dal gusto strano ma buffo e un bacio. In mezzo a discorsi bislacchi e sognanti, Sheila la butta lì: viaggia veramente indietro nel tempo, di 24 ore, attraverso il lettino solare di June (Deborah S. Craig) proprietaria di un centro unghie, solo per rivivere quell'incontro con una presunta anima gemella, ancora e ancora. Il perché? Il domani porterebbe con sé la realtà delle relazioni che si consumano, la vita di tutti i giorni che corrode la magia. Meglio fermarsi alle scintille, per sempre.
Ad una dichiarazione del genere, così seria, da parte di una sconosciuta, seppur affascinante, qualsiasi persona scapperebbe. Ed infatti anche Gary non ci pensa due volte. Meet Cute - Il giorno perfetto è un susseguirsi di queste prime mille volte tra i due fino a che, come spesso accade, anche quando non vivi il giorno perfetto, Sheila finisce per voler cambiare Gary. E lì il film muta in ossessione, maniacale, per trasformare chi ha di fronte in qualcuno che non è. Il film prova a sfruttare il meccanismo di Ricomincio da capo alla maniera di Palm Springs per la chiave romantica ma conservando un aspetto noir angosciante del rivivere le stesse situazioni. Questo tentativo di mescolare i toni, renderlo commedia romantica (Variety ha parlato di Before Sunrise) per poi deviare decisamente il tutto, lascia lo spettatore incerto su che cosa abbia visto. Kaley Cuoco è quasi troppo in parte, Davidson si lascia vedere.
L'effetto "ricomincio da capo"
Ormai quasi non si contano più i film che hanno usato l'espediente di un giorno che si è costretti a ripetere in stile Ricomincio da capo. Dalle disavventure del ripetitivo giorno della Marmotta di Bill Murray in poi, le stesse 24 ore che si azzerano sulla stessa data sono declinate in varie salse, tra film natalizi e d'azione apocalittici, vedi The Edge of Tomorrow con Tom Cruise. Se Palm Springs, film del 2020, diretto da Max Barbakow ha avuto il successo che ha avuto, per il suo combinare, appunto, questo stratagemma con la storia d'amore e un tocco di misantropia, Il giorno perfetto prova a rubare l'idea dell'amore e combinarla con la scelta.
Non più un giorno da ripetere per forza e in virtù di non si sa quale maleficio ma una donna, la protagonista, determinata a fermare tutta la propria esistenza dentro quelle stesse azioni ripetitive con un uomo che ha imparato ad amare. Man mano che si va avanti nella storia, a conoscere Sheila, capiamo che le ragioni di questa scelta estrema sono altrettanto estreme e provengono da un disagio radicato, forse una depressione, anche se Lehmann sta ben attento a non dirci troppo. Non sappiamo molto dunque ma sappiamo troppo subito di ciò che invece, probabilmente, per il bene del film, avremmo dovuto scoprire man mano. Con la scusa che Sheila sa che Gary non si ricorderà più niente, i fondamentali dettagli di trama vengono a dir poco spiattellati li, al ragazzo e al pubblico. A metà film viene quasi un po' automatico chiederci e chiedere mentalmente alla pellicola: qual è il punto allora? Dove vuoi portarci?
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Film romantico o storia di un'ossessione?
È evidente, come dicevamo, già a metà film che Il giorno perfetto voglia ad un certo punto scrollarsi di dosso la commedia romantica e abbracciare il tormentato film indie dai toni più realistici con una punta di nichilismo. Non si accorge però di non aver mai abbracciato veramente il film romantico quando doveva farlo, non solo stilisticamente ma anche con intensità di sguardi, un bacio appassionato, uno sfiorarsi che faccia respirare elettricità. Non abbiamo imparato niente da Prima dell'alba? Quando il film vira o pensa di virare finalmente (e non inaspettatamente) verso il declino di toni, colori e rapporto tra i due e mostra il rituale maniacale con cui Sheila torna indietro nel tempo cercando di plasmare la migliore versione di Gary possibile, non c'è sorpresa.
Non sogniamo insieme a Sheila e Gary un incontro così, un colpo di fulmine di quel genere perché di fatto la loro sinergia è dichiarata ma non palese. Di conseguenza, dopo, quasi tifiamo per Gary nella speranza che Sheila si stanchi di quella situazione e la faccia finita, in molteplici sensi. Il giorno perfetto non si immerge in nessuno dei due generi che vuole percorrere e non è né film romantico né storia di un'ossessione, ma un ibrido di difficile gestione.
Troppa recitazione
Negli ultimi anni Kaley Cuoco ha dimostrato di avere l'intenzione di uscire definitivamente dal mondo di Big Bang Theory, sobbarcandosi ruoli complicati, scomodi e qui raggiunge il suo scopo. La sua Sheila ha sulle spalle tutto il film e riesce a sostenerlo senza sforzi, a dispetto delle sue pecche. Nonostante questa buona prova, i difetti de Il giorno perfetto vengono evidenziati purtroppo anche dalla sua performance e quella di Davidson.
C'è troppa recitazione, sembra di vederli a leggere il fitto copione e la sensazione è quella della replica di uno spettacolo teatrale che abbiamo già visto molte volte. Non aiuta a rendere naturale il tutto la prova totalmente in sottrazione di Davidson, che qui lascia vivere il suo personaggio lasciandosi sopraffare dalla sceneggiatura. Un'occasione sprecata per un attore che ha dato prova della sua bravura e capacità di improvvisare molte volte.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione di Meet Cute - Il giorno perfetto, commedia romantico-maniacale con Kaley Cuoco, considerandola un ibrido troppo recitato sul tema dello stesso giorno che si ripete, stile Ricomincio da capo. Nonostante gli evidenti limiti del film, sottolineiamo l’originalità del ribaltare la premessa solita delle 24 ore ripetitive subite, rendendole invece una scelta della protagonista, una Kaley Cuoco che riesce a sobbarcarsi un intero film sulle spalle.
Perché ci piace
- Rende la premessa dello stesso giorno da ripetere una scelta e non una condizione subita.
- Nonostante i limiti di sceneggiatura, Kaley Cuoco riesce a gestire il film.
Cosa non va
- Non percorre pienamente la strada della commedia romantica e neanche quella del film ossessivo risultando un ibrido.
- È troppo recitato e butta via troppi indizi subito.
- Pete Davidson rimane in disparte e non si coinvolge nel film.