"Basta cambiare la parola 'devo' con 'posso'" è il consiglio prezioso che Marcello Fonte ha dato al pubblico del Biografilm 2018, travolto dalla simpatia e umiltà di questo artista dell'arrangiarsi, custode di un universo di emozioni e di una onestà popolare. In un festival come quello bolognese, dedito alla celebrazione della vita, non poteva essere presente un ospite più adatto che ha incantato il mondo con la sua favola di riscatto, da cui trarre insegnamento.
"L'arte è stata come una vocazione per me. Vengo dalla strada e ho sempre cercato di lottare in nome della gente semplice, delle persone che soffrono e dei lavoratori che si svegliano presto la mattina per rimboccarsi le maniche" ha detto l'attore reduce dalla 71° edizione del Festival di Cannes, dove ha vinto la Palma d'Oro per il ruolo da protagonista nel film Dogman di Matteo Garrone.
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Con Dogman Matteo Garrone mi ha salvato
"Molti mi hanno chiesto se avessi preparato un discorso per ritirare il premio a Cannes, ma non l'ho fatto. Non siamo tutti uguali, siamo tanti mondi che si incontrano e ho pensato che avesse più senso dire qualcosa in base a chi avevo davanti in quel momento" ha spiegato Fonte, aggiungendo alcune parole su come questo film fosse arrivato in un momento difficile della sua vita professionale. "Ero un po' demoralizzato e stavo pensando di tornare in Calabria, quando ho incontrato Matteo e ci siamo innamorati, lavorando insieme su questo progetto". L'amicizia che lo lega al regista "molto esigente, ma aperto alle idee degli altri" lo ha portato ad interpretare questo toeletatore di cani e padre affettuoso, tormentato dalla presenza di un amico violento e dedito al crimine (Edoardo Pesce) in una periferia indefinita. "Il mio personaggio è un padre, un capo di famiglia che difende quello che è suo. Non vuole che la propria dignità venga calpestata di fronte alla figlia e al quartiere in cui vive". Per interpretare questo ruolo Fonte ha passato molto tempo in compagnia di cani di ogni razza, anche se il suo partner principale è stato Jack. "Sono stato onesto con lui fin dall'inizio. Gli ho detto: Jack non ti affezionare, siamo professionisti e quando finisce il film ognuno per la sua strada. Invece ci siamo messi a piangere entrambi nel momento dell'addio" ha detto, condividendo il ricordo con ironica nostalgia. "Non ero mai stato al cinema in Calabria, fino alla proiezione di Dogman all'Europa. I giornali finalmente non hanno parlato di cronaca e di mafia, ma di cinema" ha aggiunto.
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Sotto il segno dell'occupazione
Il nome di Marcello Fonte è stato spesso associato al Teatro Valle o al Cinema Palazzo, realtà conflittuali del territorio romano che gli hanno insegnato molto sul mestiere dell'attore, e lo hanno impegnato socialmente. Classe 1978, è nato e cresciuto con una famiglia numerosa a Melito di Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, prima di trasferirsi a Roma negli anni '90. "Sono nato e cresciuto in una proprietà occupata. Mio padre ha costruito le baracche dove ho vissuto, vicino ad una discarica" ha raccontato con una tenera sincerità al pubblico presente al festival. Appena entrato nel cinema Jolly di Bologna dove era stata organizzata una Masterclass, ha stravolto la logistica troppo "ufficiale" dell'evento, eliminando sgabello e leggio, e richiamando vicino a sé gli studenti presenti, per condividere con loro la sua esperienza e rispondere alle domande curiose e spontanee. Senza inutili giri di parole ha detto: "Ragazzi dovete uscire e condividere voi stessi con il mondo, non serve a niente restare chiusi nella propria stanza evitando il confronto". Le sue parole semplici e dirette sottolineano una forza d'animo e una energia naturale che cattura l'attenzione e spinge a riflettere.
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Volevo fare il vigile del fuoco
"La vita mi ha insegnato a mettermi in gioco" e, dopo sei anni vissuti in una piccola cantina a Roma, Marcello Fonte ha provato ad avvicinarsi al cinema frequentando i set di nascosto, prima di essere coinvolto come comparsa. "Stavo bene in quella cantina con le mie foto appese al muro, senza un euro in tasca, ma il sogno sempre vivo di fare l'artista" ha raccontato. Impossibile non sorridere quando ha confessato: "Ho mangiato sempre con l'arte, infatti rubavo i cestini del pranzo sui set. Per i film di Ettore Scola c'erano frutta e affettati, mentre per Martin Scorsese un cibo più americano. Nascondevo qualcosa nel carretto di paglia per portarlo alle varie comparse per cui non era previsto il pasto durante le riprese". Fermandosi a riflettere sulle origini della sua passione per la recitazione ha raccontato che tutto ha avuto inizio dalla "prima cantinella", il legno sottile che si usa a teatro, anche se il suo sogno era fare il vigile del fuoco. "Non hanno mai accettato la mia domanda, così ho scelto il cinema perché posso interpretare anche il vigile del fuoco un giorno".
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Quando Daniel Day Lewis mi ha scattato una foto
In seguito al recente successo di Dogman ha cominciato a girare sul web una foto di Fonte al fianco di Leonardo DiCaprio sul set di Gangs of New York di Martin Scorsese. "Ho visto tante volte Titanic e sono un grande fan di DiCaprio. Lo vedevo lì sul set sempre disponibile e gentile con tutti, e un giorno questo tizio con i baffi si avvicina e ci scatta una foto" riferendosi a Daniel Day-Lewis che all'epoca non sapeva chi fosse. "Pensate che aveva fatto il macellaio per quattro mesi prima di girare quel film. Questo vuol dire lavorare bene e con passione secondo me" mentre lui era la comparsa Alec McCowen, anche se "Scorsese voleva anche farmi dire una battuta come venditore di giornali, ma avevo l'accento sbagliato per urlare "Newspaper! Newspaper!".
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Asino Vola al cinema
Sulla scia del successo meritato per Dogman, Marcello Fonte sarà al cinema a sttembre con Asino vola, il film che ha diretto e interpretato nel 2015 e che ora ha la possibilità di essere nuovamente distribuito. Un'opera autobiografica che racconta la storia di un bambino che parla con gli animali e sogna di suonare con la banda musicale del paese, anche se le possibilità economiche della sua famiglia non lo permettono. "La storia della mia vita e un progetto nato dalla passione di un gruppo di studenti del Centro Sperimentale" lo ha definito Fonte, intenzionato a "raccontare una storia vera come se fosse una favola" diventata poi realtà vista la sua avventura umana e professionale da Robin Hood delle comparse alla Palma d'Oro.