"In questa professione, finché non sei conosciuto come un mostro, non sei una star": si apre con questa frase di Bette Davis, tra le leggende di Hollywood, il terzo capitolo della trilogia X di Ti West con protagonista Mia Goth. Iniziata con X: A Sexy Horror Story (2022) e proseguita con Pearl (2022), torniamo nel mondo di Maxine Minx, attrice porno che aspira a diventare un'interprete cinematografica. Sono trascorsi sei anni da quando è scappata dalla fattoria in Texas passata dalle luci rosse al rosso del sangue: è il 1985 e siamo a Los Angeles. Con la recensione di MaXXXine, in sala dal 21 agosto, proviamo a perderci nell'atmosfera a metà tra sogno e incubo che si respira lungo Mulholland Drive.
Inevitabilmente segnata da quanto accaduto, Maxine sta cercando la grande occasione: il ruolo che la farà finalmente diventare una vera attrice. Si presenta quindi al provino per la parte da protagonista in The Puritan II, film horror di Elizabeth Bender (Elizabeth Debicki), regista che, proprio come lei, è determinata a costruirsi una credibilità in un'industria che vede ancora le donne principalmente come oggetti. Nel frattempo la città è segnata dai delitti feroci del serial killer detto Night Stalker.
Siamo negli anni '80: i capelli sono vaporosi, le VHS rendono il cinema più vicino e l'edonismo reaganiano punta i riflettori verso il singolo, dando forma a una società sempre più individualista. Maxine non fa eccezione. Anzi: la donna dialoga apertamente con il passato e così come Pearl, 70 anni prima, urlava direttamente allo spettatore di "essere una star", lei non ha bisogno di dirlo. Sa di esserlo. Perché, proprio come messo in luce da Bette Davis, si è trasformata in un mostro. Un mostro in cerca di fama e pronto a tutto pur di ottenerla.
Una trama al servizio di un cast d'eccezione
Nella città degli angeli tutti pagano pegno alla Mecca del cinema. Ogni abitante di Los Angeles è un po' attore e qualsiasi situazione può trasformarsi in un palcoscenico. È così che ci presenta i suoi protagonisti il film di Ti West: MaXXXine è infatti al servizio di un cast d'eccezione, che dà vita a personaggi che non nascondono la propria propensione alla teatralità. Attorno a Maxine ruotano l'agente Teddy Knight di Giancarlo Esposito, l'investigatore privato John Labat (Kevin Bacon) e la coppia di detective Williams e Torres (Michelle Monaghan e Bobby Cannavale). Ci sono poi, in piccoli ruoli, anche Lily Collins e i cantautori Moses Sumney e Halsey.
Tutti sono contemporaneamente attratti e schiacciati da Hollywood, qui vero e proprio essere vivente: la scritta sulle colline è quasi un idolo da venerare e temere allo stesso tempo. Ne sono convinti anche i manifestanti che protestano fuori dagli Studios: sui cartelli scrivono farsi come "Hollywood è il parco giochi di Satana". E forse non hanno tutti i torti, visto che si dice abbia mille volti, esattamente come gli attori.
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MaXXXine: Mia Goth è una star
C'è quindi anche il Satanic panic in MaXXXine, altro tratto distintivo degli Stati Uniti anni '80. Eppure il film, che - se non di Satana - è sicuramente il parco divertimenti del regista Ti West, è in comunicazione diretta con il presente, pur giocando con i generi e i film del passato. Nella pellicola si ironizza poi sul fatto che l'horror non sia considerato arte e si parla di "film di serie B con idee di serie A": nella forma, che riprende la grana delle VHS e indugia sulle scene splatter, il regista omaggia un tipo di cinema che ama, ma contemporaneamente, invece che limitarsi a realizzare un semplice film d'intrattenimento, prova a raccontare cosa sia l'industria cinematografica oggi.
"Hollywood è una setta" dice un altro personaggio. Effettivamente chi venera il cinema può farne una religione, ma chi rischia di perdere l'anima davvero sono le star del cinema. O le aspiranti tali. Cosa rende qualcuno una star? Perché ne siamo tutti così attratti? C'è qualcosa di malsano e inquietante nell'ergere qualcuno a icona, ideale, fonte di ispirazione? Il mostro della fama però non si ferma: così come Maxine calpesta la stella di Theda Bara - prima vera vamp del cinema americano - sulla Hollywood Walk of Fame, così qualcun altro spegnerà una sigaretta sulla sua. Su tutto questo si interroga, più o meno consapevolmente, la magnetica protagonista di Mia Goth, lei sì una vera stella.
Anche produttrice esecutiva (e co-sceneggiatrice di Pearl, il capitolo migliore della trilogia), l'attrice è un concentrato di carisma e mistero. Fino a ora non ha fatto una scelta banale o facile, dimostrando una predilezione per i ruoli complessi e spesso scomodi. Non ha paura di osare e di essere inquietante, Mia Goth. Questo, unito alla bravura, ne fa non soltanto la perfetta scream queen contemporanea, ma anche il volto simbolo del lato più oscuro della Hollywood di oggi. Se MaXXXine nel complesso funziona, pur sprecando forse il resto dei suoi interpreti, usati purtroppo poco, si deve soprattutto a lei: il fuoco cammina con Mia Goth.
Conclusioni
Come scritto nella recensione di MaXXXine, il terzo capitolo della trilogia X di Ti West è meno riuscito del precedente Pearl, il capitolo migliore, ma è comunque intrattenimento che cerca di raccontare, dialogando con il cinema del passato, la Hollywood contemporanea. Il cast è ricco, purtroppo con nomi come Giancarlo Esposito e Kevin Bacon poco sfruttati rispetto alle loro possibilità, ma il vero centro di tutto è la Maxine Minx di Mia Goth. Sempre originale e mai banale nelle scelte, con questo ruolo l'attrice si consacra non soltanto come scream queen, ma anche come una vera star.
Perché ci piace
- Il carisma e la bravura di Mia Goth.
- Tutto il cast, eccezionale: da Giancarlo Esposito a Kevin Bacon ed Elizabeth Debicki.
- La grana da VHS.
- Il saper giocare con i vari generi.
Cosa non va
- Tranne la protagonista, gli altri attori sono purtroppo poco sfruttati.
- Nella seconda parte il film accumula troppe cose, arrivando poi rapidamente alla conclusione.