Da pochi giorni è approdato nelle sale italiane Mamma mia! Ci risiamo: il sequel, realizzato a dieci anni di distanza, di uno dei titoli di maggior successo del nuovo millennio, Mamma mia!, trasposizione dell'omonimo musical teatrale costituito dalle più famose canzoni degli Abba, la famosissima popband svedese che fra il 1972 e il 1983 prese d'assalto le classifiche di tutto il mondo. Un secondo capitolo che all'estero ha già incassato trecentosettanta milioni di dollari, imponendosi tra i film più amati del 2018.
In Mamma mia! Ci risiamo ritroviamo i personaggi del film precedente, interpretati da Amanda Seyfried, Christine Baranski, Julie Walters, Pierce Brosnan, Colin Firth, Stellan Skarsgård e Dominic Cooper, in occasione dell'imminente riapertura dell'hotel di Donna Sheridan, il personaggio di Meryl Streep. E se la Streep qui si limita a una breve apparizione, gran parte del racconto, in compenso, è incentrata sulla giovinezza di Donna, che da ventenne ha il volto di Lily James: il suo viaggio dopo il diploma, le passioni estive, le delusioni d'amore e la decisione di stabilirsi in Grecia. Oltre alla James, vera protagonista del sequel, fra le new entry del cast ci sono Jeremy Irvine, Andy Garcia e Cher.
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Da Mamma mia! ad A Star Is Born
E mentre Mamma mia! Ci risiamo sta facendo furore anche al botteghino italiano, risale a pochi giorni fa la presentazione, al Festival di Venezia, dell'altro, attesissimo musical del 2018: A Star Is Born, quarta versione di un classico già portato sullo schermo nel 1937, nel 1954 e nel 1976, dall'11 ottobre nei nostri cinema. Esordio alla regia di Bradley Cooper, A Star Is Born assume come modello di riferimento il film con Barbra Streisand e Kris Kristofferson, da cui riprende l'ambientazione nel mondo del pop/rock, per narrare la storia d'amore fra un cantante alcolizzato, Jackson Maine (Bradley Cooper), e un giovane talento in ascesa, Ally, primo ruolo da protagonista al cinema per la popstar Lady Gaga.
Due musical diversissimi, Mamma mia! e A Star Is Born, che tuttavia certificano la vitalità e la popolarità di un genere che, fino a vent'anni fa, era dato per morto, ma che dall'inizio degli anni Duemila ha conosciuto un'inaspettata 'resurrezione'. Proviamo dunque a ricostruire, di seguito, la parabola del genere musicale a Hollywood nel corso del nuovo millennio e i titoli che, pur afferendo a categorie differenti, hanno contribuito alla ripresa e all'evoluzione del musical in epoca contemporanea.
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Una rinascita da Oscar: Moulin Rouge! e Chicago
È il 2001 l'anno dell'improvvisa rinascita del musical, un genere che nei due decenni precedenti era sparito quasi del tutto dai radar hollywoodiani: una rinascita da attribuire al regista australiano Baz Luhrmann e al suo Moulin Rouge!, rutilante storia d'amore ispirata a La signora delle camelie di Alexandre Dumas e ambientata nella Parigi del 1900, con protagonisti Nicole Kidman ed Ewan McGregor e una soundtrack che rivisita decine di canzoni pop delle più varie epoche. Nello stesso periodo in cui Moulin Rouge! entusiasma le platee mondiali, passa invece semi-inosservato Hedwig - La diva con qualcosa in più, musical su una rockstar transgender, diretto e interpretato da John Cameron Mitchell.
Nel 2002 invece Chicago, trasposizione del musical teatrale di Bob Fosse e Fred Ebb, per la regia di Rob Marshall, è uno degli eventi cinematografici dell'anno: storia di ambizione e di delitti nella cornice degli anni Venti, la fastosa pellicola interpretata da Renée Zellweger, Richard Gere e Catherine Zeta-Jones si rivela un fenomeno da oltre trecento milioni di dollari al box office mondiale. Chicago si aggiudicherà inoltre sei premi Oscar, tra cui la statuetta come miglior film, diventando il primo musical a prevalere in questa categoria dopo ben trentaquattro anni.
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Da Broadway a Hollywood: da Il fantasma dell'Opera a Les Misérables
Con qualche anno di ritardo rispetto al boom di Chicago, gli studios hollywoodiani decidono di puntare sempre più spesso su una formula analoga: nuovi adattamenti per il grande schermo dei più celebri titoli di Broadway. Nel 2004 ci prova Joel Schumacher con uno dei classici di Andrew Lloyd Webber, Il fantasma dell'Opera, mentre nel 2006 raccoglierà ben più consenso, in termini di critica e di premi, Dreamgirls di Bill Condon, musical ispirato alla parabola professionale delle Supremes, con Beyoncé Knowles, Jamie Foxx e l'esordiente da Oscar Jennifer Hudson. Nel 2007 è la volta del più vivace e farsesco Hairspray che, dominato da un John Travolta en travesti, taglia il traguardo dei duecento milioni di dollari d'incasso, mentre nello stesso anno Johnny Depp si trasforma in un barbiere assassino in cerca di vendetta nel tenebroso Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street, firmato da Tim Burton a partire dal musical cult di Stephen Sondheim.
In compenso, nello stesso periodo si registrano i pesantissimi fiaschi, perlomeno a livello commerciale, di titoli quali Rent, The Producers, che tenta invano di replicare l'enorme successo teatrale del musical di Mel Brooks (basato a sua volta sull'omonimo film di Brooks del 1968), e Nine di Rob Marshall, con Daniel Day-Lewis, dal musical di Arthur Kopit ispirato a 8½ di Federico Fellini. Sarà invece un trionfo, nel 2012, l'imponente Les Misérables di Tom Hooper, rivisitazione in chiave musicale (sempre passando per Broadway) de I miserabili di Victor Hugo, con Hugh Jackman, Russell Crowe e Anne Hathaway: quasi quattrocentocinquanta milioni incassati a livello mondiale e una valanga di riconoscimenti, inclusi tre premi Oscar. Nel 2014 tocca quindi ad Annie, seconda versione del musical sull'orfanella di Harlem, con la piccola Quvenzhané Wallis.
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Dai Beatles agli Abba: i jukebox musical
Più ristretta è la categoria dei cosiddetti jukebox musical, ovvero quegli spettacoli che non vantano una colonna sonora del tutto originale, ma utilizzano canzoni già esistenti: un sottogenere in cui rientra anche il già citato Moulin Rouge!, e che negli scorsi anni ha visto nascere alcuni titoli di notevole interesse. Nel 2007 Julie Taymor dirige Across the Universe, in cui l'ambientazione anni Sessanta si sposa con le canzoni più celebri dei Beatles: il film, pur raccogliendo nel tempo un certo numero di appassionati, alla sua uscita si dimostrerà un cocente fiasco. Tutt'altra sorte è quella destinata, appena un anno dopo, a Mamma mia!, basato sul jukebox musical teatrale interamente composto da brani degli Abba: film dai toni romantici e spensierati, capitanato da una strepitosa Meryl Streep, Mamma mia! è un autentico fenomeno di massa, con incassi record di oltre seicento milioni di dollari.
Sempre da Broadway, nel 2012 approda sullo schermo Rock of Ages, con Tom Cruise, che rende omaggio al pop/rock degli anni Ottanta, ma la risposta del pubblico è piuttosto fredda; andrà meglio, nello stesso anno, a Pitch Perfect, primo capitolo (distribuito in Italia come Voices) di una trilogia incentrata sul personaggio di Anna Kendrick.
Nel 2014, infine, è addirittura il leggendario Clint Eastwood a cimentarsi con un jukebox musical con Jersey Boys, che ricostruisce la carriera dei Four Seasons fra gli anni Cinquanta e Sessanta.
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C'era una volta: i musical targati Disney
Se un gran numero di classici d'animazione Disney costituiscono, a loro modo, dei film musicali, nell'ultimo decennio la "casa di Topolino" ha puntato più volte anche su pellicole live-action in cui una dimensione tipicamente fiabesca è amalgamata con una struttura narrativa da musical vero e proprio. Il primo esperimento in tale direzione risale al 2007: Come d'incanto, commedia romantica in cui una deliziosa Amy Adams presta il volto a una dolce principessa delle fiabe catapultata nella New York dei giorni nostri. Con una serie di canzoni firmate dal grande compositore Alan Menken (ben tre delle quali saranno candidate all'Oscar), Come d'incanto si trasformerà in un campione d'incassi da quasi trecentocinquanta milioni di dollari. Ancora Amy Adams è il "volto umano", nel 2011, della commedia I Muppet, con canzoni originali composte da Ben McKenzie e un sequel uscito nel 2014.
Sempre nel 2014, la Disney decide di distribuire nelle sale un altro musical live-action: Into the Woods, libera rivisitazione dei classici delle fiabe, già portata in scena con successo a teatro con le musiche di Stephen Sondheim; il film, diretto dallo specialista Rob Marshall, vanta nel cast Emily Blunt, Anna Kendrick e una strega impersonata nientemeno che da Meryl Streep, e registrerà in totale oltre duecento milioni di dollari. Quasi nulla, però, in confronto ai numeri da record de La bella e la bestia, diretto nel 2017 da Bill Condon, con Emma Watson nel ruolo principale e il 'solito' Alan Menken a occuparsi della colonna sonora: più di un miliardo e duecento milioni di dollari, tanto da farne uno dei massimi campioni d'incassi di sempre. E la Disney è pronta a rilanciare, il prossimo Natale, con Il ritorno di Mary Poppins, che vedrà Emily Blunt ereditare l'iconico personaggio interpretato nel 1965 da Julie Andrews.
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Non solo La La Land: i nuovi musical originali
Oltre alle categorie già illustrate, ce n'è infine una che, in epoca contemporanea, non può contare purtroppo un ampio numero di titoli, ma che nel decennio in corso sta conoscendo una progressiva ripresa, con film dal successo sempre crescente: quella dei musical nati apposta per il cinema e dotati di canzoni originali. A questo filone appartiene Burlesque, interpretato nel 2010 da una coppia di popstar quali Christina Aguilera (al suo esordio da attrice) e Cher, che riscuote un buon riscontro commerciale sia per il film in sé, sia per il disco della soundtrack. Nel 2016 arriva invece dall'Irlanda Sing Street di John Carney, piccolo e delizioso coming of age musicale ambientato nella Dublino del 2015, con brani originali uniti a storiche hit dell'epoca.
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Il 2016, però, è soprattutto l'anno di La La Land, il travolgente, malinconico, romanticissimo capolavoro di Damien Chazelle, che rende omaggio sia alla Hollywood classica, sia al cinema di Jacques Demy attraverso la storia di due giovani alla ricerca della propria strada nella "città delle stelle". Grazie alla superba messa in scena di Chazelle, alle coinvolgenti performance di Ryan Gosling e di una Emma Stone da Oscar e alle splendide canzoni del duo Pasek and Paul, La La Land incanta la critica e il pubblico (quattrocentocinquanta milioni di dollari incassati al box office mondiale) e fa incetta di riconoscimenti, compresi sette Golden Globe e sei premi Oscar. E sono ancora Pasek and Paul a firmare i brani del musical che, meno di un anno fa, ha entusiasmato le platee internazionali (un po' meno la critica), con incassi globali pari a quelli di La La Land: The Greatest Showman, con Hugh Jackman mattatore assoluto nei panni del noto impresario circense P.T. Barnum. L'ennesima conferma, in ogni caso, che il genere musicale non solo gode di ottima salute, ma sulla scia di La La Land può farci sperare davvero in altre, magnifiche sorprese da qui ai prossimi anni...
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