Lisa Frankenstein, la recensione: la storia d'amore con un cadavere in una bizzarra comedy horror

L'esordio alla regia di Zelda Williams, appena uscito in DVD, è una grottesca commedia horror che soffre un po' della sceneggiatura incerta di Diablo Cody, ma vanta un gusto dell'immagine non banale.

Kathryn Newton e Cole Sprouse in Lisa Frankenstein

Una commedia horror satirica, una bizzarra storia di emancipazione femminile che vanta firme prestigiose come Diablo Cody alla sceneggiatura e Zenda Williams alla regia (primo lungometraggio della figlia del compianto Robin). L'uscita in homevideo con il DVD targato Plaion Pictures è l'occasione per scoprire Lisa Frankenstein, un film che come vedremo in questa recensione, nonostante il flop commerciale non può che incuriosire per la sua stravaganza.

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Cole Sprouse e Kathryn Newton in una scena

Bisogna entrare però in sintonia con i toni demenziali, esagerati, grotteschi, a volte ridicoli, che possono risultare certamente indigesti, ma afferrando il mood di Lisa Frankenstein non si può non apprezzarne l'ironia e l'evidente rimando ai toni di Tim Burton, anche se non ci sono certamente la forza e l'impatto delle opere del regista californiano.

Una liceale triste ed emarginata e un cadavere che si rianima

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Kathryn Newton e Cole Sprouse in Lisa Frankenstein

In Lisa Frankenstein i protagonisti sono i giovani studenti con i loro malesseri e le loro turbolenze, ma dimenticate smartphone e social. Qui infatti siamo a fine anni Ottanta, e la Lisa del titolo (interpretata da Kathryn Newton) è una liceale solitaria ed emarginata, che fra l'altro ha da poco perso la madre in modo violento. La ragazza va a vivere con il padre (uomo innaturalmente freddo) e la sua nuova compagna (Carla Gugino), con cui ha un rapporto a dir poco complicato. Inoltre la donna a sua volta ha una figlia, Taffy (Liza Soberano) una popolare cheerleader della scuola, al contrario di Lisa che fatica a integrarsi e si sente incompresa.

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Cole Sprouse e Kathryn Newton protagonisti della commedia horror di Zelda Williams

A confermare questa sua vena solitaria, Lisa ha un hobby piuttosto macabro, quello di passare le giornate in un piccolo cimitero sconsacrato vicino casa, attratta soprattutto dalla lapide di un ragazzo morto un secolo prima. In modo piuttosto bizzarro, durante un temporale il cadavere del ragazzo si rianima e si presenta da Lisa, che tra incidenti imprevisti e omicidi studiati, con l'aiuto di un lettino abbronzante (ebbene sì!), lo completa via via con pezzi di altri esseri, rendendolo sempre più presentabile e umano. Ma anche lei vivrà via via una trasformazione e una nuova consapevolezza.

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Faccia a faccia tra Kathryn Newton e Cole Sprouse

Uno spiccato gusto estetico ma una sceneggiatura balbettante

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Liza Soberano e Kathryn Newton in Lisa Frankenstein

Lo avrete già capito dalla trama, come abbiamo già detto entrare in feeling con i toni grotteschi di Lisa Frankenstein non è una cosa semplice. Tra l'altro la sceneggiatura balbettante, unita a inevitabili pecche di inesperienza della regista, acuiscono la sensazione di disagio. Eppure negli anfratti delle scene e in mezzo a una storia un po' disarticolata, bisogna riconoscere al film uno spiccato gusto estetico: da apprezzare soprattutto come riesce a calare lo spettatore nell'epoca con coraggiose scelte di luci e colori.

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Una scena del film diretto da Zelda Williams

Il tutto riuscendo però a separare in modo netto il mondo tutto particolare di Lisa, tra colori accesi, abiti eccentrici e cromie spinte, rispetto a un resto del mondo più spento e squallido. Un divario che diventa via via sempre più ampio, fino a colori neon fluorescenti che accentuano l'evoluzione di Lisa. Un'evoluzione che però la trascinerà in una irresistibile fascinazione per una violenza liberatoria e particolarmente efferata. E va anche riconosciuto che alcune scene come il trip di Lisa o uno degli omicidi finali, denotano vivacità e gusto della costruzione dell'immagine.

Zelda Williams svela l'easter egg legato al padre Robin presente nel suo film Lisa Frankenstein

Un mix di generi non sempre riuscito, ma la sorellastra di Lisa spiazza tutti

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Cole Sprouse è uno dei protagonisti di Lisa Frankenstein

Al fianco di Lisa due personaggi chiave: il primo è il cadavere rivitalizzato (un Cole Sprouse che non dirà una parola) che esce dalla tomba frequentata dalla ragazza. Un cadavere che durante la sua progressiva trasformazione, a un tratto assomiglia tanto a Johnny Depp, soprattutto quello versione Edward mani di forbice (a proposito di toni burtoniani). Tra i due c'è una bizzarra e macabra storia di amicizia, ma sempre sull'orlo di sboccare in qualcosa in più, anche se lei ha nella testa solamente Michael Trent (Henry Eikenberry), il direttore della rivista letteraria della scuola.

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Liza Soberano e Kathryn Newton sono Taffy e Lisa

Il secondo personaggio non banale è la sorellastra Taffy, che per i canoni di certi tipi di film ad ambientazione scolastica, è decisamente spiazzante e per certi versi lodevole: lei è totalmente diversa da Lisa, eppure sinceramente comprensiva per tutte le sue traversie, decisamente affettuosa nonostante le amiche e tutta la scuola sbeffeggino la sorellastra. Un messaggio positivo che scalda il cuore pur in un contesto eccentrico e stravagante. Alla resa dei conti, il frullatore di romanticismo e horror, risate e spaventi, commedia e dramma, non è sempre ben calibrato e riuscito, e d'altronde era difficile lo fosse, soprattutto quando si vuole mettere troppa carne al fuoco. Ma gusto estetico e personaggi secondari sono punti a favore che lo elevano a film da vedere.

Il DVD: buoni video e audio, ma non ci sono extra

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Come detto, adesso Lisa Frankenstein ora è disponibile grazie al DVD targato Plaion, prodotto scarno e privo di extra, ma tecnicamente valido, a partire da un video che riesce a riprodurre in maniera egregia le tinte forti del film, anche con un dettaglio soddisfacente. Le immagini riescono a limitare i tipici difetti del formato, che emergono soprattutto nelle scene più scuro e su qualche fondale, ma non in modo allarmante. Ancora più convincente l'audio, un Dolby Digital 5.1 per italiano e originale, che nelle sequenze più movimentate e nella colonna sonora è piacevolmente avvolgente, con un buon utilizzo dell'asse posteriore e una discreta presenza di bassi, mentre i dialoghi sono sempre puliti e dal buon timbro.

Conclusioni

A conclusione della recensione di Lisa Frankenstein, bisogna riconoscere al primo lungometraggio di Zelda Williams un gusto estetico raffinato e una buona capacità nella costruzione dell’immagine, anche se l’incerta sceneggiatura di Diablo Cody penalizza un po’ la narrativa e il mix di tanti generi messi assieme funziona a intermittenza. Interessanti e non banali i personaggi secondari che si muovono attorno all’evoluzione della protagonista.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • Il gusto estetico e la capacità di riprodurre la fine degli anni Ottanta in modo particolare.
  • La costruzione di alcune scene ha un certo fascino.
  • I personaggi secondari, soprattutto la sorellastra di Lisa, sono sorprendenti.

Cosa non va

  • Si fa fatica a entrare in sintonia con i toni grotteschi e bizzarri della storia.
  • Dallo script di Diablo Cody ci aspettavamo di più.
  • Il mix di generi non sempre funziona.