In Italia un film come questo non lo concepiremmo mai. Trattare il matrimonio omosessuale alla stregua di ogni altro rapporto di lunga durata, con tutte le conseguenze che le relazioni tra compagni di lungo corso comportano, non è ancora nelle nostre corde visto che l'omosessualità al cinema viene trattata quasi sempre con toni comici o addirittura macchiettistici. Ira Sachs, regista militante politicamente impegnato e schierato con Obama, la pensa diversamente. Sachs, fresco di matrimonio con il suo compagno di vita, riflette sulle difficoltà che una coppia matura affronta quando uno dei due sposi viene licenziato dalla scuola cattolica in cui insegna proprio perché ha deciso di sposare il compagno con cui vive alla luce del sole da 39 anni. A interpretare i due protagonisti della storia sono il grande John Lithgow, pronto ad affrontare l'ennesima sfida attoriale senza alcuna remora, e l'inglese Alfred Molina. Pur non amando particolarmente i festival, John Lithgow approda per la prima volta a Berlino insieme ad Ira Sachs per parlare della delicata esperienza sul set.
Ira, da dove è nata questa storia?
Ira Sachs: Il film nasce dal mio vissuto. Sono in una relazione stabile con quello che ora è mio marito. E' la prima volta nella mia vita, perciò volevo riflettere su come l'amore possa evolversi nel futuro. Mia madre ha sempre supportato la mia vita strana e imperfetta e giunto in questa fase della mia vita ho sentito il bisogno di parlare di sentimenti, famiglia riflettendo sui diversi punti di vista delle diverse generazioni. Sono stato fortunato perché gli attori mi hanno supportato nel mio tentativo di portare questo groviglio di emozioni sullo schermo.
Come è entrata la dimensione politica in questo film?
Ira Sachs: Ho letto la notizia di un uomo licenziato da una scuola cattolica perché aveva sposato il compagno. Su quel fatto ho costruito il resto.
John, cosa ti ha spinto ad accettare questo ruolo?
John Lithgow: Quando ho letto la sceneggiatura l'ho amata subito. Non mi capitava da anni. Quando ho saputo che era stato chiamato Alfred Molina nel ruolo del mio partner ci siamo incontrati per parlare del lavoro. Siamo amici da vent'anni, ma non intimi, e non avevamo mai lavorato insieme. Abbiamo rifiettuto sui nostri personaggi, sulla loro umanità, ma anche sullo humor presente nello script. Sarebbe stato naturale scegliere un film più grande, ma ho puntato su questo perché mostra l'eccezionalità nella vita ordinaria. Non sono io la star del film. Lo è la relazione tra il mio personaggio e quello di Alfred e non è per niente giusto che oggi Alfred non sia potuto venire a parlare del film con me.
Quindi la sintonia con Alfred è scattata immediatamente? John Lithgow: Certo. La sintonia tra noi è stata straordinaria. Ci siamo incontrati per la prima volta sul red carpet dei Golden Globes nei primi anni '90 e poi siamo diventati amici grazie a conoscenze comuni. Non riuscirei a immaginare nessun altro nel ruolo di mio marito.
Cosa si prova a portare un film come questo a Berlino? Ira Sachs: Sono stato alla Berlinale varie volte e sono molto legato alla cinematografia europea perciò sono felice.John Lithgow: Io invece non ero mai stato né alla Berlinale né al Sundance. I festival mi esauriscono, sono estremamente faticosi. Ma amo questo film. Ho avuto l'occasione di incontrare attori tedeschi fantastici come Nina Hoss e Bruno Ganz perciò sono contento di essere qui. La parte più eccitante di partecipare a un festival in un altro paese è la possibilità di connettersi con un pubblico di paesi lontani dal tuo per far conoscere il tuo lavoro altrove. Questo film non è propaganda sullo stile di vita gay, ma è un film che parla di vita reale, Riflette su un ménage pluriennale come il mio e quello di Alfred, visto che siamo sposati entrambi da tempo.
La presenza di molti film a tematica omosessuale in questo festival fa pensare a una diffusione mainstream del tema. Cosa ne pensi? Ira Sachs: Io credo che questo film sia diverso, almeno per me. Per me parlare di 'gay film' non ha senso. I film parlano di esperienze personali, si concentrano sui poersonaggi e sulle loro vite.
Secondo te Obama sta facendo abbastanza per la causa omosessuale? Ira Sachs: Io ho lavorato sei mesi alla campagna di Obama in entrambe le elezioni. Credo in lui e credo che abbia portato grandi cambiamenti. Per quanto mi riguarda sono orgoglioso di ciò che ha fatto.
John, come vi siete posti di fronte all'ingiustizia che i vostri due personaggi subiscono? John Lithgow: Ben, il mio personaggio, è un pittore, è distratto, interamente assorbito da sé stesso. Vive in una sua dimensione astratta. Vive la frustrazione per la situazione contingente concentrandosi su altro. La parte commerciale, pratica, della loro coppia la cura il partner George. Quando qualcuno viene licenziato da una scuola cattolica perché ha sposato il partner, come nel caso dei personaggi del film, spesso gli stessi genitori dei ragazzi protestano perché si trovano bene con quella persona. Ira avrebbe potuto concentrarsi su questo aspetto della storia, sul lato civile, ma lui ha preferito occuparsi dei personaggi e dei loro sentimenti.Ira, come mai hai deciso di intitolare il film 'Love is strange'? Ira Sachs: Per me il senso del titolo non riguarda solo una coppia. Quando parlo di amore penso a tante forme di amore: amore familiare, amore tra amici.
Cosa cambia quando Ben va a vivere con il personaggio di Marisa Tomei e con la sua famiglia?
Ira Sachs: Lei smette di lavorare. Avere qualcuno che parla nella stanza mentre stai scrivendo è molto fastidioso e lei deve rispettare delle scadenze. Nonostante l'amore e l'affetto, la convivenza è sempre complicata.
John Lithgow: Adoro molte scene del film, ma quella in cui faccio impazzire Marisa che tenta di lavorare è la mia preferita.
Anche la scena nel bar è molto divertente. John Lithgow: La scena nel bar è stata davvero molto divertente da girare. E' importante che in una storia drammatica come questa ci sia un aspetto umoristico. Mentre la giravamo, io e Alfred abbiamo riso tutto il tempo. E' stato tutto molto naturale.
L'onesta mette a dura prova le relazioni lunghe? Ira Sachs: Per me l'onesta è la base di una relazione, ma comunque è difficile. E' difficile per tutti, soprattutto per i gay.
Il film avrebbe potuto finire in modo più positivo, ma tu hai deciso di prendere una direzione diversa. Perché? Ira Sachs: Credo che questo sia un film per le persone di mezza età. Forse sento che sto invecchiando e che niente è per sempre. Volevo dar sfogo ai miei timori sullo schermo.
Ma nel finale c'è uno sguardo alla generazione più giovane. Ira Sachs: La scena dello skateboard che chiude il film è stata piuttosto avventurosa da girare. La ragazza che avevamo scelto per il film non sapeva andare in skateboard. Mentre giravamo, però, è passata una fantastica skateboarder. Il produttore allora, ha deciso di seguirla per chiederle se voleva partecipare al film. Così è saltato su un van e l'ha rincorsa per tre isolati, perfino dentro la metro. Alla fine, però, lei ha accettato.