Presentato nella sezione Berlinale Special Gala, L'ultima notte di Amore è il film di Andrea Di Stefano con Pierfrancesco Favino che racconta la storia di Franco Amore, poliziotto in procinto del pensionamento dopo 35 anni di servizio. Quello che molti non sanno però è che Franco ha un'attività segreta che svolge insieme ad un suo collega, un lavoro illegale che questa volta lo porta a fare affari con un gruppo di criminali che devono far arrivare in Italia un carico di diamanti. Durante la consegna però qualcosa va storto e l'uomo si troverà a fare delle scelte drastiche, drammatiche e dolorose, che potrebbero compromettere per sempre la sua vita e quella di chi ha intorno.
Un thriller cupo e angosciante, a tratti noir, girato interamente in pellicola che quindi punta ad essere anche un'esperienza visiva importante. Abbiamo partecipato alla conferenza di presentazione alla Berlinale 2023 dove regista e cast hanno raccontato qualcosa di più sulla realizzazione di questa particolare pellicola che qui si affaccia al mercato internazionale.
La genesi del film
Andrea Di Stefano ha aperto la conferenza raccontando di come abbia avuto l'idea per un personaggio così complesso come quello di Franco Amore: "L'idea è venuta in modo semplice: stavo studiando con un agente di polizia alcune carte processuali e lui mi disse che era sicuro che su quella scena del crimine ci fossero stati agenti che avevano partecipato a quella vicenda. Da lì mi è venuta l'idea. La cosa fondamentale per me era raccontare quest'uomo, un uomo che aveva l'ambizione di essere onesto, che non significa comunque 'essere onesti', ma che poi viene messo davanti ad un'altra realtà dalla vita. Lui deve fare una scelta, un compromesso morale che metterà la sua via in crisi. Io i film li immagino e poi quello che faccio sul set è provare a riportare quelle idee in vita. Fondamentale è il lavoro con gli attori, sono loro a far diventare una scena memorabile o meno."
Il regista ha poi continuato dicendo: "Volevamo raccontare una storia realistica del panorama criminale di Milano. Abbiamo lavorato con agenti della DIA che sono stati molto utili in questo. La loro descrizione del mondo criminale milanese del momento è questa: bande criminale di varia provenienza geografica che per fare soldi non esitano a instaurare rapporti sorprendenti."
L'importanza di perdersi nel ruolo
Pierfrancesco Favino, interprete del protagonista, ha parlato di cosa lo ha spinto ad accettare questo ruolo così come gli altri interpretati durante la sua carriera: "Avendo la fortuna di lavorare tanto, penso che il pubblico abbia diritto di avere alternative. Ho avuto l'opportunità di lavorare con grandi registi che mi hanno permesso di entrare in storie e ambienti diversi. Da spettatore amo vedere un attore perdersi nel ruolo che interpreta, mi interessa meno vedere l'ego di un attore che interpreta solo se stesso."
L'attore ha anche approfittato della situazione per leggere un comunicato a favore di un trattamento lavorativo più equo e giusto per i lavoratori del cinema, ponendo, come vi abbiamo comunicato nella nostra news, l'accento sulla responsabilità dei produttori: "Da attore è complicato andare oltre le barriere del proprio cinema, specialmente quando molti ruoli italiani vengono dati ad attori americani. Fa strano che la famiglia Gucci parli l'inglese del New Jersey e questo in parte è anche colpa dei produttori."