Se siete amanti del cinema di Quentin Tarantino, conoscerete senza dubbio il mitico Hattori Hanzo, grande maestro samurai e abile forgiatore di katane. Se poi siete appassionati e conoscitori del cinema orientali, saprete sicuramente che a interpretare il personaggio in Kill Bill è stato il mitico Sonny Chiba, tra i maestri d'arti marziali più noti nel panorama cinematografico tutto, scomparso purtroppo all'età di 82 anni per delle complicazioni di salute correlate al Covid-19.
Quello che forse non sapete è che Chiba ha avuto tre figli da due diversi matrimoni e che uno di loro si chiama Mackenyu Maeda, conosciuto però internazionalmente con il cognome di Arata. Figlio d'arte e fratello di artisti (la sorellastra Juri Manese e il fratello Maeda sono anch'essi attori), Mackenyu è uno dei nomi più caldi del momento, essendo stato scelto per vestire i panni di Seiya di Pegasus nella trasposizione live-action de I Cavalieri dello Zodiaco - in sala dal 26 al 28 giugno - e anche quelli di Roronoa Zoro nell'attesissimo adattamento seriale di One Piece, in arrivo su Netflix il prossimo 31 agosto. Data la sua recente rilevanza, proviamo a conoscere meglio vita e carriera dell'interprete e provare a capire virtù e debolezze del suo metodo attoriale.
Un piccolo genio
Pur avendo nazionalità giapponese, in realtà Mackenyu è nato e cresciuto negli Stati Uniti d'America, paese in cui è infatti naturalizzato. Cresce a Beverly Hills e già in età scolare dimostra una certa fascinazione per cinema e televisione, parlando inoltre fluentemente inglese e giapponese e potendo recitare sia in America che in Oriente. Comincia a recitare all'età di dieci anni in una piccola miniserie del 2005 e nel film giapponese Oyaji del 2007. Nella fase di passaggio tra medie e liceo, appare comunque in pochissime produzioni, preferendo completare con dedizione il suo percorso di studi fino al diploma. Crescendo sviluppa però molteplici passioni e interessi sia in ambito artistico che sportivo, tra cui l'equitazione, lo yabusame (tiro con l'arco a cavallo) e Kyokushin Karate, tipica arte marziale giapponese dallo stile full-contact elaborato sulla filosofia del costante auto-miglioramento, ricco di disciplina e durissimi allenamenti. Si qualifica addirittura terzo ai campionati nazionali americani delle middle school, dimostrandosi un ottimo talento marziale esattamente come il padre. Lo sport occupa un ruolo importante nella sua crescita: si interessa al polo acquatico, al wrestling e alla ginnastica mentre sviluppa contemporaneamente il suo amore per la musica tra pianoforte, sassofono e flauto.
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Neanche sedicenne, Mackenyu è l'emblema della costante ricerca di perfezionamento tipica del Giappone ma priva di costrizioni di carattere meramente sociale. A un passo dal diploma arriva l'epifania grazie a un film giapponese con protagonista il compianto Haruma Miura. Mackenyu è affascinato dal cinema orientale di arti marziali, capendo essere proprio quella la strada da percorrere, la carriera in cui gettarsi a capofitto con tutto se stesso, potendo mettere in pratica le sue innumerevoli abilità fisiche e migliorare quella interpretative. Comincia a partecipare a svariate produzioni giapponesi, iniziando da Take a Chance nel 2015 a fianco del padre e raggiungendo però la fama internazionale grazie alla saga cinematografica rom-com di stampo sportivo Chihayafuru, prima ed effettiva trasposizione di un manga di culto giapponese che lancia finalmente Mackenyu in quel mondo cinematografico a cui desiderava appartenere.
Questione di predilezione
Dal 2017, all'età di 21 anni, la sua carriera esplode e soprattutto in Giappone diventa una delle star cinematografiche più quotate e richieste, specie per quanto riguarda gli adattamenti live-action dei manga. In sei anni probabilmente nessuno è riuscito ad eguagliare le partecipazioni di Mackenyu a questo genere, da lui amato e prediletto per la richiesta fisica che comporta. Esegue infatti in prima persona i propri stunt e si allena duramente per rispettare il canone fisico del personaggio, anche se poi il cinema giapponese in questo senso non sempre riesce a fornire uno spettacolo visivo adeguato alla preparazione atletica degli interpreti scritturati, vuoi per l'ideale produttivo low cost, vuoi per delle trasposizioni narrative non sempre efficaci. Veste i panni di Okuyasu Nijimura nel JoJo's Bizzare Adventure: Diamnond is Unbreakable Chapter 1 di Takashi Miike, lavorando quindi con uno dei maggiori e più eclettici registi di culto giapponesi, e poi ancora recita in Peach Girl, in Pacific Rim: Uprising - prima esperienza importante nel cinema hollywoodiano - e diventa Sota nella versione live-action di Tokyo Ghoul S.
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Nel 2020 lo vediamo anche tra i protagonisti di Kaiji: Final Game e nel 2021 recita nell'acclamato adattamento cinematografico di Rurouni Kenshin nei panni di Yukishiro Enishi. L'anno successivo diventa Scar nelle nuove trasposizioni cinematografiche di Full Metal Alchemist, The Revenge of Scar e The Final Alchemy, guadagnandosi di diritto un posto nell'Olimpo degli interpreti più apprezzati e richiesti del genere. Data la sua carriera e la crescita esponenziale nel mondo del cinema, è ovviamente riuscito ad ottenere due ruoli tanto cardinali come quello di Seiya nei Cavalieri dello Zodiaco e di Zoro in One Piece, per altro entrambe produzioni giappo-americane che potrebbero in qualche modo cambiare il corso degli eventi di questi adattamenti nella percezione occidentale.