Per tutti oggi Mark Ruffalo è l'incredibile Hulk, la star Marvel amata da grandi e piccini che, con l'aiuto della CGI, incarna l'Avenger più imponente e più iracondo, ma anche il suo alter ego umano che, dopo differenti incarnazioni, ha trovato dimora stabile. Oltre a essere un eroe dei cinecomic, Ruffalo è uno degli interpreti più importanti della sua generazione, amatissimo dal cinema indie, ha collaborato con registi come Scorsese e Fincher, ha saggiato cosa si prova a stare dall'altra parte della barricata dirigendo il ruvido biopic Sympathy for Delicious, dedicato all'artista tetraplegico Delicious D, e ha conquistato tre candidature all'Oscar tutte come miglior attore non protagonista.
Con quell'aria rassicurante, Mark Ruffalo sembra più un affabile vicino di casa che una star di Hollwyood. L'attore ha conservato quella spontaneità che si porta dietro dall'infanzia e adolescenza trascorse in provincia, prima di approdare a Los Angeles. Che il suo quotidiano è assai lontano dall'esistenza sfrenata delle star lo dimostra la solida unione con la moglie Sunrise, sposata nel 2000, da cui ha avuto tre figli. Umile e autoironico, Ruffalo ha ammesso pubblicamente l'incapacità di tenere segreti, contendendo a Tom Holland il titolo di star Marvel più spoileratrice, tanto da aver costretto lo studio a misure straordinarie per evitare che svelasse i segreti dei film.
Qualche anno fa l'attore si è aperto pubblicamente svelando la malattia che lo colpì nel 2001, un tumore alla testa, per fortuna benigno. A questo si aggiunge il dolore per la perdita del fratello minore, parrucchiere a Beverly Hills, ucciso nel 2008. I dolori hanno sensibilizzato Mark Ruffalo spingendolo a schierarsi dalla parte dei più deboli, da anni il divo è infatti impegnato nella politica attiva e si occupa di cause ambientali e difesa delle minoranze, di recente è intervenuto al Parlamento Europeo per bloccare la costruzione di nuove infrastrutture per l'utilizzo dei combustibili fossili. Scopriamo allora insieme quali sono i 10 migliori film di Mark Ruffalo.
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10. Tutto può cambiare
Commedia romantica a sfondo musicale, Tutto può cambiare offre a Mark Ruffalo l'opportunità di prendersi la scena in veste non solo di attore, ma anche di musicista. Nel ruolo del produttore discografico alcolizzato Dan, Ruffalo rispolvera perfino il basso appeso al chiodo dopo la fine del liceo, epoca in cui suonava in una garage band punk. Volto stropicciato come la giacca che indossa, barba lunga, riccioli scomposti, nei panni di Dan l'attore interpreta un adorabile fallito che ritrova la motivazione per ripartire dopo aver sentito cantare Gretta (Keira Knightley), giovane provinciale col cuore spezzato dal fidanzato, anche lui cantante (Adam Levine). Grazie a Gretta, Dan tornerà a lavorare, recupererà il rapporto con la figlia adolescente (Hailee Steinfeld) e forse sentirà di nuovo battere il cuore. Dietro la pellicola c'è il tocco delicato di John Carney, già autore di Once, che di musica e musicisti ha dimostrato di intendersene.
9. Avengers: Endgame
Campione mondiale di incassi, Avengers: Endgame è un film rigorosamente corale ed è anche il culmine del percorso compiuto dal Marvel Cinematic Universe negli ultimi dieci anni. Dopo due pellicole standalone dedicate a Hulk, nel 2012 Mark Ruffalo raccoglie l'eredità di Eric Bana ed Edward Norton facendo suo il personaggio dalla duplice identità. Ruffalo infonde in Bruce Banner la sua disarmante dolcezza, mentre la CGI e un'interpretazione convincente lo aiutano a trasformarsi nell'alter ego verde, il gigante furioso che combatte a fianco degli Avengers. Avengers: Endgame è la summa della storia di Hulk e al tempo stesso rappresenta una svolta nel personaggio con l'entrata in scena di Professor Hulk, una versione della creatura capace di controllare i propri istinti pur conservando forza e potenza bruta. La sintesi perfetta tra Hulk e Bruce Banner, insomma, dotata in più di un certo sense of humor. La parabola narrativa di Hulk potrà non accontentare i fan dell'MCU, ma a differenza di altri Vendicatori il futuro del personaggio non è ancora scritto.
8. Thor: Ragnarok
Parlando di sense of humor, il primo a scardinare quell'immagine seriosa che Bruce Banner si porta appresso e quella drammaticità insita nella sua schizofrenica esistenza è Taika Waititi. La comicità surreale dell'autore neozelandese invade l'universo di Thor e Hulk dividendo i fan nei giudizi. I puristi dell'MCU gridano allo scandalo, i meno affezionati al canone apprezzano le soluzioni creative e la vena di follia che pervade questa nuova avventura di Thor, in cui il Dio del Tuono assiste alla distruzione di Asgard per poi finire sul Pianeta Sakaar dove ritrova Hulk. Il gigante verde non lo riconosce e combatte contro di lui nell'arena, ma sarà un videomessaggio di Natasha Romanoff partito erroneamente a far ritrasformare Hulk in Banner per la prima volta in due anni. Battute e nonsense pullulano in Thor: Ragnarok permettendo a Ruffalo di fornire una versione più divertita del suo eroe di cui ritroveremo l'eco, per l'appunto in Endgame.
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7. Zodiac
Thriller atipico, Zodiac ricostruisce il caso di cronaca nera che sconvolse l'America dei primi anni '70 focalizzandosi sulle figure che ruotano attorno al misterioso killer. Dopo cinque anni di ricerche e interviste ai superstiti, il regista David Fincher mette insieme un terzetto di star di talento. Il caso viene ricostruito adottando il punto di vista di Robert Graysmith, interpretato da Jake Gyllenhaal, giovane vignettista appassionato di enigmistica che collabora col San Francisco Chronicle all'epoca in cui in redazione arriva la prima lettera di Zodiac accompagnata da un messaggio cifrato. Robert Downey Jr. interpreta lo sregolato reporter del Chronicle Paul Avery, mentre Mark Ruffalo veste i panni del detective Dave Toschi. Ruvido, scontroso, meticoloso sul lavoro, l'attore restituisce sullo schermo la frustrazione e l'impotenza del suo personaggio di fronte a un caso che sembra un vicolo cieco e che nel corso degli anni lo porterà a provare odio misto ad ammirazione nei confronti dell'introvabile killer.
6. Shutter Island
Ancora un uomo di legge, stavolta un agente dell'FBI coinvolto nel complesso rompicapo che è Shutter Island, adattamento dell'omonimo romanzo di Dennis Lehane firmato da Martin Scorsese. Mark Ruffalo interpreta un agente dell'FBI che fa da spalla al personaggio di Leonardo DiCaprio. I due si recano nell'ospedale psichiatrico di Shutter Island per risolvere il mistero di una paziente scomparsa. Man mano che l'indagine procede, la situazione che circonda i due agenti si fa sempre più ambigua finché la verità non verrà svelata con un colpo di scena mozzafiato. Focus del film è il personaggio di DiCaprio, che sprofonda lentamente nel parossismo, ma al suo fianco Ruffalo è un partner solido, partecipe, pronto a sfoderare la vis drammatica ove necessario. Una curiosità: l'ingaggio di Mark Ruffalo è frutto di una sua lettera in cui scriveva a Martin Scorsese che gli sarebbe molto piaciuto lavorare con lui. Detto fatto.
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5. The Normal Heart
Una delle interpretazioni più toccanti di Mark Ruffalo è quella dello scrittore omosessuale Ned Weekes che, alla comparsa dell'AIDS, diventa attivista per sensibilizzare la comunità gay sul pericolo che corre. In The Normal Heart Ryan Murphy adatta il suo spettacolo circondandosi di un cast eccezionale che vede Julia Roberts nei panni di una dottoressa tetraplegica, oltre a Taylor Kitsch, Matt Bomer, Jim Parson, Jonathon Groff e Alfred Molina. La performance di Ruffalo è piena di dignità, il suo dolore per la perdita dell'amore della sua vita, anche lui sottrattogli dall'AIDS, è composto anche se lacerante. Ma il film ha anche importanti implicazioni politiche mostrando la comunità omosessuale alle prese con i cambiamento sociali dell'America degli anni '80 e il boicottaggio dei media di fronte alla diffusione di un morbo, il cancro dei gay, da cui i benpensanti conservatori si ritenevano immuni.
4. Se mi lasci ti cancello
Uno dei film più romantici di sempre, Se mi lasci ti cancello deve anche alla presenza di Mark Ruffalo il suo enorme successo. L'attore interpreta Stan, tecnico della Lacuna Inc, società in grado di cancellare selettivamente ricordi spiacevoli nella mente delle persone. A richiedere il suo intervento è Joel (Jim Carrey) il quale, dopo aver appreso che l'amata Clementine (Kate Winslet) lo ha rimosso dai suoi ricordi chiede di fare lo stesso. Durante la nottata, però, mentre la cancellazione è in corso Joel cambia idea e oppone resistenza nel tentativo di preservare i ricordi del suo amore. A distrarre Stan dal suo lavoro, nel frattempo, ci pensa la fidanzata Mary, giunta in suo sostegno. I due trascorrono una nottata di bagordi, droghe e sesso finché Stan non si rende conto che la procedura di cancellazione è a rischio. Interpretazione divertita per Ruffalo, di cui intravediamo anche un nudo integrale posteriore mentre si affretta a esaminare il computer a cui Joel è collegato.
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3. I ragazzi stanno bene
Il ristoratore donnaiolo e sicuro di sé de I ragazzi stanno bene frutta a Mark Ruffalo la prima nomination all'Oscar. Paul è uno scavezzacollo sensuale che rifugge le responsabilità e se ne va in giro in moto. A contattarlo sono i suoi due figli biologici, nati da madri lesbiche che hanno usato lo sperma di Paul avuto alla banca del seme. Una volta che le due donne (Annette Bening e Julianne Moore) scoprono i contatti tra i figli e il vero padre decidono di far entrare l'uomo in famiglia, ma la sua presenza non passerà di certo inosservata. A sorpresa il personaggio di Mark Ruffalo non è bigotto inorridito dall'uso del suo sperma, ma è un eccentrico ed estroverso libero pensatore che non si scandalizza di fronte alla famiglia lesbica messa su, ma anzi, nutre sincero interesse per i figli e ambisce a far parte delle loro vite seppur a modo suo. La sua presenza arriverà a mettere a repentaglio l'omosessualità di Julianne Moore con una bollente relazione sessuale. Gara di bravura tra le star del film, ma il ruolo più delicato e più in evoluzione e proprio quello di Mark Ruffalo, che si conferma un eccelso interprete.
2. Foxcatcher - Una storia americana
Sul ring di Foxcatcher si misurano le grandi interpretazioni di Mark Ruffalo, Steve Carell e Channing Tatum. Con l'aiuto di un pesante trucco prostetico e di una accurata trasformazione fisica, Ruffalo e Tatum interpretano i fratelli Mark e Dave Schultz, campioni olimpici di lotta libera che entrano in contatto col Team del milionario John E. du Pont (Carell), eccentrico e solitario personaggio ossessionato dallo sport e dal controllo. Il film ricostruisce la crescente influenza di Du Pont su Mark (Tatum) che, offuscato dalla fama del fratello maggiore, finalmente ha un'occasione per emergere. Anche Dave (Ruffalo), in seguito, diviene dipendente del team in veste di allenatore, ma in un momento di follia du Pont lo uccide a sangue freddo. La storia viene ricostruita con dovizia di dettagli, raccontando con pacatezza tutte le fasi del dramma senza enfasi, ma puntando tutto su una regia solida ed elegante e sulle perfette interpretazioni del cast che gli permettono di mostrare ed evocare senza bisogno di spiegazioni.
1. Il caso Spotlight
Il grande cinema politico degli anni '70 torna a rivivere nell'affresco di Tom McCarthy che ricostruisce lo scoop del Boston Globe, primo a denunciare lo scandalo pedofilo che coinvolse la Chiesa Cattolica di Boston, grazie al team di giornalismo investigativo denominato Spotlight. Un Tutti gli uomini del presidente degli anni 2000, forte di un eccezionale team. Con Ruffalo troviamo Michael Keaton, Rachel McAdams, Liev Schreiber, John Slattery e Stanley Tucci. Ne Il caso Spotlight a Mark Ruffalo viene cucito addosso il ruolo di Michael Rezendes, giornalista coraggioso, appassionato e testardo che non si fermerà di fronte a niente pur di portare a galla il caso dei preti pedofili facendo conquistare un Premio Pulitzer al suo team. Per entrare nella pelle di Rezendes, Mark Ruffalo si è recato a casa del reporter armato di agenda, registratore e macchina fotografica e lo ha tempestato di domande per cogliere l'essenza del personaggio. Il risultato lo vediamo sul grande schermo: un inno al giornalismo dalla schiena dritta e la terza candidatura all'Oscar per l'attore.
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