Decisamente sintomatico il titolo scelto dal Comicon per uno dei panel cinematografici più attesi: "una storia tutta da scrivere". Perché a soli 24 anni, Lorenzo Zurzolo è una delle rising star del cinema italiano. Un interprete che testimonia alla perfezione lo stato attuale della nostra industria, sempre più rivolta a quegli attori under 30 che, dal canto loro, hanno una preparazione tale da essere esportabili, e pronti per una produzione trasversale. Non nasconde la sua timidezza, Zurzolo, che il set lo conosce fin da quando era un bambino (girò un famoso spot con Francesco Totti, come ha ricordato durante la nostra live, che potete recuperare su YouTube), passando poi sul palco del Teatro Ghione di Roma per una rivisitazione di Pinocchio.
Interessante poi la scelta del Comicon nello scegliere Lorenzo Zurzolo come giurato. "Ho letto una quantità di fumetti che non avete idea... Li ho portati anche con me, in valigia", racconta a Movieplayer.it. Durante il panel, l'attore ha raccontato la sua passione per il mondo dei comics: "Sono un lettore di fumetti, ci sono cresciuto, grazie ai volumi di mio padre. Di fumetti a casa ne ho tanti, e li impilo dove capita. Mi piace la Marvel, ma anche Diabolik. Quando mi hanno chiamato per il film conoscevo già tutto". Prima del terzo capitolo di Diabolik, abbiamo visto Zurzolo nel cast della serie Netflix Baby, trovandolo poi nel bellissimo Eo di Jerzy Skolimowski, candidato all'Oscar e premiato a Cannes, e poi come protagonista in Prisma, serial Prime Video di cui vedremo la seconda stagione a giugno.
Da Baby a M - Il figlio del Secolo
Ma qual è stato il percorso dell'attore? "Quando è arrivata Baby su Netflix i miei genitori si sono resi conto che questo poteva essere un lavoro. Ho frequentato i set da quando avevo dieci anni, e da gioco tutto è diventato un mestiere: feci Una famiglia perfetta di Paolo Genovesi, e lì ho capito che quella mia passiona sarebbe diventato un lavoro". Un viaggio che porterà Zurzolo ad affrontare al meglio diverse esperienze, tanto al cinema quanto nella serialità. Ma come cambia il suo approccio sul set? "Il teatro ti porta a gestire lo spazio e la voce, mentre il cinema e la serialità di equivalgono nella produzione. Dovessi scegliere, il lavoro sul set di una serie è più divertente, hai più tempo, i rapporti si solidificano".
Durante la chiacchierata al Comicon, Lorenzo Zurzolo ritorna con la mente ad Hollywood, quando accompagnò Eo agli Oscar "Eo ha vinto il gran premio a Cannes, poi sono andato cinque giorni agli Oscar, in quanto il film era candidato. È stato surreale. Il contesto poi era intimo e riservato, in qualche modo mi sono sentito parte di quell'universo". Una sfida non da poco, per un ragazzo riservato. "Da timido, capisco l'essere introverso. Anche se poi sul set trovo la mia dimensione", e prosegue, "Provo addirittura le conferenze stampa dei film! Soffro meno un provino, che un'incontro con il pubblico".
"Il cinema americano? Deve reinventarsi..."
Una timidezza che poi svanisce, appena Lorenzo Zurzolo entra nel giusto mood. Lo stesso mood che ha trovato sul set dell'attesa serie Sky tratta da M - Il figlio del Secolo di Antonio Scurati, e diretta da Joe Wright. Per l'attore, "Siamo in un buon momento, tanti registi stranieri stanno lavorando in Italia. A Cinecittà ho girato M - Il figlio del secolo, diretta da Edgar Wright. Sembrava di essere a Cinecittà ai tempi d'oro. Giravamo una scena al giorno, per tante ore, finché non era buona. Ogni dettaglio doveva essere perfetto. Ricordo un piano sequenza molto lungo, ripetuto per due giorni. È stato stimolante, magari girassi sempre così".
In chiusura di panel, Zurzolo tratteggia quella che è la situazione attuale rispetto ai cinecomic, non più brillantissima. "Oggi il cinema americano non è in una buona fase. C'è poca sperimentazione, e chi sperimenta è europeo. Il pubblico si è anche un po' stancato di questi cinecomic. Bisogna trovare la quadra, tipo Joker. Raccontare quelle cose, ma con un'ottica diversa".