L'amore per Ethan Hawke è soprattutto tormento, almeno così lascia intendere il suo secondo lavoro da regista dopo Chelsea Walls del 2001. Spontaneo, simpatico e un po' intimidito dall'attenzione della stampa, Hawke ha adattato uno dei suoi due romanzi per lo schermo e lo presenta qui a Venezia nella sezione Orizzonti circondato dai suoi due giovani interpreti: Marc Webber e la bella Catalina Sandino Moreno che, nonostante la febbre, non è voluta mancare all'anteprima del film.
Quanto è autobiografica la storia che The hottest state racconta?
Ethan Hawke: Tutti i film contengono qualcosa di autobiografico, anche se in misura diversa. A me piacciono le storie che permettono di capire un po' della personalità dell'autore, di entrare in contatto con lui, ma quello che spero emerga dal mio film è soprattutto la differenza che intercorre tra il crescere e l'essere adulti. Il protagonista del film, William, è un giovane attore in cerca di fortuna proprio come lo ero io e quando si è giovani si tende a caricare di teatralità ogni gesto, ogni esperienza che si vive. Così, dopo il primo bacio con Sarah, William recita a fare il corteggiatore senza che si capisca bene il confine tra l'atteggiamento che cerca di mantenere e i suoi veri sentimenti. Anche la parte dell'abbandono da parte della ragazza e la conseguente reazione del protagonista sono caricaturali. Personalmente amo molto la teatralità, tutti in certi momenti della nostra vita recitiamo una parte.
A proposito di teatralità. Per riconquistare Sarah, William inizia a recitare a squarciagola il monologo di Romeo e Giulietta dicendo che quelle sono le più belle parole d'amore mai sentite. E' un pensiero che condividi con William?
Ethan Hawke: In realtà non so quale sia il più bel monologo mai scritto, ma certo non quello di Romeo. Romeo è un sempliciotto così come William che vuole idealizzare l'amore, il sentimentalismo. Orson Welles una volta ha detto che "essere innamorati per la prima volta è come avere il mal di mare mentre ti trovi su una barca e mentre tu vomiti tutti ridono". Ecco, Romeo e William corrispondono perfettamente a questa immagine. Nel film non c'è un lieto fine per William e Sarah, ma io sono contento perché il finale del film è una metafora: tutte le cose sono guidate da ciò che ci è accaduto in passato, così i problemi del mio protagonista derivano dalla famiglia scalcinata che ha alle spalle, dalla separazione dei genitori e dall'abbandono del padre. Alla fine, però, anche se abbiamo i nostri genitori seduti nel sedile posteriore siamo noi ad avere in mano il volante e possiamo scegliere dove dirigerci.
Come hai scelto il cast del film?
Ethan Hawke: Conoscevo già Marc Webber perché abbiamo già lavorato insieme in Chelsea Walls e sapevo già che lui era perfetto per la parte di William, invece per trovare la protagonista femminile ho impiegato due anni fino a che, fortunatamente, ho incontrato Catalina. Per quanto riguarda Laura Linney è una bravissima attrice con cui avevo lavorato a teatro.
Le musiche del film sono molto intense. Avevi già in mente Jesse Harris quando ha deciso di girare The Hottest State?
Ethan Hawke: Conosco Jesse Harris da quindici anni e appena ho pensato al personaggio di Catalina ho capito che lei doveva interpretare la sua musica e le sue canzoni. Quando ci si innamora è sentire sempre una musica nella testa e io volevo ricreare una colonna sonora del sentimento per questo ho scelto delle musiche dotate di una certa integrità, energia, forza. Catalina canta davvero nel film, è stata bravissima a interpretare le canzoni scritte da Jesse per il personaggio di Sarah.
Che ricordo hai del tuo primo amore?
Ethan Hawke: E' successo l'altra sera qui al Lido... no, in realtà si vede nel mio film. Cambiano i dettagli, ma l'esperienza emotiva riprodotta dalla pellicola è la stessa di quella reale. L'amore è un sentimento universale, quando ci innamoriamo tutti torniamo ad essere bambini.
In futuro farai solo il regista?
Ethan Hawke: Spero di non diventare mai un regista professionista. Io ammiro personaggi come Bob Fosse che non hanno diretto più di cinque film, non voglio diventare capace di girare qualsiasi script, ma preferisco fare solo i film che sento veramente miei. Questo è il mio sogno, la regia richiede tantissimo tempo e dedizione, se per caso riuscissi a realizzare un blockbuster rimarrei scioccato visto che ci sono tanti registi più bravi di me.
Quanto è stato difficile adattare il proprio romanzo per lo schermo?
Ethan Hawke: Milan Kundera dice che le traduzioni sono come le donne, se sono belle non sono fedeli, se sono fedeli non sono belle. Io ho fatto il film perché quando scrissi il libro non avevo mai capito veramente il finale, così per comprenderlo ho dovuto lavorarci ancora e adattarlo per lo schermo, comunque voglio che questo sia soprattutto il film di Marc e Catalina.
Qual è il suo film d'amore preferito?
Ethan Hawke: E' una domanda difficile. Mi viene in mente Reds. E poi sicuramente The Hottest State.