Lo diciamo subito all'inizio della recensione di Made for Love 2, dal 28 agosto tutta disponibile su Sky Serie e NOW. La seconda stagione della comedy con Cristin Milioti è anche l'ultima, causa cancellazione da parte di HBO Max per la joint venture di WarnerMedia e Discovery, Inc. che darà vita alla piattaforma streaming Warner Bros. Discovery il prossimo anno. Cancellazione forse causata anche dalla perdita di mordente dello show, che però non smette di snocciolare qualche gradita sorpresa.
Made for Love 2: Ritorno all'HUB
La seconda stagione di Made for Love riprende da dove avevamo lasciato gli eventi alla fine del ciclo inaugurale: Hazel (Cristin Milioti) ha accettato di tornare all'HUB con il marito maniaco del controllo Byron Gogol (Billy Magnussen) per fare in modo che il padre (Ray Romano) venga curato dal cancro, senza che quest'ultimo sappia nulla. Un escamotage che sa di già visto, come un po' varie dinamiche in questa seconda stagione. La serie vuole far riflettere il pubblico attraverso l'evoluzione - o forse dovremmo dire involuzione - del rapporto tra Hazel e Byron, sintomo di abuso emotivo inflitto per anni e che ora vorrebbe redimersi, sempre attraverso l'uso del dark humor. Ma è davvero possibile redimersi in questo caso? Byron, con non poche difficoltà data la propria natura votata al controllo e all'asocialità, tenta di ricostruire dalle basi e dall'inizio un rapporto con la moglie, togliendole il fantomatico chip dalla mente, coinvolgendola in tutte le attività dell'HUB e non tenendole più segreto nulla alla Gogol (ma parallelamente trama qualcosa di altrettanto sbagliato). Hazel dal canto proprio cerca di non far scoprire al padre l'inganno in modo che possa guarire senza saperlo dal tumore, per poi poter lasciare Byron una volta per tutte; mette così in atto una divertente commedia degli equivoci, quasi ad omaggiare l'esperienza di Romano nelle sitcom.
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Fatto per amore
Il titolo Made for Love viene potenziato al massimo in questi nuovi otto episodi che mostrano come un rapporto che nasce tossico è difficile che possa diventare altro. Ci sarà sempre un abuso di potere e uno sbilanciamento emotivo all'interno della coppia. Parallelamente c'è un altro tipo di "evoluzione/involuzione" che viene mostrata allo spettatore: quella delle "coscienze" dei due protagonisti in una realtà parallela, escamotage che ricorda ancora una volta Black Mirror, come già aveva fatto in passato la serie Ispirata dall'omonimo romanzo di Alissa Nutting, che ha contribuito all'adattamento televisivo a cura di Patrick Somerville. Non si parla solo di emancipazione intellettuale ed emotiva nello show - nei momenti in cui serve al suo scopo Hazel interpreta la moglie trofeo che Byron vorrebbe, facendo la sciocca - ma anche ciò che si è disposti a fare per amore, in senso buono ma anche in maniera fortemente negativa. Cosa fa Byron per avere Hazel, e Hazel per salvare il padre. La storyline di quest'ultimo sembra passare un po' in secondo piano, nonostante il cancro, così come il suo rapporto con la bambola Diane, relegato quasi a macchietta.
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Il triangolo no, non l'avevo considerato
Parallelamente l'FBI vuole indagare su Gogol e sbugiardare pubblicamente Byron (per via alcune persone scomparse e forse finite nell'HUB) ma per farlo ha bisogno di qualcuno all'interno. L'agenzia governativa decide così di mandare sotto copertura un agente, Jasper (Sarunas J. Jackson), protagonista di un appuntamento non concluso proprio con Hazel, che aveva colpito la ragazza nella prima stagione. Un legale che i due ritroveranno nell'HUB, in segreto, finendo per rendere ancora più complesso il rapporto con Byron. Del resto dev'essere liberatorio provare qualcosa di vero e non programmato/studiato a tavolino per qualcuno dopo dieci anni, potendosi finalmente lasciar andare. Hazel deve trovare un proprio percorso per se stessa e nella sua confusione viaggiamo anche noi spettatori. Dettaglio non trascurabile, Jasper è l'unico a riuscire a comunicare con il delfino Zelda, una femmina, per una serie che parla di incomunicabilità in una società futuristica non troppo lontana dalla nostra, in cui dovremmo invece essere iper connessi e quindi iper comunicanti. Un bello spunto di riflessione, anche se non sempre lo show riesce a lasciare il segno.
Conclusioni
Concludiamo la recensione di Made for Love 2 dispiaciuti che la serie abbia perso mordente riproponendo alcune dinamiche ripetitive e ridondanti, ma anche sollevati che in parte abbia saputo raccontare qualcosa di nuovo, come l’incomunicabilità della società odierna dopo l’abuso emotivo, anche attraverso alcuni escamotage come il triangolo amoroso che prova a rimescolare le carte in tavola.
Perché ci piace
- Cristin Milioti e Billy Magnussen si confermano ottimi interpreti, accanto alla sorpresa Sarunas J. Jackson.
- L’evoluzione e l’approfondimento delle tematiche del racconto.
- Alcuni escamotage come il triangolo amoroso…
Cosa non va
- …a volte poco efficaci e ridondanti.
- Alcune storyline minori sono deboli e sembrano essere diventate un riempitivo.