Invecchiare ad Hollywood non è cosa semplice né per le star di sesso maschile né per quelle di sesso femminile. Ne sono una prova gli ultimi deludenti ruoli di due mostri sacri come Robert De Niro e Al Pacino. Ma c'è chi riesce a trovare la propria dimensione, non solo se ti chiami Meryl Streep e riesci a sfondare sempre con il ruolo giusto al momento giusto. Prendete Richard Gere, un attore del quale non tutti ammirano il talento oltre all'innegabile fascino. Non ha rinunciato al grande schermo per il piccolo, come tanti sui colleghi in cerca di riscatto. Ma, dopo aver consolidato per anni la propria fama da eroe romantico con film di straordinario successo come Ufficiale e gentiluomo e Pretty Woman, Gere ha preso una strada diversa. "Non potrei definirla una scelta, una mia decisione. Gli studios non investono più sulle belle storie, le uniche che sia mai stato interessato a raccontare dall'inizio della mia carriera", ci dice nel corso di un incontro all'ultimo Toronto International Film Festival.
Leggi anche: Il meglio di Toronto 2017: The Death of Stalin, Lady Bird e... Wonder Woman!
Il ritorno alle origini
Nel 2002 vinse un Golden Globe per Chicago e un grande successo al botteghino con L'amore infedele - Unfaithful. Tra il 2004 e il 2008 i suoi ultimi film romantici. Si parte con Shall We Dance? film che lo vede diviso tra la passione per il ballo, alimentata da una caliente Jennifer Lopez e l'amore per la moglie, interpretata con dolcezza da Susan Sarandon. Si chiude con Come un uragano, dove nuovamente in coppia con Diane Lane, si presta all'ennesimo adattamento strappalacrime di un romanzo di Nicholas Sparks. Gli ultimi nove anni hanno invece testimoniato una sorta di ritorno alle origini con film di piccola scala, come furono agli esordi I giorni del cielo di Terrence Malick o In cerca di Mr. Goodbar, che ci stanno restituendo un attore in splendida forma. "Guardi in questo mondo siamo ormai tutti folli, la soluzione sarebbe quella di creare una community che renda più facile lo stare insieme, l'ascolto e la fiducia. Il motivo per cui molti, me incluso, si rivolgono allo strizzacervelli è perché è l'unica figura professionale, che può permettersi il lusso di prendersi il tempo per ascoltare". Sentendolo parlare così viene in mente che forse lo stato di grazia in cui vive non è solamente una coincidenza.
Leggi anche: The Dinner: una spiacevole riunione di famiglia
L'incredibile vita di Norman
Se alcuni di questi lavori non possono dirsi perfettamente riusciti (vedi il caso di Franny o l'ultimi Three Christs presentato proprio al TIFF) altri proiettano sul grande schermo l'immagine di un attore che ha ancora molto da dire e da dare. Rientra tra questi Gli invisibili, in cui lo vediamo addirittura vestire i panni di un senzatetto con tutta l'eleganza di cui è in possesso. Emoziona e fa riflettere. Ma la vera sorpresa dell'ultima ora si intitola L'incredibile vita di Norman ed è diretto da Joseph Cedar, regista americano di nascita e israeliano di adozione. Gere è qui sostenuto di un incredibile cast (Steve Buscemi, Charlotte Gainsbourg, Michael Sheen) per impersonare un personaggio difficilmente amabile, alquanto discutibile e misterioso. Di Norman Oppenheimer non sappiamo niente, nonostante Gere (che lo interpreta) sia presente in quasi ogni singolo frame dall'inizio alla fine del film. Lo osserviamo colloquiare con disinvoltura, invadere lo spazio altrui in qualità di mediatore, quale decanta di essere, e ne capiamo a mano a mano le intenzioni. Non il denaro ma l'accettazione, il riconoscimento altrui. Arriverà, senza gli effetti sperati. Gran film, grande performance. Qua la mano Mr. Gere!