Sta tornando MasterChef Italia 2022, lo show di Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy, in onda ogni giovedì su Sky e in streaming su NOW. Come giudici severi del programma si riconferma un trio consolidato: Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli avranno di nuovo il compito di scovare nuovi talenti della cucina in un programma dove tradizione e innovazione hanno dimostrato, nelle scorse edizioni, di andare di pari passo, in una gara fatta sì di tensione, ma soprattutto di apprendimento, sia per i concorrenti che per gli spettatori che così possono scoprire nuovi ingredienti e nuove tecniche. I tre chef, durante la conferenza di presentazione della nuova stagione, hanno affrontato diversi argomenti tra i quali il futuro della ristorazione e le nuove generazioni che si approcciano ad un mestiere che richiede oltre che creatività una buona dose di disciplina.
L'importanza della contaminazione culturale
Primo a prendere la parola è stato Antonino Cannavacciuolo che ha espresso una riflessione generale sulle condizioni di lavoro dei giovani e su come vadano guidati: "Ovunque vado vedo che manca personale. Non è solo un problema della ristorazione ma è un problema di tutto il mondo, ovunque manca personale. Vado dal meccanico e mi dice che mancano operai, lo stesso vale per l'imbianchino, è proprio il mondo che chiede mano d'opera. Non è questione di nuove generazioni, io ho ragazzi che lavorano benissimo, ma ai ragazzi d'oggi dobbiamo dare motivazioni, obiettivi, non possiamo buttarli in un circuito senza controllo. La vita sta andando avanti, abbiamo un mondo che va velocissimo." L'argomento è poi virato sull'importanza della multiculturalità nel settore della ristorazione: "A MasterChef quest'anno ci saranno delle prove di cuochi stranieri che si sono affermati in Italia. Si parlerà ancora di più di contaminazione, ognuno porterà i propri prodotti tipici che si mescoleranno con quelli italiani. Questo programma è anche per noi una crescita perché vengono a portarti ingredienti che tu non conosci e che quindi hai l'opportunità di provare."
Antonino Chef Academy, parla Antonino Cannavacciuolo: "Il linguaggio della cucina è pazzesco!"
Cosa succederà nella nuova stagione
Sulle novità di quest'anno gli chef si sono dimostrati molto riservati. Canavacciuolo ha solo anticipato che ci saranno ospiti di grande rilievo: "Siamo all'undicesima stagione. Ci potremo definire il cattivo, il vecchio e il bello. Il bello sono io ovviamente. Per il resto non si può dire nulla, abbiamo avuto a che fare con tre chef a 3 stelle in una settimana e non è una cosa usuale." Anche Bruno Barbieri ha confermato: "MasterChef è diventata una vetrina anche per raccontare cosa questi chef a livello mondiale fanno." Giorgio Locatelli ha invece sottolineato come si possa trasmettere un importante messaggio mostrando gli aspetti più disparati della cucina: "Abbiamo avuto molti ospiti che hanno rappresentato cose diverse: la creatività, la spiritualità, la fusione tra culture. Quest'anno con ognuno degli ospiti vogliamo far passare un messaggio."
Boiling Point e The Bear: quando il piano sequenza corre in cucina
Le condizioni di lavoro
Serie come The Bear hanno di certo contribuito a dipingere il mondo della ristorazione come un luogo stressante dove la vita personale scompare dietro di quella lavorativa, ingombrante e distruttiva. Per Cannavacciuolo le condizioni attuali di lavoro sono molto migliorate: "Quello che è il fenomeno del lavoro duro e degli orari impossibili c'è stato, ma ora si stanno prendendo misure molto belle per il benessere dello staff, questo migliora di molto le condizioni lavorative. Oggi ci sono cucine professionali in cui lavorare dentro è un piacere: sono come sale operatorie, non devi fare più sforzi disumani grazie alle attrezzature." Di un parere diverso è Bruno Barbieri: "Io credo sia ancora un lavoro molto duro. La differenza la noti nei ristoranti che culturalmente sono gestiti in modo diverso. Spesso anche all'estero ci sono cuochi che vengono sfruttati, ma le persone se vengono trattate bene producono e rendono molto meglio. Spesso all'estero vogliono la nostra manovalanza, chiedono cuochi italiani perché hanno un quid in più". Locatelli ha ricordato quanto, in effetti, è stata accolta con timore la sua volontà di fare lo chef: "Questi programmi aiutano a sensibilizzare. Io ricordo quando da piccolo dissi a mia nonna che volevo fare il cuoco si mise a piangere. Però la nostra professione è salita tantissimo. I ragazzi che arrivano in cucina dopo cinque anni di scuola alberghiera sono molto più preparati. Bisogna fare uno sforzo collettivo e anche il cliente deve capire che questo va ad influire sul costo finale."