Quando nel 1972 è iniziata la pubblicazione di Mazinga Z, nessuno avrebbe potuto immaginare l'importanza che avrebbe avuto per i decenni successivi. Eppure l'intuizione del suo autore Gô Nagai, avuta secondo i suoi racconti mentre era imbottigliato nel traffico di Tokyo, fu notevole: mettere un essere umano alla guida di un super robot, rendendolo capace di azioni e gesta impensabili. È forse la versione giapponese del supereroe, un punto di svolta pari a quello che i vari Superman e Spiderman hanno avuto sul panorama fumettistico americano, che ha dato vita ad un vero e proprio filone narrativo che con varie diramazioni e diversi sviluppi è arrivato fino ai giorni nostri.
Lo dimostra l'uscita in sala di Mazinga Z Infinity, lungometraggio distribuito da Lucky Red e presentato in anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma (il film non è arrivato ancora nemmeno nelle sale nipponiche, dove approderà a gennaio). Per questo è con grande emozione ed orgoglio che ci siamo seduti al cospetto del Maestro Go Nagai per porgergli le nostre domande, consapevoli di trovarci faccia a faccia con una autore capace di cambiare le regole del gioco e segnare l'esistenza di una intera generazione che nel 1978, quando la Rai al culmine dell'incoscienza ha scelto di acquistare e mandare in onda Atlas UFO Robot Goldrake, si è trovata ad ammirare qualcosa che sugli schermi nostrani non si era ancora vista.
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L'influenza di Go Nagai
Lei è stato un autore molto influente, nota i riferimenti alla sua opera nelle produzioni moderne sia di fumetti che di animazione?
Go Nagai: Sì, ho notato indubbiamente le mie influenze, ma non me ne preoccupo, mi va bene così. Mi diverto a leggere e guardare cose che nascono chiaramente da mie influenze.
Ci può dire nello specifico in cosa nota questi collegamenti? Nel design, in come si svolge la storia...
Go Nagai: Spesso e volentieri lo noto sia nel come la storia è impostata, sia in molti personaggi che richiamano altri che ho creato in passato. Ma se guardiamo più indietro, alla cultura dei manga, io stesso sono stato influenzato da altri, ed è naturale che accada con chi mi segue. Non è una cosa che mi preoccupa, non mi crea nessun problema!
Negli anni '70, quando ha iniziato questo percorso con i robot, ha collegato tra loro le sue prime opere, Mazinger Z, il Grande Mazinga e Goldrake, creando di fatto un primo universo narrativo. Oggi questa è una tendenza seguita da molti al cinema, serie TV, nei fumetti ovviamente, cosa pensa del fatto che questo tipo di collegamento che lei ha creato è ormai all'ordine del giorno nel mondo dell'intrattenimento?
Go Nagai: Personalmente penso che sia una cosa buona, nel senso che se tutti questi personaggi appartengono a un universo che si può riunire, e con questa unione si crea più interesse, si crea più desiderio di vedere altro di questi personaggi uniti, io sono assolutamente d'accordo. Spesso tra le domande che sono un po' più provocatorie chiedono tra Jeeg e il Grande Mazinger chi è il più forte... riunendoli tutti in unico universo, in un unico film, fumetto, diventa sicuramente più interessante, per chi lo legge e lo vede.
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Tra passato e presente
Da maestro del manga contemporaneo quale è lei, cosa ne pensa dei prodotti hollywoodiani odierni, che sono praticamente derivativi dal suo lavoro, ad esempio, Pacific Rim e cose del genere?
Go Nagai: Non mi sorprende. Quando ho incontrato Guillermo Del Toro mi ha praticamente "assalito" dicendo: guarda io sono assolutamente ispirato dai tuoi robot! E' una cosa che mi fa molto felice.
Cosa ne pensa delle attuali trasposizioni hollywoodiane dai manga e dagli anime? Abbiamo visto Death Note, Ghost in the Shell, stanno realizzando Akira e ci sono sempre delle polemiche sul whitewashing. E cosa pensa di un eventuale interessamento di Hollywood alle sue opere? Se volessero fare un film tratto da Mazinger o da Devil Man?
Go Nagai: Personalmente sono tra quelli che non hanno problemi con il fenomeno del whitewashing, nel senso che se l'attore o l'attrice scelti per interpretare quel personaggio sono capaci di renderli al meglio sullo schermo non mi cambia assolutamente nulla. E proprio per questo, se Hollywood dovesse interpellarmi per fare qualcosa tratto dalle mie opere, non potrei che esserne felice.
A distanza di quasi cinquant'anni Mazinger è ancora molto popolare, quando ha iniziato la pubblicazione nel '72 si aspettava tutto questo successo, anche nel corso di diverse generazioni?
Go Nagai: A suo tempo quando ho ideato Mazinga Z e gli altri robot non avevo la più pallida idea che sarebbe arrivato a questo livello. Pensavo "se riuscissi a diffonderlo in tutto il Giappone sarei più che felice". Pensare a una cosa del genere, pensare che si è esteso per anni, che è diventato un fenomeno seguito da tutti, che si è sparso nel mondo - una cosa che non avrei mai immaginato - mi rende estremamente felice e continua a sorprendermi.
Sappiamo che lei è stato un grande innovatore, ma oggi lei si ritiene un conservatore, con dei gusti un po' vecchio stampo o pensa ancora di avere quella spinta al modernismo?
Go Nagai: Caratterialmente sono sempre stato spinto a creare cose nuove, a lanciarmi, a creare innovazioni. Questo accadeva quarantacinque anni fa e accade tutt'oggi. Il punto è che le persone che mi stanno intorno mi chiedono di ripetere cose del passato, idee del passato, remake, quindi certo, per il lavoro, rispondo a queste richieste, ma come tendenza e desiderio vorrei lanciarmi in progetti nuovi, innovativi e realizzare le idee che ho...
Quindi lei ha delle idee che non riesce a produrre?
Go Nagai: La risposta è collegata a una differenza culturale... quando ho legami, contratti, relativi agli editori che mi fanno delle richieste specifiche, di far rivivere un personaggio, di riportarlo di nuovo alla luce, devo rispondere a quelle prima di poter sviluppare nuove idee, quindi in quel senso si, ho delle idee nuove ma non posso ancora portarle avanti.
Mazinga Z è un brand che risale a 45 anni fa e il film è stato fatto per il 45esimo anniversario del personaggio. Come avete lavorato per omaggiare la figura di Mazinger ed allo stesso tempo adattarlo ai gusti del pubblico moderno?
Ichinao Nagai: Non è stato facile, se pensate che per questo progetto ci hanno messo circa nove anni per arrivare a renderlo contemporaneo dal punto di vista della storia. Tra la produzione del Sensei ed il team della Toei, ci sono stati tantissimi incontri per arrivare a creare una storia che fosse contemporanea e adatta al pubblico di adesso. In più la Toei, che si è occupata del film, ha detto "noi abbiamo pensato a un setting che raccontasse un Mazinga che si muova non nel presente ma nel futuro, dieci anni da ora".
Yu Kanemaru: Quando il Sensei ha pensato a un robot che si muoveva nella città, ovviamente parliamo di una città ampia con edifici bassi. Non esitavano grattacieli, quindi si muoveva in essa. Non siamo più in quel luogo, abbiamo creato una città il cui centro è supermoderno, innovativo, come potrebbe essere tra dieci anni, mentre la campagna, le zone esterne, sono ancora vicine a quelle del passato o se vogliamo attuali. Questo è stato tutto il processo, è stato molto lungo ma alla fine è stata la soluzione migliore.
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Non solo Mazinga e super robot
Su Netflix sta per approdare la nuova serie Devilman: Crybaby, Maestro lei è in qualche modo coinvolto nel progetto? Ci sono piani per rilanciare il personaggio al cinema, magari nello stesso universo di Mazinga?
Go Nagai: Per quanto riguarda il progetto di Netflix, siamo stati interpellati, ci hanno detto che avrebbero voluto farlo e noi, beh, gli abbiamo detto "fate come volete!" Per quanto riguarda una trasposizione tipo Mazinger Z - Infinity, o la partecipazione di Devilman e altri robot, come idea a tutt'oggi non c'è, ma se ci fosse sarebbe molto carino.
Ichinao Nagai: Sicuramente dobbiamo trovare l'ispirazione e l'idea giusta per creare le basi per un lungometraggio di questo genere. Un progetto di questo tipo non dà adito a creare cose nuove ambientate nel futuro, il fatto che entrambe le parte abbiano accettato di proseguire in tal senso è per noi motivo di grande orgoglio, felicità e chissà se non possiamo considerarlo uno dei semi che potrà portare a nuovi progetti.
Sia Mazinger che Devilman sono imperniati sulla dicotomia tra uomo e demone, vorremmo sapere da dove nasce questo fascino?
Go Nagai: Principalmente sono stato molto ispirato dalla Divina Commedia di Dante. Da giovane ho avuto occasione di leggerla ed essere colpito dal trasporto emotivo legato alla parte oscura dell'uomo. Questo è stato motivo di ispirazione per me, soprattutto per il personaggio di Devilman.
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