Squadra che vince non si cambia: dopo aver lavorato insieme a Moglie e marito (2017) e Croce e delizia (2019), il regista Simone Godano e la sceneggiatrice Giulia Steigerwalt fanno tris con Marilyn ha gli occhi neri, in sala dal 14 ottobre, in cui Miriam Leone e Stefano Accorsi sono due persone con problemi psicologici.
Nel film di Simone Godano gli attori interpretano rispettivamente Clara, una bugiarda patologica, e Diego, chef che ha forti scatti d'ira. Si ritrovano in un corso di cucina per persone che devono gestire la propria emotività. Tra piatti improvvisati ed esibizioni canore scopriranno che l'amore forse è trovare qualcuno che ti sopporta così come sei.
Abbiamo incontrato Simone Godano a Roma, alla presentazione di Marilyn ha gli occhi neri: il regista ha amato lavorare con Miriam Leone e Stefano Accorsi.
La video intervista a Simone Godano
Marilyn ha gli occhi neri: l'amore è trovare chi ti sopporta
Questo film ci insegna che il vero amore è trovare qualcuno che ti sopporta?
Il vero amore è quando qualcuno ti riconosce per quello che sei. Essendo questi dei personaggi ritratti nei loro estremi, non sono persone in cui ci possiamo riconoscere, sono lontane da noi, hanno una sensibilità e un'emotività a tratti fanciullesca, volendo estremizzare, questa è un'affermazione che può valere.
Una delle scene più belle del film è quando il personaggio di Miriam Leone dice di aver avuto una brutta giornata e si deve pure sentir dire che è una pazza, spingendo quello di Stefano Accorsi ad abbracciarla. Quanto è importante quell'abbraccio?
Quell'abbraccio è importantissimo. È talmente importante che la segretaria di edizione ha fatto una foto al monitor di quell'abbraccio ed è diventata la foto della chat mia di Stefano e Miriam. All'interno del film in quel momento scatta qualcosa tra di loro ed è scattato anche in noi vedendo quell'abbraccio. Anche l'approccio del film è abbracciare questi personaggi e volergli bene, entrare un po' nella loro psicologia e non giudicarli, non vederli dal di fuori, ma stare con loro. Tutti abbiamo bisogno di abbracci, in tutti i momenti. Spesso arriva nei momenti brutti, invece è bello anche un abbraccio nei momenti positivi della vita.
Marilyn ha gli occhi neri, Miriam Leone e Stefano Accorsi: "Il vero amore è chi ti sopporta"
Marilyn ha gli occhi neri: la diversità è dentro ognuno di noi
Sosia, una delle persone che frequentano il corso, dice: "Dentro di te c'è una parte di me". In quel momento sembra un'assurdità, invece è proprio così. Riconoscerlo però è molto difficile: come si fa?
Quelle cose fanno paura e vengono un po' respinte, la sofferenza e la diversità altrui vengono un po' allontanate. Capire, accettare e un po' rivedersi in questi personaggi può essere interessante: sono empatici e per questo non ci sarà vergogna nel riconoscersi in loro. In questo momento le manie, le follie, le turbe stanno entrando sempre più prepotentemente in ognuno di noi. Per cui vedendole così estremizzate su altri può essere una cosa che fa sorridere ed emozionare: è uno dei punti di forza del film.
Marilyn ha gli occhi neri: vedere gli altri
Il personaggio di Miriam Leone dice: "È brutto quando non ti vedono". Per te che sei un regista e lavori vedendo le cose questa frase vale doppio.
Per un regista è bello vederli: mi sono affezionato molto a questi personaggi. Sono personaggi talmente forti, talmente viscerali, anche fisici. Abbiamo fatto tanta preparazione e poi il film ha avuto il suo percorso. Abbiamo ribaltato l'idea che abbiamo di Stefano Accorsi e Miriam Leone: credo che anche per loro questo sia stato uno stimolo e li abbia portati a entrare in questi personaggi in maniera molto naturale. Senza troppe ricerche per il personaggio, senza troppa intellettualizzazione della loro backstory. Più Miriam me la chiedeva più gliela levavo. Le dicevo che non si doveva aggrappare a nulla: il suo personaggio dice bugie ma non le dice credendo di dire bugie, per lei è la verità. Qualunque storia inventa lei è la prima a crederci. È stato bello vedere loro e raccontarli.