Una sfida, da affrontare in maniera non tradizionale. Basti pensare alla colonna sonora firmata dai Chemical Brothers. E non c'è dubbio che ci sia molto cinema, in quella che è una delle più grandi imprese seriali italiane. Al centro, l'invenzione di Mussolini (letteralmente), tra avanguardia e oscurità. La rappresentazione di cosa sia il fascismo, e di quanto sia - purtroppo - inestirpabile. Un progetto dalla prospettiva storica, che guarda all'internazionalità.
Ecco perché M. Il figlio del Secolo di Joe Wright - su Sky e NOW nel 2025 - tratto dal libro di Antonio Scurati, coglie la dimensione attuale (politica e sociale), attraverso il Mussolini uomo e il Mussolini politico, interpretato da uno stratosferico Luca Marinelli. "Il fascismo è la politicizzazione della mascolinità tossica. Per me era importante sottolineare il suo essere in qualche modo unico", spiega Wright, durante l'incontro stampa riservato organizzato in occasione della presentazione a Venezia 81.
Del resto, ovunque poggiamo lo sguardo vediamo il riemergere del "brand di maggior successo e più duraturo generato dall'Italia", dichiara lo sceneggiatore Stefano Bises, che ha firmato lo script insieme a Davide Serino. Ma a cosa è servito nascondere le ossa di Mussolini, se tutt'ora la sua idea vive ancora? Anche per questo, secondo scelta stilistica di Joe Wright, il personaggio guarda direttamente in macchina, parla allo spettatore, come se fosse il Frank Underwood di House of Cards. "Era un uomo che ingannava tutti. Compreso se stesso. Abbiamo fatto parlare direttamente in camera per fare capire al pubblico i suoi pensieri. Controllava i suoi pensieri. Poi, vediamo che alla fine perde lui stesso il controllo. Anche il libro fa riferimento ad uno sguardo prismatico", spiega il regista. "Il futurismo poi era fondamentale, per questo la musica era essenziale: doveva esserci vitalità e modernità".
Luca Marinelli: "Sono fortemente anti-fascista"
Niente macchiette, però, in M. Il figlio del Secolo. Niente ammiccamenti, né romanticismo. Bensì, un codice dalla doppia lettura, che appartiene a quella politica bieca capace di segnare una traiettoria che punta alla pancia del Paese. Dunque, la strizzata in camera di Marinelli alias Mussolini, diventa lo specchio di un'opera di altissimo valore sociale. Quel "Make Italy Grate Again", pronunciata dal Mussolini di Wright alla fine del quarto episodio (otto in totali), diventa il gancio per una serie dalla forte adiacenza, in cui la figura del Duce è l'aggettivazione più nera del pensiero nazionalista.
Per Luca Marinelli, infatti, "Usare certi aggettivi è pericoloso. Ovvero, trattare i pazzi come i pazzi li rende ancora più cattivi. Ma la sfumatura era essenzialmente per spiegare quanto Mussolini fosse stato uno di noi, purtroppo". Se non c'è edulcorazione, secondo l'attore, è stato però importante per lui sospendere la propria opinione personale verso la figura del dittatore: "Per fare questo lavoro bisogna sospendere il giudizio. Da anti-fascista sospendere questo giudizio è stata tra le cose più difficili della mia vita. Ma era fondamentale per avvicinarmi a questa persona".
Ranuccio Bianchi Bandinelli, il libro di Scurati e la Storia che torna
Se M. Il figlio del secolo non lascia spazio all'ambiguo (almeno per un pubblico strutturato), nonostante oggi il fascismo sia ancora accecante, "L'invenzione del populismo di estrema destra ruotava intorno a legittime preoccupazioni da parte della gente. Uno sfruttamento che però si poggiava sulla paura. In periodi difficili ci sono ancora persone che tendono a sfruttare i timori delle persone, e quindi si spostano verso destra", spiegano gli autori.
Luca Marinelli, poi, durante l'incontro di approfondimento, si sofferma su quanto sia importante tenere alta l'attenzione verso la conoscenza. "Non abbiamo fatto realmente i conti con il passato. La storia si ripresenta sempre. Ecco perché la scuola è fondamentale. Ci prepara ad essere uomini consapevoli". Sulla preparazione al ruolo, "Mi sono preparato tramite i video dell'istituto Luce, dove ho carpito alcuni aspetti violenti. E poi leggendo gli scritti di Ranuccio Bianchi Bandinelli, un archeologo antifascista che descriveva Mussolini per ciò che era". Per questo il pensiero dell'attore si sofferma su ciò che ha subito Scurati da parte della televisione di Stato, in occasione del 25 Aprile, "Trovo vergognoso ciò che è avvenuto ad Antonio Scurati. Anzi, rinnovo l'importanza di conoscere la Storia. Nulla va sottovalutato. C'è un nocciolo di pericolosità, e bisogna stare attenti".