Durante il tour per la presentazione di Arthur e il popolo dei Minimei, Luc Besson ha incontrato la stampa romana dopo la proiezione del film.
Quali sono state le difficoltà tecniche di questo film?
Luc Besson: Questo film ha presentato unicamente difficoltà tecniche. Considerate che ci sono volute 700 persone per poter realizzare la pellicola, 350 solo per la parte di grafica e animazione.
Non è solo un film in 3D, è un melange di computer grafica e di scene vere. Alcune parti della scenografia sono state ricostruite realmente. Il villaggio dei Minimei che si vede nel film è stato ricostruito in scala con tutte le sue 300 case.
Questo film si basa sul primo dei 4 libri da lei scritti su Arthur. Ci saranno altri episodi?
Se il pubblico amera il primo sicuramente ne faremo altri. Se tutto andrà bene dalla prossima estate dovremo iniziare la lavorazione del prossimo episodio. L'idea è addirittura quella di realizzare contemporaneamente il secondo e il terzo.
Quale è stata la reazione del pubblico sino ad oggi?
Ieri proprio a Roma c'è stata una proiezione evento con 400 bambini. Il film è stato creato per loro e è stato bello vedere le loro facce davanti alle avventure di Arthur.
Da cosa deriva la scelta di ambientare il film in America negli anni 50?
La campagna americana di quegli anni non aveva l'aspetto medievale che aveva invece la campagna francese, non c'erano le tracce evidenti del dopoguerra, era completamente integra e ancora abbastanza "selvaggia". Oggi nei nostri giardini non credo potrebbero sopravvivere i Minimei, troppo inquinamento, troppe macchine. Allora si lasciava ancora che i giardini e la natura crescessero senza bisogno di pesticidi. E poi mi piaceva l'ambiente ed i costumi di quegli anni: i vestiti a fiori, le lunghissime Cadillac, gli occhiali stravaganti.
Come ha scelto le voci per il film nella versione in inglese?
Prima ho guardato i volti dei protagonisti e poi mi sono chiesto: quale puo' essere il personaggio giusto per dargli voce ? Così sono venuti fuori i nomi di Madonna per Selenia, David Bowie per il cattivissimo Maltazard, Snoop Dogg per Max.
La fortuna ha voluto che come io gli ho proposto l'idea tutti mi hanno detto subito di si.
Come è stato lavorare su un film, mentre i tecnici dell'Atari contemporaneamente lavoravano negli stessi laboratori il videogame?
Il lavoro è stato incredibile. C'erano due livelli di lavorazione, uno per gli effetti del film e un altro per quelli del gioco. Questi due livelli riuscivano inoltre a comunicarsi i dati e le informazioni sulla realizzazione degli effetti grafici contemporaneamente.
Ma lei ha provato a giocare con il videogame interpretando uno dei personaggi della sua storia?
Si, ma personalmente sono una frana con i videogame. La cosa che però mi è piaciuta di più e su cui mi sono cimentato più volte è stato il momento del game in cui con la piccola Ferrari 250 Gt, del 1961, in cui i piccoli protagonisti devono scappare lungo il tunnel.
Si ringrazia Way to Blue