Paul e Wendy Michaelson, marito e moglie, sono a bordo del loro camper in compagnia della figlia Taylor, dieci anni, e del loro cagnolino Pug. La famigliola ha intenzione di trascorrere una vacanza di tutto relax in un suggestivo campeggio sul lago, ma il loro desiderio di tranquillità viene immediatamente scosso dall'improvvisa scomparsa della bambina, sparita nel nulla durante un momento di distrazione da parte dei genitori.
Genitori che ora, come vi raccontiamo nella recensione di L'ora della verità - The Vanished, sono pronti a tutto pur di ritrovarla sana e salva. Dopo aver contattato le forze dell'ordine locali, con lo sceriffo Baker - reduce da una simile tragedia nel proprio passato - che gli promette il massimo impegno da parte dei suoi uomini nelle ricerche di Taylor, la coppia decide di indagare per proprio conto, stilando anche una lista di potenziali sospettati. Ma ben presto il loro coinvolgimento si spinge più in là del dovuto e si troveranno alle prese con situazioni impreviste e pericolose non solo per loro, ma anche per chi incrocerà la loro strada...
Nel cuore del bosco
Si apre con una citazione di Emily Dickinson, che potrebbe parzialmente suggerire qualche indizio sul colpo di scena finale che rivoluziona tutte le carte in tavola, andando a gettare nuove ombre su quanto visto in precedenza e ora osservabile sotto un'altra ottica. Niente che uno spettatore smaliziato non avesse già potuto intuire dopo la prima mezzora, giacché certi elementi e forzature risultavano già allora evidenti nell'obiettivo di nascondere la suddetta rivelazione. L'ora della verità - The Vanished finisce così per perdersi in tempi morti e lungaggini impreviste, tanto che la durata che sfiora le due ore risulta effettivamente troppa per quanto vi era da raccontare e una sforbiciata di almeno trenta minuti avrebbe sicuramente giovato alla scorrevolezza della storia, che invece si perde in inutili dialoghi e battibecchi tra i due coniugi.
I due volti della verità
Coniugi che ben presto da parte lesa diventano potenziali colpevoli, ossessionati da un senso di paranoia e di sospetto che finisce per colpire anche chi del tutto estraneo al presunto rapimento. Peccato che a mancare sia una corretta ambiguità di fondo e le pur potenziali diramazioni introspettive nello scavo dei personaggi si perdano in una serie di luoghi comuni affini ad un bignami di psicologia spiccia, con le cinque fasi del lutto ben elencate nei minuti finali quando infine tutti i nodi vengono al pettine. La tensione viene meno quando si è capito il ricorso ad un formulario classico, tra luoghi comuni e facilonerie di sorta, che provoca un senso di forte déjà-vu non soltanto nello spettatore onnivoro ma anche in quello occasionale, che ben presto non tarderà a intuire che nulla è come sembra.
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Un approccio sbagliato
Il regista e sceneggiatore Peter Facinelli, attore - era anche il Dr. Carlisle Cullen nella saga di Twilight - prestato alla macchina da presa, si affida troppo al senso di curiosità insita nell'alone mystery del racconto e perde di vista il cuore dello stesso, sprecando quegli spunti dati anche dalla particolare ambientazione in cui ha luogo la vicenda. Un campeggio sul lago, popolato da avventori dei quali non conosciamo inizialmente il background, poteva infatti celare spunti interessanti in un approccio da thriller/horror che qui prende invece ben presto la strada di un dramma psicologico spesso dozzinale, mai capace di dare giusto spazio al contesto e ai comprimari, che diventano di fatto inermi pedine - a cominciare dallo sceriffo di un irriconoscibile Jason Patric - della "missione" di ricerca da parte della coppia protagonista. In questi due ruoli principali Thomas Jane e la recentemente compianta Anne Heche se la cavano con mestiere, ma poco possono per rendere effettivamente credibili due figure a forte rischio caricatura.
Conclusioni
Marito e moglie si mettono alla ricerca della figlia, scomparsa poco dopo il loro arrivo in un campeggio sul lago per trascorrere una vacanza a bordo del camper di famiglia. Mentre le indagini della polizia brancolano nel buio, toccherà ai genitori scoprire un'inquietante verità. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di The Vanished - L'ombra della verità, ci troviamo davanti ad un thriller che spreca le potenzialità mystery dell'assunto in una confezione scontata e improbabile al contempo, che semplifica le diramazioni del dramma psicologico in una confezione senza guizzi, che si affida al colpo di scena finale nel tentativo di rinvigorire un pubblico già costretto a fare i conti con le lungaggini di una durata eccessiva, sfiorante le due ore.
Perché ci piace
- Thomas Jane e Anne Heche ci mettono il giusto impegno...
Cosa non va
- ... ma sono vittima di personaggi sempre più improbabili fino al forzato colpo di scena finale.
- La tensione di fondo si perde in lungaggini e tempi morti.