Ci son più di 36 gradi qui a Giffoni Valle Piana, in un assolato giorno di luglio del 2023. Alte sono le temperature, dunque, ma alto è anche il grado di attenzione per le parole del regista Mario Martone, che ha incontrato i ragazzi e la stampa per parlare di ciò che ci accomuna tutti: la passione per le storie.
I giovani sono il futuro
A distanza di quasi trent'anni anni dalla sua ultima presenza al festival dei ragazzi, Mario Martone torna a Giffoni nell'anno degli "Indispensabili", per parlare proprio alle ultime generazioni: "Ho avuto la fortuna di lavorare con grandi artisti quando ero giovane, loro non ci trattavano mai da ragazzini e, naturalmente, diventando grande, mi sembra giusto e mi interessa restituire il favore".
"Per me è stato ad esempio importantissimo l'incontro con i ragazzi del Nest, di San Giovanni a Teoduccio, dove abbiamo fatto il Sindaco del Rione Sanità, e insomma poi la crescita incredibile di Francesco Di Leva, nominato anche al David di Donatello per Nostalgia..." continua il regista, ricordando recenti esperienze in compagnia dei più giovani.
ll Sindaco del Rione Sanità: il trailer del film-evento di Mario Martone
Giovani che per lui, senza dubbio, sono gli attori principali del film chiamato vita: "Dei ragazzi nati dopo il 2000 mi interessa proprio il fatto che sono i protagonisti di un mondo che a questo punto è radicalmente cambiato, nel senso che con la rivoluzione digitale c'è stata una mutazione totale. Oggi siamo in un mondo diverso. Noi abbiamo vissuto per metà il '900 e ora i 2000. E se penso a quando ero ragazzo io, oggi il mondo è completamente differente. E questo può dare le vertigini, può intimorire, può preoccupare... Ma chi è nato dopo il 2000, sono loro ad avere il futuro nelle proprie mani. Sono loro che faranno il mondo che verrà. E per loro ho voluto fare Romeo e Giulietta, per questi ragazzi giovanissimi che hanno preso Shakespeare e lo hanno vissuto in maniera completamente nuova".
Proteste e cambiamenti, giusto o sbagliato?
Sempre in sede di conferenza stampa, poi, rispondendo alle domande dei giornalisti, Martone ha detto la sua su due argomenti piuttosto caldi, ovvero l'attuale situazione del Centro Sperimentale di Roma e gli scioperi di attori e sceneggiatori in quel di Hollywood. Lui, che "non ha fatto scuole di teatro e cinema" e si dichiara autodidatta con "una formazione orizzontale, sul campo", ha tuttavia molto a cuore quanto sta accadendo sia dentro casa nostra che oltreoceano.
"Mi occupa e preoccupa molto la questione del Centro Sperimentale di Cinematografia prima ancora di quella dello sciopero di Hollywood. Bisogna essere vigili. Sicuramente le cose cambiano legittimamente e ci sono possibilità per i governi in carica di nominare chi si desidera. Però innanzitutto è bene farlo quando è il tempo che questo accada non forzando la mano e soprattutto possibilmente dialogando. Il Centro è una realtà straordinaria. Io non l'ho fatto ma conosco benissimo sia tantissimi ex alunni che i professori. È un ambiente di pluralismo totale, dove c'è un vero senso di libertà. Tutto questo significa che per governare realtà del genere bisogna dialogare, ascoltare. Non si può calpestare una realtà del genere" afferma.
Sciopero attori: perché a Hollywood si protesta
È questo spirito vigile che Martone si augura si possa mettere in pratica anche per quel che concerne Hollywood, tornando sempre a ribadire quanto rapido sia il cambiamento, e quanto alta sia la posta in gioco: "Non dobbiamo agire come uno struzzo che mette la testa sotto la sabbia".
E dell'intelligenza artificiale, invece, che opinione ha il regista di Nostalgia e Il Giovane Favoloso? Non la demonizza affatto, anzi, la trova interessante... Se la si usa a dovere: "Da punto di vista interesse mio e artistico non demonizzo tutto ciò che è evoluzione è interessante. Me lo diceva sempre il mio amico Bernardo Bertolucci 'mai avere paura di quello che si trasforma'. Sui cambiamenti dobbiamo capire come ci si entra in relazione, perché l'essere umano è più forte di ogni evoluzione tecnologica ma sappiamo che ogni strumento non è da giudicare in sé, ma non nel modo in cui viene utilizzato. L'intelligenza artificiale può essere usata anche male, e su questo fanno molto bene negli Stati Uniti a interrogarsi. Sarebbe bene lo facessimo anche noi".
Immaginazione, dialogo e ispirazione per portare avanti i sogni
Intanto, come racconta ai nostri microfoni, e riafferma anche in sala durante l'incontro con i ragazzi, è l'immaginazione la chiave di tutto. Un'immaginazione che ci permette di creare, realizzare sogni, unita anche all'ispirazione. Quell'ispirazione che a lui "arriva dai romanzi letti, da qualcosa che osservo oppure ascolto. In quel momento mi si accende una visione. È come se vedessi già l'impronta del film. Per il mio primo lavoro sul set, Morte di un matematico napoletano, è andata esattamente così: ho preso ispirazione dalle storie delle persone su questo personaggio leggendario".
Mario Martone alla Festa di Roma: "Il mio cinema? Tutto è nato da una porticina"
Per questo ci ricorda di non abbandonare mai la nostra fanciullezza, perché "se riesci a restare bambino continuerai a fare questo lavoro, a restarci dentro felice al di là della carriera e dei guadagni".
E allora, spazio all'ispirazione, all'immaginazione, al dialogo, e affrontiamo a mente aperta un'epoca di continuo cambiamento per continuare a raccontare.