Compassato e cortese, Patrick Stewart è un vero e proprio mito. La sua presenza storica nelle saga di Star Trek prima e nel franchise X-Men poi ne ha impresso indelebilmente gli occhi di ghiaccio e il cranio pelato nei cuori dei fan. Storico è anche il suo legame con il collega Ian McKellen, rivale sul set, amico fraterno nella vita, con cui ha condiviso tante avventure lavorative e personali. Nell'ultimo (almeno così sembrerebbe) viaggio del Professor X, però, Magneto è assente. Al fianco dell'anziano e sofferenze Xavier troviamo il fedele Logan (Hugh Jackman) che protegge il suo mentore da una società ostile ai mutanti.
Leggi anche: Logan ci porta nel futuro di Wolverine e del mondo degli X-Men
Ed è proprio intorno al concetto di famiglia, inteso in senso allargato, che Patrick Stewart ha riflettuto insieme a noi durante la chiacchierata al Festival di Berlino, che ha ospitato la premiere mondiale di Logan - The Wolverine: "I personaggi di Logan evolvono. Non accade subito. L'elemento familiare della storia che, è molto forte, si sviluppa a poco a poco. All'inizio del film Logan non nutre alcun interesse verso la piccola Laura. Non la vuole tra i piedi, non gli importa niente di lei, ha altre cose di cui si deve occupare. Charles, dall'altro lato, è consapevole della sua esistenza per via dei suoi poteri telepatici e sa che qualcuno là fuori ha bisogno d'aiuto. Quest'unione si trasformerà in una unità familiare. Non è veramente una famiglia, ma ne possiede gli elementi".