Lo zombie da sempre porta con sé un messaggio politico e sociale, in The End? L'inferno fuori, nelle sale italiane dal 14 agosto, è l'occasione per far riscoprire la propria umanità a una persona che ha fatto del disprezzo per gli altri la norma. Diretto da Daniele Misischia, con protagonista Alessandro Roja, interprete di Claudio, uomo d'affari che si ritrova a dover affrontare un'apocalisse zombie chiuso dentro un ascensore, il film è prodotto da Antonio e Marco Manetti, che, per una volta, hanno messo da parte il proprio ruolo di registi per aiutare un giovane collega.
Passare un po' di fortuna a qualcun altro era uno degli obiettivi dei Manetti Bros., come ci ha detto Marco a Roma, alla presentazione del film: "Abbiamo sempre pensato di farlo un giorno: è l'amore per il cinema che ci porta a voler fare di più, da regista puoi fare pochi film. Certo, rimaniamo sempre registi dentro, ogni tanto qualche difficoltà del produttore ci secca, ma è quasi una missione quella di portare al mondo il cinema che ci piace nel numero più grande possibile, anche se il nostro DNA è quello dei registi."
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I Manetti Bros. non sono estranei a un film così claustrofobico, avendo girato Piano 17, ambientato proprio in un ascensore: "È uno dei nostri primi film, una storia di tre persone bloccate in un ascensore, quindi in qualche modo abbiamo passato il testimone a Daniele che l'ha fatto diventare un'altra cosa. Per fortuna io non soffro di claustrofobia" ci ha detto Antonio, Marco invece sì e forse ne è attratto proprio per questo: "Anche se non è l'ascensore la cosa che mi fa più paura, ho una claustrofobia abbastanza spiccata e credo che un regista claustrofobo sia attratto dal racconto di storie claustrofobe, anzi forse sopravvaluto anche la forza di questa storia, perché per me fa molta paura e quando puoi fare paura sei felice, tanto non ti ci devi chiudere dentro tu, ci fai chiudere gli altri nell'ascensore."
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Riscoprire la propria umanità attraverso gli zombie
Quelli di Romero portavano con sé un forte messaggio politico, quelli di The Walking Dead sono forse più introspettivi, quelli di The End? L'inferno fuori che zombie sono?
Per Marco: "Secondo me un uomo che, per motivi di carriera, di storia personale, ha perso un po' di umanità, ha la grande occasione di ritrovarla affrontando il più disumano di tutti i nemici, che è lo zombie, un cattivo senza motivazioni, è una figura meccanica che permette a dei personaggi complessi di confrontarsi con se stessi."
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