Love, Victor 3, La recensione: Victor e compagni pronti a spiccare il volo nella stagione finale.

La recensione di Love, Victor 3: su Disney+ arriva la terza e ultima stagione della serie spin-off di Tuo, Simon e mette i suoi protagonisti a confronto con se stessi e il futuro.

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Love, Victor 3: una scena della terza stagione

Salutare Victor e i suoi compagni di viaggio nel corso di tre stagioni, mette un po' di tristezza e nostalgia come quando si dice addio ai compagni di classe all'ultimo anno di liceo. Con questa malinconia affrontiamo la recensione di Love, Victor 3, in arrivo su Disney+ il 15 giugno con la sua terza e ultima stagione che si compone di 8 episodi. L'anno scorso, di questi tempi, Victor ci lasciava in pieno cliffhanger, sull'uscio della porta del ragazzo con cui aveva scelto di stare. Eravamo rimasti nell'oblio su chi avesse aperto, tra il primo amore Benji (George Sear) e l'amico, o forse qualcosa di più, Rahim (Anthony Keyvan). Già dalla seconda stagione, la migliore e più completa in quanto a lucidità sul vivere queer, Love, Victor aveva ampliato sapientemente lo sguardo sui comprimari del protagonista, Michael Cimino, e accolto una dimensione quasi corale che ha fatto bene allo show e permesso di percorrere archi narrativi paralleli ma altrettanto interessanti.

La terza stagione espande e conclude questo orientamento, a volte perdendo il fuoco nel tentativo di dare degna attenzione e chiusura del cerchio a tutti i personaggi, da Mia (Rachel Naomi Hilson) e la sua storia con Andrew (Mason Gooding), alla nuova coppia composta da Pilar (Isabella Ferreira) e Felix (Anthony Turpel) fino alle sperimentazioni e consapevolezze queer offerte dalle avventure di Lake (Bebe Wood) o dall'incontro/scontro Benjii/Rahim. Grazie ad approfondimenti su Benji, Lake e Rahim, festeggiamo con fierezza il pride month perché la rappresentazione lgbtq+ si è arricchita con rinfrescanti nuance. Nonostante i piccoli deragliamenti, pur essendo una stagione meno riuscita in quanto a colpi di scena ma più esplorativa, Love, Victor 3 riesce a confermare l'affetto che proviamo per i suoi personaggi e ci porta piacevolmente al momento in cui, il futuro, la vita vera là fuori, darà loro il benvenuto.

Vivere con se stessi

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Love, Victor 3: un'immagine della serie

Nelle prime due stagioni di Love, Victor, eravamo così coinvolti insieme al protagonista dalla sua attrazione, poi storia d'amore, con Benji che ci siamo dimenticati che, a 17 anni, la cosa più importante, oltre il primo amore, è trovare se stessi. Per Victor quel processo era passato per il filtro del coming out ma l'ultimo step, che Love, Victor 3 si propone di analizzare sotto la sua lente, è quello in cui non si viene definiti da una relazione o dal proprio orientamento sessuale ma solo dalle nostre azioni, da chi siamo nell'essenza. Il forzato abbandono di Benji porterà Victor a confrontarsi con se stesso, a stare da solo e navigare a vista nell'oceano degli incontri e delle infatuazioni che sono contorno e non centro della vita. Non solo a Victor ma a tutti i personaggi della serie, infine, la vita chiederà di riflettere su chi vogliono essere da grandi e cosa vorranno fare. Il Futuro si avvicina e la terza stagione gli va incontro con quell'ansia da fine liceo che nessuno di noi potrebbe mai dimenticare.

Love, Victor 2, La recensione: dal coming out al vivere l'omosessualità, Victor matura e lo show con lui

Genitori e Figli

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Love, Victor 3: una foto di scena

Sin dalla prima stagione Love, Victor si era distinto per aver voluto esplorare anche il punto di vista dei genitori e il ruolo determinante che giocano nel cammino di ogni adolescente, indipendentemente da problematiche specifiche come l'accettazione dell'omosessualità. Grazie a Mia, Felix e Lake guardiamo da differenti angolazioni, cosa significhi avere una famiglia monogenitoriale, essere il centro (oppure esserlo troppo poco) della vita di un padre o una madre. Grazie a Victor prima ed a Rahim poi, osserviamo tutte le implicazioni e le difficoltà aggiuntive di un coming out fatto all'interno di famiglie affettuose e presenti ma dal retaggio culturale o religioso maschilista e resistente alle "varianti" sul tema. C'è chi ha scritto che al percorso da giovane gay musulmano di Rahim dovrebbero dedicargli uno spin off e noi non potremmo essere più d'accordo.

Si poteva osare di più?

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Love, Victor 3: un momento della terza stagione

Nella sua collocazione su Star per la scorsa stagione, Love, Victor aveva provato, colpendo nel segno, a esplorare anche le tematiche sessuali, entrando, con molta delicatezza ma accuratezza, anche in territori Lgbtq+ mai visitati dal mondo Disney. Love,Victor 3 ci prende la mano e si azzarda a entrare in consultori e discutere di malattie sessualmente trasmissibili oltre a riferirsi a organi chiave come i genitali senza però sfociare mai nell'effetto Sex Education. Il risultato non sarà efficacissimo come nella citata serie Netflix ma al punto Love, Victor, seppure indorando la pillola, ci arriva. Crediamo sempre che le vite dei protagonisti delle serie siano cosi calme, romantiche, ponderate, come ci vengono proposte? No. Si poteva osare di più? Probabilmente. Immaginare però come sarebbe andata nella realtà, avrebbe portato grandi rivoluzioni ma così facendo la serie si sarebbe quasi sicuramente liberata, per difetto, del suo alone da teen rom-com che la rende perfetta per un pubblico molto vasto. Salutiamo Love, Victor accettandola così com'è, anche se nel finale, sceglie di non rischiare un salto nel buio del futuro.

Conclusioni

A fine recensione della terza e ultima stagione di Love,Victor, ci troviamo ancora con la stessa nostalgia e malinconia dell’inizio. Nella loro genuinità i personaggi di questa serie si sono fatti volere bene, li abbiamo amati e accompagnati nel percorso di scoperta, qui alla sua conclusione, di chi sono e vogliono essere nel futuro, da grandi. In questa terza stagione, la serie pur non aggiungendo colpi di scena e cercando di chiudere il cerchio di un po’ tutti i personaggi, ha il pregio di rinfoltire ancora di più la panoramica sul vivere queer, ora declinato anche dal punto di vista delle donne. Nel pride month e con il futuro delle serie dedicate al grande pubblico a cuore, Love, Victor crea un precedente non da poco nel garantire rappresentazione per tutti e includere tutte le nuance dell’essere ed amare e ci auguriamo che questo sia il primo di una lunga serie.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • Victor ha occasione di analizzare chi è indipendentemente dal suo orientamento sessuale e le sue relazioni d’amore.
  • È sempre più corale e così facendo espande il suo appeal e la sua analisi sul mondo teen.
  • Guarda anche ai genitori e non solo ai figli.

Cosa non va

  • Ogni tanto inciampa nel tentativo di chiudere tutti gli archi narrativi che ha aperto, creando confusione.
  • È molto dipendente dalla seconda stagione e per certi versi non ha grande autonomia.
  • Esplora le questioni sessuali ma non abbandona mai l’accezione romantica.