"Indosso solo abiti di stilisti italiani quando sono in Italia. Questa è la regola". Ci tiene a precisarlo Matt Bomer - accompagnato da una risata - appena ci sediamo davanti a lui per intervistarlo al Filming Italy Sardegna Festival di cui è uno degli ospiti. Camicia a mezze maniche di un tenue verde pistacchio e grigia abbinata ad un pantalone dello stesso colore. Ai piedi un paio di mocassini e a completare il look un occhiale da sole dalla montatura nera con lenti blu. Outfit ineccepibile e l'atteggiamento rilassato di chi sa cosa significhi essere autoironici e prendersi con leggerezza.
L'attore, che vedremo in Mid-Century Modern al fianco di Nathan Lane, è reduce dal successo di Compagni di viaggio, la miniserie targata Showtime e disponibile in Italia su Paramount+ in cui condivide lo schermo con Jonathan Bailey. I due sono i protagonisti dell'adattamento dell'omonimo romanzo di Thomas Mallon ideato da Ron Nyswaner. Gli attori interpretano rispettivamente Hawkins Fuller e Timothy Laughlin, una coppia che inizia una relazione negli anni del maccartismo deciso a reprimere qualsiasi realtà considerata non conforme, dalle relazioni omosessuali alle diverse visioni politiche.
Matt Bomer, non solo attore. Un futuro nella regia?
Della serie Bomer è anche produttore esecutivo. Un ruolo che ha già ricoperto in passato. Ma non solo: nel 2018, l'attore è anche passato dietro la macchina da presa per dirigere un episodio di American Crime Story. Due posizioni che cambiano l'approccio e il punto di vista sul proprio mestiere e settore. "Una volta che hai diretto, non potrai più guardare un film nello stesso modo. E immagino che più dirigi, più provi quella sensazione", ammette Bomer. "Perché sai come viene prodotta la 'salsiccia' o sei curioso di sapere come viene realizzata. Ti domandi: 'Come lo fanno?'. E inizi a pensarci dal punto di vista tecnico, invece di essere semplicemente coinvolto dalla storia. Quando guardo un film ci provo, cerco di neutralizzarmi come membro del pubblico, perché una volta che hai diretto puoi iniziare a rimanere intrappolato in tutti questi aspetti tecnici".
E l'idea di tornare a dirigere? Magari un lungometraggio? "Mi piacerebbe", confida l'attore. "È solo che sono stato così fortunato, ho avuto una bellissima opportunità durante il mio primo giro con American Crime Story. Ne ho avuto altre per replicare, ma nessuna di queste è stata davvero all'altezza. Per potermi allontanare dalla recitazione e accettare un taglio di stipendio per farlo, deve davvero essere il lavoro giusto".
Superman e i titoli clickbait
Qualche giorno fa, dopo una partecipazione dell'interprete ad una puntata del podcast Awards Chatt, oltreoceano è uscita la notizia secondo cui Matt Bomer sarebbe stato scartato dal ruolo di Superman in Flyby, pellicola che sarebbe dovuta essere diretta da J.J. Abrams, perché gay."Aspetta un secondo. Voglio solo alzare gli occhi al cielo a questa domanda. E non perché me lo hai chiesto, ma perché non l'ho detto", ci tiene a precisare con una punta di umorismo l'attore. "L'intervista si può ascoltare. È registrata. Mi hanno fatto una domanda e ho risposto. Non ho fatto alcuna dichiarazione chiarificatrice, ma la stampa essendo tale, ha imbastardito il mio virgolettato, ha preso parole qua e là per creare un titolo clickbait in modo da poter ottenere visualizzazioni. E quindi non è più un argomento di cui posso nemmeno parlare".
"È una storia che ha più di vent'anni. E ogni volta che provo a dire qualcosa al riguardo, una parte della stampa cerca di trasformarlo alla disperata ricerca di visualizzazioni provando a mettere su una storia in cui io sono una vittima. E non lo sono. Non penso a me stesso come a una vittima", continua l'attore. "Sono davvero grato di non aver interpretato quel ruolo. Penso che la mia carriera sia stata molto più varia proprio perché non l'ho fatto. Sarei molto più ricco, ma non penso che come artista sarei altrettanto felice. E non credo che avrei la possibilità di interpretare personaggi così diversi. Dato che Superman è un ruolo così iconico, è molto difficile vedere l'attore che lo interpreta in altro. Inoltre, chissà quanti steroidi avrei dovuto prendere (ride, ndr). Il mio corpo sarebbe completamente diverso. Sembrerei un uomo di Cro-Magnon".
La rappresentazione sul grande e piccolo schermo
The Normal Heart, Will & Grace, Doom Patrol, The Boys in the Band, Maestro. Sono innumerevoli i ruoli di uomini gay che l'attore ha interpretato nel corso della sua carriera. Ma quali sono gli interpreti che hanno influenzato lui da ragazzo e lo hanno fatto sentire rappresentato sul grande e piccolo schermo? "Semplicemente non c'era alcuna visibilità per me quando ero bambino", ammette Matt Bomer.
"C'erano persone di cui si vociferava o di cui si parlava, come Rock Hudson. Ma non avevo esempi concreti di una persona apertamente gay che avesse davvero successo come attore. Montgomery Clift? Forse James Dean aveva delle tendenze bisessuali? Marlon Brando? Chi lo sa? Erano tutte speculazioni ed era un momento molto diverso. Non tutti avevano una fotocamera sul cellulare. Non tutti erano così ficcanaso. Era un tempo diverso. Quindi non ho avuto nessuno a cui rivolgermi davvero finché non ho compiuto vent'anni. A quel punto sono arrivate persone come Ellen DeGeneres e Neil Patrick Harris. Così ho iniziato a vedere che c'era chi aveva il coraggio di farlo. E sono grato di aver potuto farne parte ad un certo punto".
Ne è entrato a farne parte e ne è diventato un punto di riferimento. "Immagino di non pensare mai a me stesso come qualcuno di così importante da cambiare la vita di una persona o qualcosa del genere. Cerco solo di pensare a una storia o a un personaggio che mi commuove. E se arriva qualcosa come un compagno di viaggio che mi educa al punto da imparare tanto su me stesso, sulla mia cultura e sulla nostra storia, allora penso: 'Beh, forse anche qualcun altro può imparare queste cose. E forse questo li aiuterà'. La mia attenzione maggiore è cercare di farlo bene in modo che qualcun altro abbia l'opportunità dopo di me".
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Outcome e la voglia di fare commedia
Vincitore di un Golden Globe per The Normal Heart, Matt Bomer è riuscito a costruirsi una carriera fatta di ruoli di spessore, capaci di lasciare il segno sia sul grande che sul piccolo schermo. "Ma quando ho finito di girare Compagni di viaggio mi sono detto: 'Devo fare una commedia, qualcosa di gioioso'", racconta il regista.
"The Boys in the Band, Doom Patrol, Maestro, Compagni di viaggio: ho interpretato uomini gay repressi per circa cinque anni. E così sono stato davvero grato di aver potuto prendere parte ad Outcome, il film con Keanu Reeves e Cameron Diaz che uscirà l'anno prossimo per la regia di Jonah Hill. È stata davvero una delle esperienze più divertenti che abbia mai fatto. È stato bello andare al lavoro, ma anche ridere lungo la strada".