Il polverone intorno ai Marvel Studios potrebbe ingrandirsi ancora di più. Analizzando la situazione in tempo reale, giorni fa riflettevamo sui cambiamenti in corso nella società, tanto in termini produttivi quanto strutturali. Partendo dal posticipo di The Marvels e dai ritardi che subiranno sia la seconda stagione di Loki che Secret Invasion su Disney+, nel nostro speciale dedicato alle criticità Marvel del momento abbiamo sottolineato come il licenziamento di Victoria Alonso, il ritorno di Bob Iger e gli slittamenti sopra citati rientrassero tutti in uno slittamento obbligato verso una ben ritrovata qualità, cercando di mettersi alle spalle ogni possibile discussione mediatica di sorta. Il tentativo è quello di superare un momento di crisi fisiologica del Marvel Cinematic Universe, post-Endgame e periodo più sperimentale della Fase 4, ma è spesso il karma a metterci lo zampino nonostante impegno e buona(?) fede. Nel caso specifico stiamo parlando di Jonathan Majors, l'interprete di Kang, che dopo i recenti e sconvolgenti risvolti potrebbe arrivare a rappresentare il più grosso problema del MCU anche fuori dal contesto narrativo del franchise.
I fatti
Il successo, Jonathan Majors, lo ha raggiunto recentemente. Nonostante un percorso attoriale cominciato nel 2017 con Hostiles di Scott Cooper, è con la serie Lovecraft Country di HBO che l'interprete è esploso all'improvviso nel 2020, talentuoso e affascinante com'era. Nello stesso anno ha partecipato anche a Da 5 Blood di Spike Lee e poi la consacrazione mediatica nella prima stagione di Loki proprio nel ruolo di Kang il Conquistatore, anche se lì nei panni di Colui che rimane, una variante "buona" del villain. Quest'anno sono infine arrivati Ant-Man and the Wasp: Quantumania e Creed III, entrambi titoli dove Majors interpreta ruoli da nemico perfido e manipolatore. Prestando il proprio volto a Kang e a ogni sua variante del Multiverso, con un corso cinematografico del MCU dalla Fase 5 alla Fase 6 interamente costruito intorno al suo personaggio, pensare che l'attore possa essere perfido e manipolatore anche nella vita di tutti i giorni potrebbe di fatto rappresentare un guaio davvero serio per il progetto di Kevin Feige.
Ma è bene spiegare cosa sta succedendo e i possibili risvolti di una vicenda inaspettata. In buona sostanza, nella notte del 26 marzo una donna di 30 anni ha denunciato alla polizia di New York proprio Jonathan Majors, accusandolo di averla assalita, molestata e strangolata. La denuncia piuttosto seria ha condotto alla custodia cautelare di Majors, fermato dalle forze dell'ordine senza proteste o incidenti dopo l'accaduto, comunque dichiaratosi "completamente innocente". La ragazza è stata prontamente trasportata in ospedale, dove sono state riscontrate "lesioni minori alla testa e al collo" che potrebbero adesso costare all'attore un'accusa penale per strangolamento, molestie e lesioni.
Anche i legali e i portavoce dell'interprete parlano di "fraintendimenti", sostenendo da una parte di avere delle prove che possono testimoniare l'innocenza del loro assistito, dall'altra cercando una strada per sistemare la questione e ripulendo il buon nome di Majors. Ma la sacrosanta innocenza fino a prova contraria, lo sappiamo, non è una legge che interessa ai processi mediatici né all'immagine pubblica delle aziende che vivono di politically correct o concetti e produzioni family friendly. E la Disney è la capolista di questa società.
Il Kang di Jonathan Majors in Quantumania: quando un grande nemico è stretto in un piccolo film
Ubi Majors Marvel Cessat?
Guardando al recente passato, a pagare per il loro "comportamento" sotto lo sguardo impietoso della Disney sono stati James Gunn (poi reintegrato) per dei vecchi tweet con delle battute sui pedofili o anche Gina Carano per dei commenti considerati antisemiti ed estremisti. Uno ha perso il suo lavoro ai Marvel Studios prima di essere perdonato, l'altra è stata direttamente cacciata da The Mandalorian ed estromessa a vita dai prodotti Disney. Per non parlare della totale rottura dei rapporti con Johnny Depp dopo la storiaccia con Amber Heard, persino ora che l'attore ha trionfato nella causa contro l'ex-moglie riabilitando il suo nome. La domanda è allora la seguente: ora che Majors è nel bel mezzo della bufera mediatica e con alcune accuse pesanti a cui rispondere, come si comporteranno i Marvel Studios? Pensando anche alla Alonso, colpevole sì di aver promosso senza consenso Argentina, 1985 ma soprattutto di non piacere troppo ai professionisti degli effetti speciali (costretti a crunching e - sostengono alcune voci - a un clima di tensione costante nei reparti da lei gestiti), quale sarà l'atteggiamento di Bob Iger e Kevin Feige in questa vicenda?
Il Me Too, la cancel culture e la woke culture hanno sempre agito pro-attivamente, preventivamente e lateralmente ai processi civili o penali, ignorando sentenze di proscioglimento e d'innocenza (guardiamo a Woody Allen, ad esempio) al fine di estromettere de facto i nomi scomodi da ogni angolo di Hollywood e dal loro lavoro. Sarà lo stesso per Majors? "Strangolamento, molestie e lesioni" sono tre parole che anche se da confermare non sono affatto semplici da digerire. Si attiveranno anche in questo caso con largo anticipo sulle sentenze giudiziali? Il fatto che si tratti del volto simbolo dell'attuale e prossimo arco narrativo MCU è già una lesione dell'immagine Disney, ma bisogna addirittura considerare delle vecchie accuse mosse tre anni fa "a un attore anonimo" dal regista A.B. Allen di Lovecraft Country, dove quest'ultimo parlava di un interprete "molto amato da Twitter e recentemente nuovo sulle scene" descrivendolo come "una persona viziosa, crudele e abusiva".
Uscita la notizia su Majors, il tweet è stato rilanciato e lo stesso Allen lo ha ricondiviso con tre "ding, ding, ding" d'accompagnamento, come a voler suonare un'immaginaria campanella di conferma, spiegando poi inequivocabilmente che quel testo era riferito proprio a Majors. A fargli eco anche Tim Nicolai, regista di Broadway che ha supportato Allen sostenendo che diversi ex-studenti di università e conservatori di New York parlavano di Majors come di "un aggressore sociopatico". Ovviamente saranno testimonianze, prove e processi adeguati in sedi appropriate a valutare il comportamento di Majors, ma nei media americani il suo nome è già dato come sporco e tutte le dichiarazioni emerse nel giro di appena 24 ore, come a liberarsi di un peso enorme non appena possibile, non aiutano affatto. E allora la Marvel cosa sta aspettando? Che ci sia una leggera aura di ipocrisia quando si vanno a toccare interessi narrativi, strutturali ed economici importanti? Immaginiamo legali ed executive della Casa delle Meraviglie e di Topolino riuniti insieme per gestire la crisi.
Se Majors resterà e le accuse via social o mediatiche continueranno, lo scotto da pagare per la Disney sarà proprio quello dell'ipocrisia rispetto a risposte più drastiche e severe a passate e simili situazioni. D'altro canto, dovessero cacciarlo e prendere le distanze, avrebbero un grattacapo enorme da sistemare tra re-casting o eventuali riscritture della continuity legata a Kang tra Fase 5 e Fase 6. In un modo o nell'altro, non è assolutamente un periodo tranquillo per lo Studio.