Anche se ancora giovanissimo, Marco Rossetti a soli 25 anni ha già una carriera avviata in tutti i settori della recitazione: attivo a teatro fin dal 2003 e reduce dal recente impegno ne L'estasi dell'anima per la regia di Rinaldo Felli; alla vigilia di un nuovo impegno televisivo nella nuova serie di episodi di R.I.S. - Delitti imperfetti, dal 18 Marzo su Canale 5, nel ruolo del tenente Bartolomeo Dossena al servizio del capitano Lucia Brancato (Euridice Axen) nell'ambito della nuova ambientazione romana, dopo lo scioglimento della squadra di Parma al centro delle prime cinque stagioni; e nel giro di un paio di mesi sul grande schermo come co-protagonista in Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio di Isotta Toso accanto a Kasia Smutniak e Daniele Liotti, un film corale tratto dall'omonimo romanzo di Amara Lakhous che, partendo dalla piccola comunità multiculturale di uno stabile di Piazza Vittorio a Roma, e dall'ascensore al centro della narrazione, racconta quanto accade oggi nel nostro paese, non solo tra etnie diverse, ma anche tra differenti posizioni culturali, regionali, religiose o di classe.
Abbiamo chiesto a Marco Rossetti di raccontarci le diverse esperienze e le differenze tra esse, partendo dal più imminente dei suoi nuovi impegni: la partecipazione ad una serie di successo giunta alla sua sesta stagione, dal nuovo nome di R.I.S. Roma Delitti imperfetti che rappresenta un momento cruciale della sua evoluzione, dovuto al cambio nell'ambientazione e nei suoi personaggi principali.
Nella nuova stagione di R.I.S. entri a far parte del cast di una serie consolidata, ma ad un punto di svolta a causa del cambio di sede: quanto è stato difficile integrarsi nei meccanismi della produzione?
Parlaci un po' del tuo personaggio, il Tenente Bartolomeo Dossena: quali sono le sue caratteristiche, qual è la sua storia personale?
Il tenente Bartolomeo Dossena è un carabiniere tutto d'un pezzo, ligio alle regole. E' quello che all'inizio risulterà l'antipatico, crede di poter risolvere ogni caso da solo, non vuole l'aiuto di nessuno, e proprio per questo suo modo di essere si scontrerà più volte con il resto del gruppo, in special modo con Ghirelli (Fabio Troiano), e con Flavia Ayroldi (Jun Ichikawa). Sarà proprio il confronto-scontro con questi che lo farà ricredere e farà uscire il suo lato umano più vulnerabile e socievole.
Da Parma a Roma, cosa cambia in R.I.S. con i nuovi episodi? Conoscevi già la serie prima di entrare a far parte del cast?
Non guardo molto la televisione, ma mi sono fatto una cultura riguardo ai R.I.S., guardando le passate stagioni, che mi sono piaciute molto. Questa nuova stagione è forse più dinamica, ci sono molte azioni avvincenti e spero che il pubblico risponda in maniera positiva.
Hai lavorato molto a teatro ed ora approdi in televisione e nel prossimo futuro al cinema in 'Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio'. Che differenze trovi tra i tre ambiti professionali ed in quale ti trovi più a tuo agio?
Che ruolo interpreti nel film di Isotta Toso? Ci parli un po' di quell'esperienza e del tuo personaggio?
Nel film di Isotta Toso interpreto Lorenzo Manfredini, detto "Il gladiatore". E' un ragazzo anticonformista, che non segue le regole. E' l'opposto del Tenente Dossena, se vogliamo. Ha una situazione familiare difficile alle spalle. Rimarrà solo con il fratello Marco (Daniele Liotti) con il quale non ha un ottimo rapporto, ma anche il Gladiatore (come Dossena), dietro questo atteggiamento aggressivo e sempre pronto allo scontro, nasconde un animo sensibile: cerca solo qualcuno che lo comprenda e lo accetti per quello che è. E' stata un'esperienza indimenticabile perché la prima, e per ora l'unica, e poi perché ho avuto la fortuna di trovarmi circondato da attori eccezionali. Ringrazierò sempre Isotta per aver creduto in me e per avermi affidato un ruolo così bello e interessante.
Considerato che nell'ultimo periodo hai affrontato lavori in ambiti molto diversi - teatro, cinema, televisione - hai avuto difficoltà ad adattarti ai diversi contesti contemporaneamente, oppure no?
Non ho avuto difficoltà, anzi. Ogni esperienza fatta è un bagaglio che mi porterò dietro sempre e che mi sarà utile nel futuro.
Spesso si sente parlare di grandi difficoltà, per gli attori italiani, a imporsi. Quali sono gli ostacoli che rendono più difficile un lavoro come il tuo, al giorno d'oggi?
Quale sarà il prossimo passo della tua carriera? Stai già lavorando a qualcosa?
Io sono al terzo e ultimo anno del Centro Sperimentale di Cinematografia. Il mio obiettivo è quello di diplomarmi, poi è ovvio che se nel frattempo dovessero arrivare delle proposte, ben vengano. Farò delle scelte.