Love Hard, la recensione: amori natalizi autoironici su Netflix

La recensione di Love Hard, commedia romantica natalizia di Netflix con Nina Dobrev che vuole mettere alla berlina i cliché del genere.

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Love Hard: Harry Shum Jr., Takayo Fischer e Mikaela Hoover in una scena del film

Con questa recensione di Love Hard, parliamo del film con Nina Dobrev che inaugura l'equivalente Netflix dei negozi che già a metà ottobre iniziano a vendere articoli natalizi. Siamo a inizio novembre e la piattaforma streaming ha già messo a disposizione uno dei suoi titoli festivi, inaugurando con largo anticipo, per lo meno sulla carta, l'atmosfera delle ultime due settimane dell'anno. Una strategia di per sé sensata, dato che il prodotto medio di Netflix non rimane un argomento di conversazione passata la prima settimana e c'è bisogno di centellinare il "palinsesto" legato alle festività, un po' come abbiamo già notato con dei titoli horror che debuttavano ai lati del periodo di Halloween e non durante la settimana stessa. Ed è anche, a suo modo, logico che tale scelta sia caduta sul film di Hernán Jiménez, cineasta costaricano al secondo lungometraggio in lingua inglese, che in questa sede punta alla rilettura autoironica delle convenzioni narrative della commedia narrativa, e il pubblico sembra averlo premiato: nel weekend d'esordio, la pellicola è salita al primo posto nella Top 10 dei titoli più visti sulla piattaforma, e questo in ben 87 paesi.

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Love Hard: Nina Dobrev in una scena

Al centro di Love Hard c'è Natalie (Nina Dobrev), giornalista residente a Los Angeles e specializzata in articoli a tema sentimentale, per l'esattezza storie che non vanno a buon termine. Un giorno, curiosando su una delle tante app per incontrare l'anima gemella, fa la conoscenza di tale Josh Lin, e l'intesa è tale che quando lui dice "Vorrei che tu fossi qui con me per Natale", lei lo prende alla lettera e si reca, senza farglielo sapere prima, sulla Costa Est, nei pressi di New York, proponendo anche alla sua testata un pezzo sull'incontro perfetto. Una volta arrivata, però, scopre di essere stata vittima del cosiddetto catfishing, il fenomeno delle persone che si creano dei profili falsi sul web per vari motivi: Josh (Jimmy O. Yang, già alla corte di Netflix tramite Space Force) non assomiglia per nulla all'immagine che accompagna la sua identità virtuale, avendola rubata a un ex-compagno di scuola, Tag Abbott (Darren Barnet, uno dei protagonisti di Non ho mai...). Quest'ultimo si trova in città, e Natalie e Josh trovano un accordo: se lei accetta di fingersi la ragazza di lui durante il periodo natalizio, riceverà tutto l'aiuto necessario per conquistare l'uomo dei suoi sogni.

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Love Hard: Darren Barnet in una scena del film

Il film si pone due obiettivi: da un lato, aggiornare gli stilemi della rom-com ai tempi moderni, a volte anche in modo grezzo (vedi la nonna cinese a cui sono affidate le principali battute a sfondo sessuale quando si parla di online dating); dall'altro, mettere alla berlina gli stessi, sfruttando anche la cornice natalizia, in particolare per quanto riguarda un recente classico del genere che è Love Actually - L'amore davvero, emblema - nel bene e nel male, a seconda dei punti di vista - dei buoni sentimenti conditi con risate nell'ultimo mese dell'anno. E tanto per non farsi mancare nulla, tira fuori anche la gag trita e ritrita su Trappola di cristallo: è da considerarsi un film di Natale oppure no? E il fatto che si tratti di una delle trovate comiche teoricamente più forti del progetto la dice lunga su quanto l'operazione sia fuori tempo massimo, dato che lo stesso Bruce Willis ha chiuso la questione qualche anno fa con la battuta "Non è un film natalizio, è un fottutissimo film con Bruce Willis!". Si parla dei social e dell'amore al tempo degli schermi, ma questo rimane in superficie, lasciandoci con un film di circa vent'anni fa a livello di struttura, e il fatto che si voglia prendere in giro la formula di genere non compensa quella che alla fine è l'eccessiva aderenza alla stessa.

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Love Hard: Harry Shum Jr. e Jimmy O. Yang in una scena del film

Forse anche per questo il lungometraggio è schizzato ai vertici delle classifiche di Netflix: l'utente medio, che soprattutto negli Stati Uniti preferisce il conforto del divertimento assicurato che già conosce (da cui le urla di panico sui social ogni volta che serie come Friends o The Office migrano da una piattaforma all'altra, come se esistesse un unico modo per vederle da qui all'eternità), si tuffa a pesce nell'oceano di offerte rassicuranti, che non si propongono di osare o rischiare più di tanto, promettendo risate costruite secondo un canovaccio stranoto. L'algoritmo premia il già visto, la formula, e questo ne è un esempio lampante, con un insieme di elementi che sembrano selezionati scientificamente: una citazione di film X qua, una di film Y là, tre attori simpatici provenienti da universi che chi è avvezzo allo streaming conosce bene (ai due già citati aggiungiamo che Nina Dobrev è stata per anni il volto di The Vampire Diaries, serie che continua ad andare per la maggiore tramite le piattaforme che propongono tutte le stagioni). Manca, purtroppo, l'anima, che le formule di marketing non riescono a iniettare in questo sterile esercizio di cinismo commerciale festivo.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Love Hard, fiacco rigurgito di tutti i cliché della commedia romantica, che vuole prendere in giro pur rispettandoli, regalandoci un prodotto perfettamente sterile e innocuo costruito su misura per l'algoritmo di Netflix.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • Nina Dobrev e Jimmy O. Yang strappano qualche sorriso insieme.
  • L'idea di base, per quanto trita e ritrita, è carina.

Cosa non va

  • Il lato satirico fatica a emergere.
  • Le gag sono scontate e banali.
  • I personaggi secondari sono quasi tutti insopportabili.