Cominciamo questa recensione di Marianne, la nuova serie tv horror francese arrivata su Netflix proprio di venerdì 13, ponendoci ancora volta il solito quesito: l'horror è un genere che funziona anche nei prodotti seriali? Difficilmente, ma ci si può riuscire. I film sono il mezzo più adatto per raccontare questo tipo di storie, soprattutto perché gli elementi che le caratterizzano difficilmente possono essere diluiti in una narrazione lunga svariate ore. Mantenere lo spettatore coinvolto così a lungo è difficile e l'unico modo riuscirci è puntare sulla trama e sulla costruzione dei personaggi, più che sulla necessità di spaventare a tutti i costi. In due ore scarse di lungometraggio invece, ammettiamolo, è più facile passare sopra ad errori come lo scarso approfondimento dei personaggi o la sovrabbondanza di jump scare. Il punto di forza di questa serie sta proprio nel concentrarsi sulla sua storia e sullo sviluppo all'interno di essa della sua protagonista, catturando così chi guarda non solo per il suo lato horror - che è comunque ben presente - ma per tutto ciò che gli ruota attorno, incuriosendolo e motivandolo alla visione fino all'ultimo episodio.
Limitando il discorso a Netflix, non possiamo non notare come il colosso dello streaming abbia ottenuto risultati altalenanti in passato per quanto riguarda questo tipo di produzioni: dai fasti di Hill House (di cui stiamo aspettando ansiosamente la seconda stagione) al fallimento di Chambers, che a parte un ottimo cast aveva decisamente poco altro da offrire. Ma dove si posiziona Marianne? A nostro parere più dalla parte della prima delle due. Anche se non priva di difetti, che vedremo poi nel dettaglio, la serie francese creata da Samuel Bodin ha tutte le carte in regola per destare l'interesse di amanti dell'horror e non.
Una trama con spunti interessanti
Al centro della storia troviamo Emma(Victoire Du Bois), una scrittrice diventata famosa per aver creato una serie horror basata su dei sogni che faceva da bambina. Un giorno, durante la presentazione del suo ultimo libro dedicato alla diabolica strega Marianne, una sua amica di infanzia la prega di recarsi nella sua cittadina natale, dove ciò che ha scritto nei suoi romanzi sta cominciando a diventare realtà. Una volta fatto ritorno a Elden, il paesino sulla costa francese dove è cresciuta, Emma scoprirà che ciò che sognava da bambina, e che ha fatto la sua fortuna di scrittrice, potrebbe trasformarsi in una minaccia ben più pericolosa e letale di quanto avrebbe mai potuto immaginare.
Quello dello scrittore le cui storie divengono realtà è quasi un topos della letteratura e della cinematografia horror, sono infatti tantissimi gli esempi di trame almeno nelle premesse molto simili a quella di Marianne. Va detto però che la serie di Bodin si distanzia in corso d'opera dal già visto e già letto per sviluppare spunti originali ed interessanti: il ritorno a casa di Emma si trasforma infatti molto presto in un imprevedibile viaggio nel mondo oscuro popolato da demoni, streghe e creature spettrali dei suoi incubi. Gli elementi tratti da altri film del terrore sono tanti, soprattutto da quelli della serie di L'Evocazione - The Conjuring (in particolare il primo), ma in qualche modo vengono accostati tra loro e mixati a tal punto da creare qualcosa di nuovo e avvincente.
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Personaggi secondari che meriterebbero più attenzione
Passiamo ora alla nota dolente, ossia la caratterizzazione dei personaggi secondari. A differenza della protagonista, i comprimari non vengono approfonditi come meriterebbero e alle loro story line, che restano per lo più abbozzate e in certi casi inconcluse, non viene data la necessaria attenzione. Questo fa sì che, da una parte, lo spettatore si disinteressi al loro destino e che, dall'altra, il modo che ha Emma di interagire con loro molto spesso risulti poco credibile.
Di situazioni inverosimili se ne creano abbastanza con il procedere della storia e, a volte, si ha addirittura l'impressione che le reazioni e il modo di agire dei personaggi siano volutamente sopra le righe, forse anche troppo, pure per un horror di questo genere.
La scelta più discutibile di tutta la serie risiede però, a nostro parere, in un particolare escamotage usato nel montaggio: molte scene vengono bruscamente tagliate con un'animazione di pagine sfogliate piuttosto kitsch, che rimanda al fatto che quanto accade è in parte stato scritto nei romanzi della protagonista. Le pagine di libro tornano purtroppo fin troppo spesso: all'inizio di ogni capitolo in cui la storia è divisa ma anche durante singole scene senza una ragione apparente, rompendo un po' il ritmo della narrazione.
Pronti per una seconda stagione?
Detto questo, Marianne riesce comunque a costruire atmosfere molto interessanti e, anche se a volte i jump scare sono piuttosto prevedibili, è in grado di creare situazioni genuinamente inquietanti (in primis tutto ciò che ruota attorno alla signora anziana posseduta dei primi episodi) anche se non propriamente spaventose. Come in molte serie di questo genere il finale resta volutamente aperto e, nel caso Netflix decidesse di procedere con una seconda stagione, saremmo senza dubbio curiosi di scoprire che nuove pieghe potrebbe prendere la storia di Emma e dei suoi amici (magari approfondendo tutto ciò che finora è stato lasciato in sospeso).
Conclusioni
Concludendo questa recensione di Marianne, la nuova serie horror francese, ribadiamo come quello di Netflix sia stato un esperimento in parte riuscito. La serie creata Samuel Bodin, seppur non priva di difetti, riesce infatti a catturare lo spettatore con una trama coinvolgente ed una protagonista dall’arco narrativo molto interessante.
Perché ci piace
- Una trama che, seppur basata su premesse non del tutto originali, si sviluppa in maniera interessante.
- Una protagonista molto ben caratterizzata.
- Le situazioni genuinamente inquietanti di cui è costellata.
Cosa non va
- Lo scarso approfondimento dei comprimari.
- Alcune scelte di montaggio piuttosto discutibili.
- Certe situazioni fin troppo sopra le righe anche per un horror.