Abbiamo provato una sensazione strana nel vedere prima e nello scrivere poi la recensione di Master of None 3: Moments in Love, la terza stagione "ibrida" della dramedy co-ideata da Aziz Ansari, dal 23 maggio su Netflix. Dramedy grazie alla quale Ansari vinse il Golden Globe come miglior attore in una comedy e due Emmy per la miglior sceneggiatura: uno per l'episodio "Genitori", della prima stagione, co-scritto insieme al co-ideatore del serial Alan Yang, e per l'episodio "Il Ringraziamento", della seconda, scritto proprio insieme a Lena Waithe, che subentra alle redini dello show in questo terzo ciclo.
WE'RE BACK, BITCHES
Perché tanti rimaneggiamenti e una terza stagione che arriva ben quattro anni dopo la precedente? Ritardi nella produzione dovuti non tanto al Covid quanto allo scandalo dietro le quinte che ha colpito proprio Aziz Ansari, accusato di molestie. Tutto questo trambusto non può non riversarsi sullo schermo, con Aziz Ansari che ha diretto da solo e co-scritto insieme a Lena Waithe tutti i cinque episodi di questa stagione, una sorta di spin-off non ufficialmente tale, che con tanto di sottotitolo a "separarlo" dai due cicli di episodi precedenti vuole raccontare ancora una volta le difficoltà nelle relazioni amorose. In questo caso al centro due donne trentenni lesbiche di colore, dopo essersi concentrati sulle complicazioni di un indiano a New York. Ansari appare fugacemente, viene addirittura inquadrato spesso da lontano e in pochi primi piani, e la storia va a concentrarsi sulla relazione fra Denise (il personaggio di Lena Waithe) e la compagna Alicia (l'attrice premiata ai BAFTA Naomi Ackie), già protagoniste del già citato episodio del Ringraziamento. In una sorta di Storia di un matrimonio, ci vengono mostrati gli alti e bassi del loro rapporto, le difficoltà legate all'infertilità e la loro crescita personale di coppia e individuale.
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NON C'È PIÙ NIENTE DA RIDERE
Se Master of None nelle prime due stagioni, compresa la seconda ambientata in Italia che si pregiava della partecipazione della nostra Alessandra Mastronardi, aveva un tono da dramedy ma che non mancava di far ridere, grazie soprattutto al talento da stand-up comedian di Ansari, in questi Moments in Love sono proprio dei momenti, degli stralci, quelli davvero romantici e comici, per il resto la storia vira più sul dramma e sulle difficoltà, le perdite e i dolori che le relazioni importanti comportano. Denise eredita da Dev, il personaggio di Ansari, il titolo di Master of None, ovvero le persone capaci di fare un po' tutto ma che in realtà non riescono a specializzarsi in niente ("Jack of all trades, master of none" - letteralmente "capace in tutto, maestro di niente"), nonostante abbia scritto un best seller del New York Times ma ora non riesca a bissarlo e soprattutto andare oltre.
Pregio di questa terza stagione è sicuramente la regia di Ansari che scavalca la sceneggiatura, che attraverso campi totali e dettagli studiati racconta molto più di quanto stiano facendo le parole dei personaggi. I paesaggi della campagna dove vive la coppia protagonista, un attaccapanni dentro casa, e così via diventano metafora e strumento per raccontare i sentimenti dei protagonisti e il loro status nel corso della storia. Altro pregio è, paradossalmente, non il personaggio "annoiato dalla vita" di Denise (anche se l'apatia e la noia sono delle sensazioni non raccontate spesso in tv, bisogna riconoscerlo) ma quello pieno di voglia di fare e di combattere di Alicia: l'episodio a lei dedicato è forse il più intenso, impegnativo da digerire e appagante di tutta la stagione. Ancora una volta si è lontani dagli stereotipi in una scrittura di qualità, che però ha risentito inevitabilmente del trambusto accaduto dietro le quinte. Non si tratta di "ridere di testa" più che di pancia, ma di non ridere affatto.
Conclusioni
Concludiamo la recensione di Master of None 3: Moments in Love, osservando come la scrittura rimanga attenta e la regia sia il vero pregio di questa stagione a metà tra l’ibrido e lo spin-off, ma che allo stesso tempo abbia risentito troppo dell’affaire Aziz Ansari dietro le quinte, venendo colpita nella messa in scena delle relazioni amorose oggi, che vira troppo sul dramma e troppo poco sulla commedia.
Perché ci piace
- La scrittura sempre di qualità di Aziz Ansari e Lena Waithe
- La regia di Aziz Ansari, che gioca su totali e dettagli per raccontare ciò che accade ai personaggi
- L’interpretazione di Naomi Ackie nei panni di Alicia e l’episodio a lei dedicato
Cosa non va
- La serie ha inevitabilmente risentito del trambusto accaduto dietro le quinte anche nella messa in scena
- La stagione vira troppo sul dramma e troppo poco sulla commedia per una dramedy