La guerra civile in Sri Lanka, iniziata nel 1983 e conclusasi nel 2009, ha visto contrapposti da un lato il Movimento Tigri Liberazione del Tamil Eelam (dichiarata dall'Ue nel 2006 organizzazione terroristica) e dall'altro il governo dello Sri Lanka. Venticinque anni di uccisioni, attentati ed esilio. Quello che ha portato migliaia di tamil a lasciare il proprio Paese. Molti di loro si sono rifugiati in Europa. Ne è un esempio Little Jaffna, quartiere parigino (oltre che capitale della provincia settentrionale dell'isola della Asia meridionale) che dà il titolo al film del regista franco-tamil Lawrence Valin presentato in anteprima mondiale a Venezia 81 come titolo di chiusura della Settimana della Critica.
Little Jaffna: un ottimo esordio, tra crime drama e polar
Lawrence Valin, che del film è anche sceneggiatore e interprete, sarebbe dovuto essere il protagonista di Dheepan, film diretto da Jacques Audiard e vincitore della Palma d'Oro a Cannes nel 2015 incentrato proprio sull'esperienza Tamil dello Sri Lanka in Francia. Ma, qualche settimana dopo aver passato il provino, a Valin viene riassegnato un ruolo secondario. A quel punto l'attore capisce che per poter raccontare e interpretare storie che per lui avevano un valore avrebbe dovuto trovare un modo per realizzare il suo di film. E così ha fatto. Scritto a più mani con Marlène Poste, Malysone Bovorasmy, Gaëlle Macé, Arthur Beaupère, Yacine Badday, Litthe Jaffna segue un giovane agente di polizia, Michael, che ha il compito di infiltrarsi in un'organizzazione criminale locale che sta raccogliendo denaro verso il movimento di liberazione Eelam in Sri Lanka.
Ambientato nel 2009, anno in cui il conflitto raggiunge la sua punta più aspra. Litthe Jaffna - che dopo Venezia 81 sarà presentato anche al Toronto International Film Festival - è un ottimo esordio. Un crime drama che affronta tematiche socio-politiche con sfumature da poliziesco. La regia di Lawrence Valin è dinamica nel raccontare la vivacità del quartiere e il suo lato criminale. Ma, al tempo stesso, è capace di parentesi rarefatte che rendono omaggio al polar francese. Ne sono un esempio contrapposto le sequenze di inseguimento per le vie della città e le ambientazioni notturne in cui il protagonista incontra il suo contatto della polizia per fare rapporto.
Il tema dell'identità
Coloratissimo, Little Jaffna, pone una grande attenzione al contrasto cromatico che si esprime attraverso la scelta degli abiti dei protagonisti, la vivacità del quartiere, gli interni dei locali e le sfumature del blu che caratterizzano la vita segreta del protagonista. Man mano che Micheal riesce sempre più ad addentrasi nella gag capitanata da Puvi (Puviraj Raveendran), il film ci mostra la sua difficoltà di muoversi tra le notizie drammatiche che arrivano dallo Sri Lanka, il modo in cui la popolazione Tamil viene trattata in Europa e la sua identità.
Il tema al centro del film che il regista approfondisce attraverso tre elementi. Da un lato la nonna di Michael, una sorta di bussola morale per il nipote, dall'altro la gag tamil che dovrebbe smantellare ma che risveglia nel protagonista un senso di appartenenza - "Mangia con le mani, siamo tamil" - e, infine, la divisa che indossa e che rappresenta uno stato che non riconosce i diritti del suo popolo di origine. Al netto di un calo nella parte centrale del film, quello di Lawrence Valin è un nuovo, interessante, sguardo cinematografico. Un esordio ricco sotto il duplice profilo visivo e narrativo. Una nuova voce che, per nostra fortuna, ha qualcosa da dire.
Conclusioni
Con il suo esordio al lungometraggio Lawrence Valin porta sul grande schermo la storia poco raccontata della guerra civile in Sri Lanka. Ma lo fa da un unto di vista originale: quello di un poliziotto francese di origine tamil infiltrato in una gang che finanzia il movimento di liberazione del Paese. Ricco di contrasti cromatici e diviso visivamente tra sequenze più dinamiche e altre più rarefatte, Little Jaffna usa il genere crime per mettere in scena una riflessione sull'identità.
Perché ci piace
- Il tema dell'identità sviluppato su più strati narrativi.
- La regia divisa tra sequenze più dinamiche e altre più rarefatte.
- L'attenzione cromatica per raccontare la comunità tamil di Parigi.
- La realizzazione di un film di genere che parla di tematiche socio-politiche.
Cosa non va
- Nella parte centrale il film ha un calo.