![Lufficiale E La Spia 2](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2019/08/10/lufficiale-e-la-spia_2_JPG_375x0_crop_q85.jpg)
È un progetto che risale ad almeno sette anni fa quello coltivato da Roman Polanski, rimandato più e più volte e portato infine a compimento, fino ad approdare in concorso alla Mostra di Venezia 2019. Con la recensione de L'ufficiale e la spia, titolo internazionale di J'accuse, ci troveremo pertanto ad analizzare un film in cui Polanski, cimentandosi con il genere del dramma storico, recupera alcuni fra i temi principali del proprio cinema, a partire dal conflitto fra gli ideali di un singolo individuo e l'oscuro sistema di potere da cui è sovrastato.
Si tratta di un meccanismo che, nel corso della sua carriera, il regista polacco ha declinato in chiave soprannaturale (Rosemary's Baby), poliziesca (Chinatown), storica (Il pianista) e politica (La morte e la fanciulla, L'uomo nell'ombra); nella maggior parte dei casi essenzialmente come veicolo di suspense, mentre ne L'ufficiale e la spia il registro adottato da Polanski è quanto più possibile asciutto e rigoroso, senza mai premere troppo sul pedale dell'enfasi, ma lasciando che a parlare siano gli eventi nella loro cruda verità.
Roman Polanski e l'affare Dreyfus
![Lufficiale E La Spia 3](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2019/08/10/lufficiale-e-la-spia_3_jpg_375x0_crop_q85.jpg)
Gli eventi, per la precisione, sono quelli legati a uno degli episodi più controversi nella storia giudiziaria francese ed europea: il cosiddetto affare Dreyfus, lo scandalo che fra il 1894 e il 1895 colpì l'ufficiale Alfred Dreyfus, accusato e in seguito condannato di alto tradimento, ma sulla base di prove estremamente labili. Nel film la caduta in disgrazia di Dreyfus, interpretato da Louis Garrel, è illustrata attraverso una serie di flashback e rievocata da uno dei suoi superiori, il colonnello Georges Picquart, impersonato da Jean Dujardin: sarà lui, dopo aver assistito alla tormentata vicenda di Dreyfus, a mettere in dubbio la veridicità delle accuse, colto dal sospetto che nell'esercito francese sia ancora presente un traditore.
![Ufficiale Spia Jean Dujardin](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2019/07/25/ufficiale-spia-jean-dujardin_jpg_960x0_crop_q85.jpg)
Nella sceneggiatura, scritta da Roman Polanski insieme a Robert Harris e modellata sul romanzo omonimo pubblicato da Harris nel 2013, è Georges Picquart il vero protagonista: l'ufficiale integerrimo che, a dispetto dei suoi pregiudizi antisemiti e dell'esito del precedente processo, decide di condurre un'indagine per stabilire la verità e riabilitare la reputazione di Dreyfus. L'opera, dunque, assume da subito la struttura della detection e dell'intrigo spionistico, ma la lucidità dello sguardo di Polanski mantiene sempre il racconto sui binari di un realismo quasi cronachistico.
Il thriller secondo Roman Polanski, tra incubi, ossessioni e uomini nell'ombra
Un atto d'accusa contro l'arroganza del potere
![Lufficiale E La Spia 1](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2019/08/10/lufficiale-e-la-spia_1_JPG_375x0_crop_q85.jpg)
Attorniato da altri volti noti del cinema francese quali Emmanuelle Seigner, Melvil Poupaud e, in un piccolo ruolo, Mathieu Amalric, Jean Dujardin incarna la solennità, la gravitas e il profondo senso di dignità del colonnello Picquart, determinato a far valere i principi della giustizia e dell'onore sui compromessi dettati dalla ragion di Stato. È la contrapposizione al centro del film di Roman Polanski: un film sull'arroganza del potere, sulla scelta del 'diverso' come perfetto capro espiatorio (l'affare Dreyfus costituì un'agghiacciante cartina di tornasole dell'antisemitismo in Francia) e sul valore - e il prezzo - della coerenza, in cui le derive autoritaristiche dell'Europa di fine Ottocento diventano lo specchio in cui rintracciare frammenti della nostra contemporaneità.
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Conclusioni
Dalla pubblica umiliazione di Alfred Dreyfus nell’incipit della pellicola alla sua tardiva riabilitazione, passando per il celeberrimo “J’accuse” scagliato dallo scrittore Emile Zola contro i vertici dell’esercito e del governo, il nuovo lavoro di Roman Polanski torna ad adoperare la Storia come affilato ed implacabile strumento di riflessione politica e sociale. E come si potrà dedurre dalla nostra recensione de L’ufficiale e la spia, il regista ottantaseienne non perde occasione per dimostrarsi, ancora oggi, uno degli autori più vitali e preziosi del cinema mondiale.
Perché ci piace
- La profondità e l’intelligenza con cui Roman Polanski mette in scena le varie fasi dell’affare Dreyfus e il suo peso nel contesto storico di riferimento.
- Uno stile narrativo dal taglio quasi cronachistico, che non si abbandona a facili spettacolarizzazioni.
- La densità tematica e la ricchezza di sfumature rintracciabili dietro i canoni del dramma storico.
Cosa non va
- Un rigore che, in alcuni momenti del film, potrebbe trasmettere un senso di freddezza ad alcuni spettatori.