Spetta a Matteo Garrone l'onore di concludere questa doppia edizione del Lucca Film Festival - Europa Cinema. Un'edizione ricca di sorprese, di novità e di ospiti che ha animato la Versilia per una settimana di grande cinema. Quella di Garrone in Toscana è una toccata e fuga. Il regista è impegnato a ultimare in tempo per Cannes Tale of Tales - Il racconto dei racconti, opera corale che lui stesso definisce 'dark fantasy' ispirata alle fiabe di Giovan Battista Basile. Cast internazionale di livello, composto da Salma Hayek, Toby Jones, Vincent Cassel e John C. Reilly, per un film i cui dettagli sono ancora avvolti nel mistero. Di fatto, però, la Toscana sembra aver colpito Matteo Garrone in modo positivo, tanto da spingerlo a rivelare le prime anticipazioni.
Il regista, che ammette di essere stato affascinato da Viareggio tanto da aver voglia di ambientare qui uno dei suoi prossimi film, si dimostra particolarmente loquace e disponibile nei confronti del pubblico toscano. "Fino a Reality sono stato operatore di macchina di tutti i miei lavori. Per me stare in macchina significa vivere emotivamente la scena con gli attori. Insieme creavamo momenti unici, cercavamo di far rivivere attimi irripetibili. Da regista mi accorgo di cose a cui l'operatore, concentrato sulle questioni tecniche, non fa caso. Finora ho fatto le cose in un certo modo, ma per Tale of Tales ho fatto tutto al contrario. Non mi sono occupato delle riprese e per la prima volta non ho girato il film in ordine cronologico perché gli attori costavano troppo per tenerli sul set tutto il tempo. Speriamo che non venga fuori un disastro" scherza Garrone.
L'imbalsamatore e la poetica dell'outisider
La presenza di Matteo Garrone a Viareggio non è casuale. Europa Cinema ha deciso di tributargli un riconoscimento alla carriera e per l'occasione il regista ha scelto di riproporre, tra tutti i suoi film, il surreale L'imbalsamatore. "Sono molto felice che possiate vedere L'imbalsamatore in pellicola in questo bel cinema" commenta. "Per molti questo è il mio film migliore. Io non me la sento di dirlo perché non posso tradire gli altri miei lavori, ma il film è stato girato in un'atmosfera magica e sono molto legato al risultato. In un certo senso, tra i miei lavori è il più vicino a quello che sto ultimando adesso. E' un film che parte da un assunto reale e si trasforma in una fiaba nera. In Tale of Tales ho seguito il procedimento opposto, partendo da una fiaba per agganciarmi alla realtà".Alla scelta del protagonista, l'ipnotico Ernesto Mahieux, è legato un aneddoto molto divertente che è un rilassato Garrone ricorda volentieri: "Mentre preparavo il film, una sera, andando a mangiare a Trastevere, mi è capitato di sedermi con una tavolata di attori di teatro in scena all'Argentina. Non sapendo di che parlare, ho raccontato che stavo lavorando a un film e mi serviva un attore napoletano molto piccolo. Uno degli attori mi ha suggerito Mahieux, perciò gli ho telefonato e, insieme al mio produttore, sono andato all'appuntamento a Torre del Greco. Mi sono ritrovato nel salotto di Ernesto con la famiglia Mahieux al completo. Erano lì tutti piccolini, seduti sul divano, che mi fissavano. Io dovevo raccontar loro la storia del film e non sapevo da dove partire così gli ho detto che era una grande storia di amicizia. Solo più tardi, da solo con Ernesto gli ho spiegato meglio il ruolo. Per tre settimane lui non si è più fatto sentire, anche perché temeva di far rimaner male la madre anziana, ma poi ha capito di dover rischiare. Alla fine si è portato a casa il David di Donatello".
I luoghi dell'anima: lo sguardo deformato sull'Italia
In un cinema umanista, incentrato sull'interiorità dei personaggi e sulla loro fragilità, vi è un ritorno costante di certe ambientazioni. Come ammette lo stesso Garrone: "Molti dei miei lavori sono ambientati al Sud, in particolare in Campania. A Napoli mi trovo bene, ma il fatto che mi concentri spesso su questa regione è una coincidenza. Gomorra mi è stato proposto perché la casa di produzione con cui lavoravo aveva acquisito i diritti del libro molto prima che Saviano diventasse una star. Per quanto riguarda Reality, racconta una storia successa al fratello della mia compagna e ho colto l'occasione per farne riflessione sulla società contemporanea. Con Basile torna di nuovo Napoli, ma il film è girato in inglese in varie regioni tra cui la Toscana". Proprio pensando all'importanza simbolica delle location, il regista torna a parlare del suo Imbalsamatore. "Pensate allo stacco tra il finale, ambientato a Cremona, tra la nebbia e il grigiore, e il resto del film che si svolge al Sud. Abbiamo deciso di ambientare il finale nel Nord Italia, in un non luogo, perché qui Peppino profeta perde perde tutto il potere che aveva nel Sud, diviene una figura fragile, indifesa. Peppino, in qualche modo, è l'eroe della storia, è la vittima, è colui che è disposto a sacrificare tutto per inseguire un effetto, è una figura tragica".
Questa visione distorta, questo gusto per il grottesco, è forse il principale tratto in comune tra il cinema di Matteo Garrone e quello del suo collega Paolo Sorrentino, a cui spesso viene accomunato. "In realtà con Paolo ho un'altra cosa in comune: viviamo nello stesso palazzo, ma lui sta nell'attico" scherza Matteo. "Io e Paolo abbiamo due sguardi molti diversi, ma entrambi partiamo dalla realtà per poi trasfigurarla. Non ci interessa la realtà in sé e per sé. Io vengo dalla pittura. Ero un pittore figurativo e uno dei miei pittori di riferimento era proprio Caravaggio perciò le storie che decido di raccontare partono da suggestioni visive. Finora ho sempre mostrato i lati corrotti e fallaci della società, ma prometto che, se ambienterò uno dei prossimi film a Viareggio, mostrerò un'Italia meno degradata".