If that's all there is my friends, then let's keep dancing / Let's break out the booze and have a ball, if that's all there is
Is That All There Is? Una nota di amaro disincanto risuona nella voce di Peggy Lee, intenta a domandarsi "È tutto qui?", mentre sullo schermo scorrono i titoli di coda di Severance. La stessa domanda che torna a proporsi, implacabile, alla mente di Donald Draper, ancora una volta alle prese con fantasmi metaforici e 'reali': lo avevamo lasciato nel maggio dell'anno passato, nell'episodio Waterloo, subito dopo il congedo dal suo anziano socio Bert Cooper (Robert Morse), il quale si esibiva in un numero musicale sul brano The Best Things in Life Are Free, e lo ritroviamo, un anno più tardi, di fronte ad un altro spettro.
E un anno, in effetti, è il tempo trascorso anche per Donald Draper e gli altri personaggi di Mad Men. Se la prima parte della settima stagione era culminata in un momento cruciale per la storia dell'umanità, l'allunaggio dell'Apollo 11 il 20 luglio 1969, a partire da Severance gli anni Sessanta sono ormai conclusi: eccoci catapultati all'alba dei Seventies (in una scena compare l'allora Presidente Richard Nixon, in un discorso pronunciato alla TV il 30 aprile 1970), un'epoca è appena tramontata e l'America si sta tuffando in un nuovo decennio...
"This is all there is": il fantasma di Rachel
Mad Men si è sempre distinta, fin dagli esordi, come una serie basata su un rigoroso realismo, sia nella costruzione narrativa (ben lontana dai coup de théâtre a raffica tipici di tanta serialità televisiva), sia nella descrizione delle sfumature psicologiche dei vari personaggi. Tuttavia, il capolavoro a puntate creato nel 2007 da Matthew Weiner ha riservato anche uno spazio non indifferente alla dimensione dell'onirico, dell'immaginazione, del ricordo... un "mondo sognato" che in più di un'occasione arriva a cozzare duramente con la "vita reale". In tal senso, abbiamo avuto esempi emblematici in ogni stagione della serie, a sottolineare l'insanabile scissione del protagonista Don Draper, interpretato dal magnetico Jon Hamm: i flashback legati al suo passato, inclusa la sua precedente esistenza come Richard Whitman, ma non solo. In Sconosciuti alla porta, quarto episodio della quinta stagione, un Don febbricitante, dopo aver trascorso una notte di passione adulterina con la sua ex fiamma Andrea Rhodes, la uccideva selvaggiamente, strangolandola: una delle sequenze più scioccanti di Mad Men, frutto però solo della fantasia di un Don in preda al delirio.
E pure l'ultimo atto della parabola di Donald Draper ci si prospetta attraversato da allucinazioni e popolato da fantasmi: nel caso di Severance si tratta di un'altra ex amante di Don, Rachel Menken (Maggie Siff). Comparsa per la prima volta nell'episodio epilota di Mad Men, Fumo negli occhi, Rachel era l'affascinante capo dipartimento di un grande magazzino di New York che, dopo un meeting d'affari piuttosto turbolento alla Sterling Cooper, superava la diffidenza di Don, iniziando con lui una conversazione, assai più personale, sulla solitudine come aspetto prominente e ineludibile della condizione umana. In seguito, nell'episodio Il lungo week-end, dopo l'infarto che aveva rischiato di uccidere Roger Sterling (John Slattery), Don, profondamente turbato, si recava a casa di Rachel e faceva l'amore con lei. In quell'occasione, mentre baciava la donna quasi come un antidoto all'inquietudine che gli scuoteva l'animo, Don aveva pronunciato le seguenti parole: "This is it. This is all there is". È tutto qui. La stessa frase riproposta ora, un decennio più tardi, ma rovesciata in forma interrogativa nella canzone di Peggy Lee... Is that all there is?
Don Draper e le "vite mai vissute"
Don Draper, donnaiolo per vocazione, nel corso della serie ha avuto due mogli ed un numero incalcolabile di amanti, ma il suo legame con Rachel si è distinto dai semplici flirt e dalle relazioni passeggere: fra i due esisteva una connessione assolutamente speciale, tale da spingere Don, durante la loro prima notte insieme, a rivelarle alcuni segreti sul suo passato (la madre prostituta, morta durante il parto, e il padre alcolizzato), o a proporle, verso la fine della prima stagione, di fuggire insieme a Los Angeles per ricominciare una nuova esistenza, una proposta che Rachel aveva respinto accusandolo di essere un codardo. L'ultimo incontro fra Don e Rachel, dopo la loro rottura, era avvenuto ne La nuova ragazza, quinto episodio della seconda stagione: un incontro casuale, durante il quale Don apprendeva che Rachel si era sposata. E adesso, all'improvviso, la donna si materializza nell'ufficio di Don, nel bel mezzo di un casting per scegliere una nuova modella per la pubblicità di una pelliccia: una presenza misteriosa, ineffabile... fantasmatica, per l'appunto. Don, richiamato di colpo verso un passato ormai lontanissimo, il giorno dopo tenta di contattare la 'vera' Rachel, salvo scoprire che la sua ex amante è deceduta la settimana prima, a causa della leucemia da cui era affetta.
La morte, dunque, come epifania in grado di sollevare ulteriori dubbi sul (non) senso della vita, sull'illusorietà dei punti di riferimento per chi, come Don, sembra incapace di raggiungere quell'agognata stabilità che neppure il suo matrimonio con Megan Calvet (Jessica Paré) ha potuto dargli. Nell'animo di Don, il peso per il fallimento del ménage con Megan si intreccia con i rimpianti per le scelte non prese, per le "vite mai vissute". In una sequenza di Severance Ken Cosgrove (Aaron Staton), che vagheggiava l'idea di dare le dimissioni per dedicarsi a tempo pieno alla sua vocazione letteraria, si confida con Don, subito dopo essere stato licenziato dall'agenzia: "Riesci a crederci? Questa non è una coincidenza... è un segno!". "Di cosa?", gli domanda Don. "Della vita non vissuta". La libertà di Don, ormai svincolato dagli obblighi di un matrimonio andato in fumo e ancora più ricco grazie alla fusione con la McCann-Eriickson, si accompagna ad un carico di angoscia a tratti insostenibile. Quell'angoscia che, in questo nuovo episodio, spingerà Don fra le braccia di Diana (Elizabeth Reaser), la cameriera di un bar, erroneamente convinto di aver già conosciuto quella donna; ma si tratta dell'unico 'abbaglio' nella mente di Don? Diana, dopo aver prestato ascolto ai suoi turbamenti, domanda a Don se sia davvero sicuro di aver sognato Rachel prima di apprendere la notizia della sua morte, poiché, come spiega lei stessa, "quando muore qualcuno tutto diventa confuso... vorresti trarne un senso, ma non è possibile".
American Woman: Peggy e Joan
Oltre a Don Draper e Ken Cosgrove, Severance riprende in mano anche le storyline relative alle due incontrastate 'primedonne' di Mad Men, Peggy Olson (Elisabeth Moss) e Joan Holloway (Christina Hendricks). Peggy, per la quale le ambizioni professionali hanno rappresentato la massima priorità, spesso a scapito della sua vita privata, accetta un "appuntamento al buio" con Stevie Wollcott (Devon Gummersall), il cognato del suo collega John Mathis (Trevor Einhorn). La loro cena rivela ben presto il feeling e la reciproca attrazione fra i due, e in un impulso di euforia e di romanticismo Peggy, pur rifiutandosi di trascorrere la notte con Stevie, accetta di partire insieme a lui per un viaggio a Parigi. Il mattino seguente, tuttavia, la natura più razionale e cinica della donna pare aver ripreso il sopravvento, e quando i suoi colleghi le chiedono notizie dell'appuntamento Peggy attribuisce il proprio entusiasmo alle dosi eccessive di vino. Se in campo lavorativo Peggy è a tutti gli effetti una giovane donna pienamente affermata e soddisfatta, i sentimenti continuano a rappresentare una sorta di "campo minato" in cui la nostra eroina preferisce avventurarsi con la massima prudenza e ben poche aspettative.
Un'altra scalata professionale (benché meno lineare e 'limpida') è quella compiuta da Joan Holloway, che si è conquistata con strenua determinazione un posto di potere accanto ai suoi colleghi maschi, ma ciò nonostante continua a subire atteggiamenti offensivi e discriminatori. Nel suo affresco dell'America degli anni Sessanta, Mad Men ha dipinto una società apparentemente progressista, ma ancora innervata da razzismo, omofobia e sessismo; quello stesso sessismo che, nel bel mezzo di una riunione di lavoro per la campagna per una marca di collant, costringe Joan a subire le sgradevoli allusioni e le battute a sfondo sessuale da parte degli uomini seduti allo stesso tavolo con lei e Peggy. Alla freddezza della reazione di Joan farà seguito, pochi minuti dopo, un risentimento che arriverà a colpire perfino Peggy. Da direttrice del personale, autoritaria e pragmatica ma anche dolce e protettiva, nella prima stagione della serie, Joan ha vissuto un'evoluzione che l'ha portata a sperimentare trionfi e frustrazioni, gioie e fallimenti, mostrando al pubblico come il suo personaggio sia lontanissimo dallo stereotipo della "procace segretaria sexy" all'interno di un ufficio gremito da playboy o aspiranti tali; neppure Joan, però, ha ancora ottenuto una piena sicurezza rispetto a se stessa.
Verso la fine dell'episodio, mentre è impegnata a fare acquisti in una boutique in cui, in passato, aveva avuto un fugace impiego, Joan viene riconosciuta dalla commessa, che la invita ad usufruire dello sconto per gli ex dipendenti; ma con una nota di sprezzante classismo, Joan nega recisamente di essere mai stata una commessa in quel negozio e rifiuta lo sconto. A dispetto dei traguardi raggiunti, quei traguardi che dieci anni prima sarebbero stati praticamente impensabili, sia Peggy che Joan hanno ancora difficoltà a vestire i rispettivi panni di "donne moderne" in una società sospesa fra le grandi aperture post-Sessantotto - anche e soprattutto nella mentalità e nei costumi - e le tendenze gerarchizzanti basate sulle canoniche contrapposizioni fra upper class e middle class, fra bianchi e neri, fra uomini e donne. E per l'ennesima volta, le loro sfide quotidiane ci inducono a pensare che in fondo, tra il 1960 e il 1970, o fra il 1970 e il 2015, l'America non sia cambiata poi così tanto, e che Mad Men rimanga essenzialmente uno specchio, lucidissimo e impietoso, capace di riflettere il mondo di ieri così come quello di oggi...