Parrucche barocche decorate con costruzioni di complessità pari a edifici di alta ingegneria, parrucchieri e modelle in piena crisi isterica, neonati da accudire e concorsi da vincere. Come se non bastasse tutto ciò, a complicare le cose ci si mette anche la caccia a un assassino che si nasconde nel gruppo. Per la sua opera prima, Medusa Deluxe, Thomas Hardiman costruisce un microcosmo inquietante, avvolgente e divertentissimo. La classica situazione del salone del parrucchiere esplode in un edificio cupo e labirintico sito in qualche angolo di Londra della periferia di Londra cui si muovono acconciatori, designer, stilisti, modelle, ex amanti, guardie di sicurezza e agenti di polizia alla ricerca del killer che ha fatto fuori Mosca, il favorito nella competizione regionale per acconciatori.
Medusa Deluxe è un vortice in cui la forma rispecchia, anzi in questo caso soverchia, il contenuto. Grazie al genio del direttore della fotografia irlandese Robbie Ryan, Hardiman crea un whodonit in piano sequenza sul modello dell'hitchcockiano Nodo alla gola e del concitato Birdman di Iñárritu. La cinepresa del regista si muove sinuosa tra gli anfratti dell'incredibile edificio scelto come location unica del film. Solo per brevi istanti vediamo il fuori, mentre la quasi totalità dell'azione è collocata in questo luogo tentacolare a più piani che pullula di porte, armadietti, nascondigli... un protagonista tra i protagonisti, anzi, possiamo pure sbilanciarci nel definirlo il vero protagonista della storia che funge da collante a un nutrito cast corale.
Quando la caccia al killer è un'esplosione queer
In Medusa Deluxe, Thomas Hardiman gioca col topos della parrucchiera/confessionale e delle clienti malevole più interessate a sparlare che a farsi belle. La location del concorso per acconciatori sembra più un covo di vipere in cui ognuno sospetta dell'altro. A complicare le cose, la notizia dell'omicidio di Mosca rende tutti ancor più diffidenti, con il moltiplicarsi di insinuazioni, scambi di accuse reciproche e perfino qualche rissa. Ironico anche il modo in cui il favorito della competizione è stato fatto fuori, letteralmente scuoiato la notte prima del concorso. Dettaglio raccapricciante che alimenta ancor più i timori e le paranoie degli altri contendenti.
Rispetto alla rivelazione Boiling Point di Philip Barantini (2021), altro esperimento inglese che usa il piano sequenza per raccontare i drammi di uno chef e del suo ristorante, Medusa Deluxe manca di profondità e ha più il sapore di un divertissement barocco. Il look sgargiante dei personaggi, che si portano dietro un bel carico di vezzi e manie, ruba la scena ai problemi del quotidiano, minimizzati inevitabilmente dal delitto che turba la competizione, ma anche dallo stile disinvolto, giocoso e ironico con cui Thomas Hardiman si accosta al whodonit. Mentre cerca di sciogliere il nodo dell'omicidio, il regista sembra più interessato alla sua galleria di personaggi queer descritti con leggerezza e ironia, ma anche con una punta di grottesco. Difficile prendere sul serio creature che, per quanto malinconiche possano risultare, se ne vanno in giro con acconciature elaborate come la Torre Eiffel o con parrucche da geisha color arcobaleno.
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Una location travolgente
Opera prima low budget, Medusa Deluxe mette in luce tutta l'abilità del suo autore nello sfruttare al massimo le risorse a disposizione. La scelta di rispettare l'unità di tempo, luogo e azione intensifica l'effetto claustrofobico e la tensione, a cui si aggiunge la decisione del regista di scommettere su un cast di interpreti poco noti, ma di grande personalità. Messi sotto torchio dalle trovate narrative, i personaggi esplorano registri di recitazione diversi - dalla pacatezza al timore, dalla ragionevolezza all'isteria - rendendo tutt'altro che peregrino un paragone con le ensemble dei lavori di Pedro Almodóvar.
Non curandosi troppo di qualche difetto narrativo, Medusa Deluxe procede spedito verso un crescendo che culmina in un finale meno sorprendente di quanto visto fino a quel punto (ma la sequenza dei titoli di coda è da urlo, non perdetela per nessun motivo!). E non c'è alcun mea culpa per la scelta del suo autore di alimentare certi stereotipi queer giocando a esasperarli, spesso per amplificare l'effetto comico. Bandite le riflessioni troppo profonde, il film non cerca di essere altro quel che non è. E cos'altro è se non un vorticoso caos che si bea dell'aspetto sfacciatamente cool per spargere bellezza e stile a ogni inquadratura?
Conclusioni
Un'immersione mozzafiato in un mondo fatto di bellezza, trucco e acconciature da paura in Medusa Deluxe, whodonit ambientato nel mondo dei concorsi regionali per hair stylist inglesi che sfrutta abilmente l'unità di tempo, luogo e azione per un vortice di bellezza, paranoia e isteria. Il tutto giocato su un unico abilissimo piano sequenza per il virtuoso esordio del giovane Thomas Hardiman.
Perché ci piace
- La scelta del piano sequenza imprime velocità e movimento alla storia avvicendo lo spettatore...
- ... e ci permette di gustare a fondo l'incredibile edificio in cui il film è interamente ambientato.
- Incisivi ed esagerati i personaggi, interpretati da un cast poco noto, ma di grande personalità.
- La sequenza sui titoli di coda è da culto.
Cosa non va
- La forma fagocita il contenuto del film con gli strabilianti look dei personaggi, distraendo lo spettatore dai difetti presenti nell'impianto narrativo.
- La risoluzione dell'enigma risulta meno sorprendente del cammino fatto per arrivare a quel punto.