Lost, o del perché è il titolo simbolo della vecchia serialità da recuperare anche in binge watching

Lost, una delle serie cult per eccellenza, quest'anno compie vent'anni e arriva in streaming anche su Netflix (oltre a Disney+ e Prime Video) in previsione del 20° anniversario e dell'arrivo del documentario celebrativo. Perché recuperarlo con una scorpacciata di episodi? Ve lo diciamo nel nostro approfondimento.

I protagonisti di Lost

Incredibile che siano passati vent'anni, ma il 2024 è un'annata molto speciale in quanto ad anniversari seriali, poiché il 2004 fu davvero prolifico in termini di serie tv segnando un'Era d'oro della televisione generalista come poche altre. Uno dei titoli di punta fu sicuramente Lost, lo show per il quale c'è stato un "prima" e un "dopo" la sua prima messa in onda, quel 22 settembre che cambiò per sempre la storia della serialità.

Lost: l'occhio di Jack che apre il pilot
Lost: l'occhio di Jack che apre il pilot

In attesa di quell'importante commemorazione, che verrà celebrata con il documentario Getting Lost sulla piattaforma, Netflix propone dal 15 agosto l'intera serie (sei stagioni, 114 episodi) da poter recuperare nel caso non l'abbiate mai vista o rivedere nel caso vogliate fare un rewatch per provare a riprendervi dalla calura estiva. Lo ricordiamo: il serial è già disponibile interamente anche su Disney+ (dove ha ritrovato la propria "casa") e Prime Video, ma l'arrivo sul colosso dello streaming potrebbe far scoprire il cult alla maggioranza del pubblico, essendo la piattaforma più fluida e conosciuta.

Questione di numeri e di ambientazione

Evangeline Lilly, Naveen Andrews, Ian Somerhalder e Maggie Grace nel Pilot di Lost
Uno dei punti di forza è la location esotica

A proposito di calura che sta colpendo indistintamente l'Italia da Nord a Sud, Lost è il perfetto recupero/rewatch per l'estate data l'ambientazione esotica. La trama, in soldoni, è infatti presto detta: i passeggeri del volo Oceanic Airlines 815 precipitano insieme all'aereo e al suo staff in una misteriosa e sperduta isola nell'Oceano Pacifico, che ben presto si rivelerà piena di suggestioni e segreti collegati col loro passato prima che salissero sul velivolo. Il serial venne infatti quasi interamente girato sull'isola di Oahu, alle Hawaii, dove all'epoca il cast si doveva trasferire da Los Angeles per alcuni mesi l'anno per le riprese, con tutti i dovuti vaccini e permessi per la partenza, per dare maggior realismo alle location: è infatti tra i prodotti più costosi della storia della tv, con il solo episodio pilota costato 14 milioni di dollari (tutti ripagati in termini di ascolti e di successo). A proposito di numeri, 4, 8, 15, 16, 23 42: questi sono simbolici e ricorrenti nella serie che ha fatto del mistero la sua arma principale per acchiappare e trattenere i propri spettatori, come esche con i pesci all'amo.

Lost: la costante e la variabile delle serie tv

La pigrizia del pubblico in streaming

Lost 4X05 Henry Ian Cusick
Una delle scene più famose di uno degli episodi più ricordati con uno dei personaggi più amati di tutta Lost

Lost è la serie mystery per eccellenza, che si è sempre preoccupata di aprire più domande che fornire risposte, e per questo motivo è stata tanto elogiata quanto criticata, e per questo ancora oggi crea dibattito. Ha perfettamente rappresentato l'espressione - spesso abusata - "è più importante il viaggio che la meta". Qualcosa che potrebbe inizialmente spaventare il pubblico contemporaneo, le Generazioni Z e Alpha cresciute a pane e binge watching, che non sanno cosa voglia dire l'espressione "appuntamento settimanale" e che quando una serie arriva in questa modalità aspettano che finisca così da poter fare chiusone e mangiarsela in un sol boccone, per poi passare alla scorpacciata successiva di puntate. Vogliamo però rassicurare proprio gli spettatori più giovani: anche il pubblico dell'epoca dopo tre stagioni iniziò a sentire la stanca, costringendo gli autori ad annunciare tra quante annate ed episodi sarebbe stata scritta la parola "fine".

Un vecchio modo di fare serialità

Terry O'Quinn, Evangeline Lilly e Matthew Fox in una scena dell'episodio 2x01 di Lost
La botola: un altro momento cult dello show

Oggigiorno gli spettatori si lamentano di non avere abbastanza risposte dopo una stagione e mezza (il che oggi può voler dire, se siamo fortunati, 15 episodi) e sembrano non riuscire a concentrarsi più della durata di un video di TikTok. Non vogliamo sembrare boomer, ma anzi tutto il contrario: anche chi è nato dopo i Millennial può apprezzare una serie come Lost! Nonostante la struttura fortemente serializzata e orizzontale, in cui ogni episodio era un pezzo importante del puzzle. Proprio perché avete immediatamente disponibili tutti gli episodi, potrete farvi un bel binge watching. Anche perché il racconto, lo capirete subito, porta proprio a questo: un mistero apparentemente inspiegabile dietro l'altro, un quesito dopo l'altro, un colpo di scena dietro l'altro.

Lost: la serie prima che esistessero i social

Lost: un momento emozionante dell'episodio Attraverso lo specchio
Charlie in una delle sequenze più commoventi

Non potrete più fare a meno del cast corale coinvolto sempre più numeroso e sfaccettato, Jack, Kate, Sawyer, Sayid, Hugo, Locke e tutti gli altri e non dovrete aspettare una settimana (se non qualcosa di più) tra un episodio e l'altro, e tre mesi tra una stagione e l'altra, riempiendo i forum di teorie e possibili rivelazione sconvolgenti. Anche perché Lost contiene alcuni tra i cliffhanger più eclatanti della storia della tv. Che avrete sicuramente visto come meme o gif sui social e di cui ora potrete magari scoprire il significato originario. In un certo senso, Lost può essere un riferimento per le nuove generazioni, tra linguaggi (ancora) innovativi e infinite discussioni che accedevano le notti dei forum, prima che arrivassero i social.