La trilogia X di Ti West è arrivata alla sua conclusione: cominciata con X: A Sexy Horror Story, ha donato a Mia Goth il suo primo ruolo da protagonista. E che protagonista! L'attrice è Maxine Minx, attrice porno che finisce nel mezzo di un massacro - in pieno stile Non aprite quella porta - insieme a tutta la troupe del film per adulti che sta girando in una fattoria del Texas. Proseguita con Pearl (il capitolo più folle e più bello), prequel che racconta la giovinezza della proprietaria della fattoria (interpretata sempre da Goth), la trilogia chiude in bellezza con MaXXXine, dal 28 agosto in sala.
Nel film ritroviamo Maxine Minx sei anni dopo l'orrore vissuto in Texas: siamo nel 1985. Ormai una pornostar, decide di andare a Los Angeles per diventare in un'attrice vera e propria. L'occasione è il provino per La Puritana 2, pellicola horror diretta dalla regista Elizabeth Bender (Elizabeth Debicki). Mentre cerca di cambiare vita e realizzare il suo sogno di diventare una star, c'è più di una minaccia inquietante che ostacola la sua ascesa: un detective, John Labat (Kevin Bacon), che lavora per un cliente misterioso, la ricatta con informazioni sul suo passato, e per le strade della città si aggira il serial killer Night Stalker.
Questo progetto ha richiesto cinque anni di lavoro per Mia Goth (diventata, da Pearl, anche produttrice esecutiva, di cui è stata anche co-sceneggiatrice) e per il regista: nella nostra intervista Ti West ci racconta come è stato portare un po' di anarchia a Hollywood, realizzando una saga basata su un'idea originale.
MaXXXine: intervista a Ti West
MaXXXine si apre con una citazione di Bette Davis (richiamata anche grazie a una delle canzoni inserite nella colonna sonora, Bette Davis Eyes di Kim Carnes): "In questo settore finché non sei conosciuto come un mostro non sei una star". Ti West è d'accordo con la leggenda di Hollywood?
"Beh, ci sono elementi con cui sono d'accordo. Ma la citazione dà soprattutto il tono al film. Dà il tono a quella che è una storia hollywoodiana. Stabilisce il tono di quella che è la storia di qualcuno che vuole essere una star. E poi dà una prospettiva di quello che la gente pensa sulle persone che sono delle star e come si comportano. Anticipa bene la storia che stiamo per vedere".
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Gli anni '80 e il Satanic Panic
MaXXXine è ambientato nel 1985 e alcune scene sono girate in un videoteca: si vedono diverse VHS e la grana stessa del film sembra appartenere proprio a quella di un nastro di una videocassetta. Una scelta stilistica precisa? Ti West: "È importante che si percepisca che il tempo e il luogo del film sono rappresentati in modo autentico. Quindi se deve essere un film che si svolge nel 1985, voglio che abbia un aspetto e un'aura di quell'epoca. In questo modo si entra nella storia e in questo mondo, così da entrare in empatia con i personaggi. Quindi ogni volta che vediamo un certo lato di Los Angeles o un certo mezzo di comunicazione, VHS o altro, voglio che sia il più autentico e credibile possibile".
Nel film si vedono dei manifestanti che protestano davanti agli studi cinematografici, con cartelli sui cui c'è scritto che Hollywood è il "parco giochi di Satana". Oltre a riprendere il "Satanic Panic", ovvero una paura collettiva delle sette sataniche che era molto forte in USA tra gli anni '70 e '80, questa è anche una velata critica all'industria? Il regista: "Non penso che Hollywood sia il parco giochi di Satana. Ma nel corso del tempo le persone l'hanno pensata in questo modo. Ma no, io non la penso così".
La trilogia X porta l'anarchia a Hollywood
Pur prendendo a piene mani da classici del genere (il già citato Non aprite quella porta, ci sono riferimenti anche a Buster Keaton, Theda Bara, L'uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento, Psycho, Halloween - La notte delle streghe e tanti altri), la trilogia X ha una sua identità distintiva. Molto si deve proprio alla presenza scenica di Mia Goth, su cui si reggono tutti e tre i film. L'attrice e il regista sono stati un po' degli agenti del caso in questi anni? Quanto è importante portare un po' di anarchia nella Hollywood di oggi?
"Credo che siamo stati molto fortunati a poter realizzare questi tre film e che siano idee originali e non basate su qualcosa. E penso che sia molto bello vedere che le persone abbiano reagito con questo calore a questi film. E quindi siamo fortunati ad averli realizzati tutti e tre. Un grande merito va ad A24, lo studio che li ha realizzati insieme a noi: si prendono rischi nel realizzare film come questo. Non so quanto sia caotico, ma di certo sono felice che siano stati realizzati".
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Il talento di Mia Goth
Mia Goth, oltre ad avere un'incredibile presenza scenica, ha anche un grande talento. Nel film Maxine non ha studiato recitazione, però ha un talento naturale, al punto che risulta molto più vera di altre ragazze che fanno il provino. Studiare in una scuola di recitazione serve? Il regista: "Credo che alla scuola di recitazione si imparino soprattutto alcune nozioni tecniche, capacità specifiche su come funziona il lavoro dal punto di vista professionale. Credo che questo abbia un certo valore. E si ha il tempo di esercitarsi, imparare e ossessionarsi con le interpretazioni, la recitazione e cose del genere. Ma non ne hai bisogno. Alcune persone sono semplicemente dotate di talento e altre sono in grado di farlo. Sono naturalmente interessanti. Ma anche molte persone che frequentano una scuola di recitazione sono straordinarie, quindi non ha molta importanza. È come una scuola di cinema. Potrebbe essere utile, ma non è necessaria".
La cattiva pubblicità
Nel film si parla di "cattiva pubblicità", "cattiva stampa". Esiste davvero la cattiva pubblicità? O la cosa più importante è che si parli di qualcosa? West: "La frase famosa è: tutta la stampa è una buona stampa. Sono sicuro che ce ne sia di cattiva, ma penso che nella vita, quando le persone creano delle cose, si preoccupano molto di quello che gli altri penseranno di loro, ma non è possibile controllarlo. Quindi, inevitabilmente, ad alcune persone piacerà quello che state facendo, e ad altre non piacerà, ma si deve continuare a farlo lo stesso. Ora, nel contesto del film, viene sbandierato questo slogan classico perché il personaggio sta parlando di alcune informazioni su di lei che sarebbero molto dannose se venissero fuori".
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L'Hollywood Sign
L'Hollywood Sign in MaXXXine non è soltanto un set: è come se fosse un vero personaggio. O un totem. Cosa ha pensato Ti West quanto ha visto la Scritta di Hollywood per la prima volta? "È sempre stata un'icona importante, non solo per una città, ma anche per un'industria. Voglio dire, vivo a Los Angeles! È sempre affascinante quando si passa di lì e lo si vede. Se ci si avvicina, è sicuramente magnetica. Sono stato felice di poterla inserire nel film perché è un'icona importante, come ho detto, sia di una città in America, ma anche di un'industria a cui tutti nel mondo sono collegati, perché la gente ama i film".