Maggie Smith: Harry Potter, Downton Abbey e il ricordo di un'attrice divenuta la nostra "zia"

Due Premi Oscar, titoli come Godsford Park e una carriera incredibile: a quasi 90 anni ci lascia Maggie Smith, un mostro sacro della recitazione inglese. Il nostro ricordo (sentimentale). Harry Potter, Downton Abbey e il ricordo di un'attrice divenuta la nostra "zia"

Maggie Smith in Downton Abbey.

In alto le bacchette. Chissà se tutti i potteriani lo faranno, per un minuto di silenzio, una volta venuti a sapere della morte di Maggie Smith, alias Minerva McGranitt negli otto film della saga dedicata al maghetto più famoso del mondo. Spesso capita che i grandi interpreti dell'audiovisivo che ci lasciano, vengano ricordati per i ruoli più pop e più freschi nella memoria, piuttosto che per i personaggi che hanno fatto la storia del cinema classico e li hanno portati sull'Olimpo dei grandi.

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L'ultimo ruolo dell'attrice è in The Miracle Club

Succederà sicuramente anche per la cara Maggie, ma forse i cinefili più accaniti non si rendono conto che una cosa non esclude l'altra, anzi arricchisce il suo bagaglio dimostrando quanto sia stata importante per così tante generazioni, letteralmente fino alla fine della sua vita.

(Non solo) Harry Potter e Downton Abbey

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California Suite: Maggie Smith nel ruolo di Diana Barrie

Già solo l'elenco di premi nella carriera di Maggie Smith fa capire quanto sia stata molto di più che Minerva McGranitt e la Contessa di Grantham. Due Premi Oscar - nel 1970 come Miglior Attrice per La strana voglia di Jean, e nove anni dopo come Miglior Attrice Non Protagonista per California Suite - tre Golden Globes, cinque BAFTA, cinque Screen Actors Guild, quattro Emmy e un Tony per il suo lungo impegno in ambito teatrale.

Kelly Macdonald e Maggie Smith in una scena di Gosford Park
Kelly Macdonald e Maggie Smith in una scena di Gosford Park

Davvero immensa è la sua filmografia che spazia tra generi e ruoli anche diametralmente opposti: per citarne solamente alcuni, l'adattamento di Otello nel '65, In viaggio con la zia nel '72, Camera con vista nell'86, per poi trasformarsi in un'anziana Wendy che non ha mai smesso di credere in Hook - Capitan Uncino nel '91, l'anno dopo l'intransigente Madre Superiora in Sister Act - una svitata in abito da suora e otto anni dopo in Lady Hester Random nel film di Zeffirelli Un tè con Mussolini. Ancora quel gioiellino che è Gosford Park all'alba del Nuovo Millennio, scritto da Julian Fellowes, colui che diverrà il creatore di Downton Abbey e che la riporterà in auge dopo la saga di Harry Potter.

(Dopo) Gosford Park, arriva Lady Violet

Riflettiamoci un attimo: il fatto che un'interprete sia stata talmente immensa da accompagnare non solamente una generazione con un ruolo iconico, ma farlo con tante, fino ai giorni nostri partendo dagli anni '50, non è forse testimonianza proprio di questa sua grandezza? Noi vogliamo credere di sì e quindi non ci indigniamo per l'associazione da parte del pubblico ad un determinato ruolo, se può aver rappresentato così tanto per uno spettatore. Di qualsiasi età ed estrazione sociale sia, dato che lo sappiamo bene i personaggi del cinema e della tv spesso diventano la nostra seconda famiglia, i nostri nuovi amici, e quindi tutto il mondo si abbraccia per stringersi insieme in un lutto a modo proprio. Lei, che sembrava vecchia da sempre, non poteva che diventare un'ex professoressa a cui si ripensa con trasporto per gli insegnamenti che andavano oltre gli incant... ops, i compiti e le interrogazioni.

La grande Maggie Smith è Minerva McGranitt
La grande Maggie Smith è Minerva McGranitt

Inoltre la serialità - intesa sia a livello televisivo che cinematografico, come una serie di storie di personaggi - proprio perché dialoga con il proprio pubblico per lungo tempo, ha maggiore possibilità di rimanere ancorata nella memoria ed entrare nell'immaginario collettivo. È per questo che l'apparentemente severa Minerva McGranitt (o McGonagall che dir si voglia) e l'apparentemente granitica Lady Violet Crawley le portiamo ancora dietro con noi, e perché lo ha fatto lei stessa durante le interviste promozionali di Harry Potter e Downton Abbey. Si divertiva ad entrare ed uscire da quegli alter ego, con quel suo humour un po' cinico e pragmatico.

Maggie Smith, la nonna e la zia di tutti noi

"I don't argue, I explain". Questa una delle tante frasi sardoniche della Contessa Madre di Grantham, che sono diventate (ovviamente) meme e gif nel corso degli ultimi anni. Era inevitabile per le generazione social ma allo stesso tempo testimonia quanto ancora, nel terzo atto della sua lunga carriera, Maggie Smith sia riuscita a rendere indimenticabile un'aristocratica fermamente ancorata al vecchio sistema e che deve accettare suo malgrado il nuovo che avanza, qualcuno che quindi sulla carta sarebbe potuta essere insopportabile. La zia che sembra ti giudichi alle riunioni di famiglia ma che, sotto sotto, ti sta dando delle importanti lezioni di vita.

Downton Abbey Ii Una Nuova Era 33
Smith insieme alla 'partner in crime' sul set e in scena

Snob eppure irresistibile, lapidaria eppure dal cuore d'oro, non possiamo non applaudirla ed inchinarci a lei per aver saputo in più di un'occasione prendere le parole dei propri sceneggiatori e le indicazioni dei propri registi e andare oltre il farle proprie, facendo vivere e respirare personaggi divenuti zie e nonne, che i bambini di oggi ricorderanno quando saranno adulti. Scusate se è poco. È riuscita ad andare oltre quello che disse l'interprete di Hagrid durante la reunion della saga: "Io morirò ma Hagrid continuerà a vivere". Lei ha addirittura superato i propri personaggi in un certo senso.

Downton Abbey Maggie Smith Michelle Dockery Scena Film Cinema
La scena più emozionante del primo film di Downton Abbey

Vogliamo ricordarla così, allora: non con la morte di Lady Violet nel secondo film di Downton Abbey, quando era a letto circondata da parenti e amici stretti, ma simbolicamente come 'Zia' Maggie, che si è spenta serenamente nella propria abitazione. Bensì col suo annuncio di uscita di scena in Downton Abbey - Il Film, in quello struggente ed agrodolce colloquio a porte chiuse con la Lady Mary di Michelle Dockery in cui le ricorda l'importanza dell'eredità familiare e del dover portare avanti un certo tipo di figura e di status. Proprio come proveremo a fare noi con 'Nonna' Maggie ora che ci ha lasciato.