È al cinema dal 7 dicembre con BIM Distribuzione Il corsetto dell'imperatrice, il film di Marie Kreutzer già presentato a Cannes e alla Festa di Roma e con in tasca tre candidature agli EFA tra cui miglior attrice Vicky Krieps. Lei è la quarantenne imperatrice Elisabetta d'Austria, conosciuta dai più come Sissi grazie alla trilogia anni '50 con Romy Schneider diretta da Ernst Marischka. La "nuova" Sissi è più oscura, contraddittoria, lunatica di quella fiabesca con cui molti sono cresciuti ogni Natale. Lo stesso accadeva pochi mesi fa nella serie Netflix L'imperatrice, che ci presentava una Sissi sedicenne appena arrivata a corte con lo sguardo duro e ribelle di Devrim Lingnau, dalla penna della creatrice Katharina Eyssen e già rinnovata per una stagione 2. Ci sembra quindi chiaro sia in atto una sorta non tanto di revisionismo storico, ma di ricerca di maggior (neo)realismo e chiaroscuri nel dipingere una delle figure femminili più importanti dell'800. Ecco perché sembra che da L'imperatrice a Il corsetto dell'imperatrice, iniziamo a guardare Sissi con occhi diversi.
Tutto parte da un corsetto
Nella celeberrima scena di Pirati dei Caraibi Keira Knightley sospirava "Non respiro" cadendo a causa del corsetto troppo stretto. È un po' la sensazione che doveva continuamente provare Sissi a corte ogni giorno, a causa di quell'indumento femminile simbolo di un periodo storico e anche del film di Marie Kreutzer. Giunta a quarant'anni e con un ruolo solamente di rappresentanza, la Elisabetta di Vicky Krieps sembra essere ossessionata dal proprio peso: non mangia quasi niente di ciò che le viene servito nonostante sembri molto invitante, riportando la nostra mente a una certa Diana Spencer molti anni più tardi. Vuole che il corsetto sia sempre più stretto, che la sua pelle nei ritratti sia la stessa di quando aveva vent'anni, sembra voler ricercare disperatamente e spasmodicamente la voglia di cambiare il mondo che aveva appena arrivata a corte. Non si tratta di vanità ma di un bilancio della propria vita "lavorativa" e personale e della propria utilità nella Storia con la S maiuscola, nel ricordo di sé che lascerà ai posteri. Il rapporto con il marito Franz è tutt'altro che idilliaco rispetto a quanto eravamo stati abituati, lui sembra non la voglia più neanche fisicamente ora che non può più dargli figli e sicuramente non la coinvolge più in decisioni politico-sociali. Allora Sissi cerca di provare qualcosa facendo visita a vecchi amanti e causando scompiglio ad ogni occasione, non solo al marito l'Imperatore Francesco Giuseppe d'Austria ma perfino ai figli che la rimbeccano per il suo comportamento, quasi ad invertire i ruoli, ricordandole anzi il suo, prima ancora di quello di madre e moglie, cioè di Imperatrice. Un ruolo che sembra starle stretto a quarant'anni forse ancor più che agli inizi.
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Sissi Origin Story
Inizi che vengono raccontati proprio ne L'imperatrice. Avendo un plot simile alla base ma un approccio differente, meno comico e più drammatico, di The Great, anche la serie Netflix racconta di una giovanissima donna che si ritrova catapultata in un ruolo e in un Paese più grande di lei, in una vita a Corte che le va subito stretta - letteralmente, col corsetto, e metaforicamente, facendola diventare claustrofobica abituata agli ampi spazi in Ungheria dove era solita correre nella precedente vita "campagnola" - e in una società che vorrebbe cambiare con le proprie idee. Ma è lì per uno scopo soltanto: far fare bella figura all'Imperatore, un Franz giovane anche lui, e dargli un erede. Compito che nella prima stagione non è riuscita ad adempiere, acuendo la propria irrequietezza così come l'insoddisfazione del marito e dell'Imperatrice Madre, l'Arciduchessa Sofia di Baviera. Quest'ultima era stata la "villain" della favola con Romy Schneider e la ritroviamo nella serie col volto di Melika Foroutan in un ruolo simile. Per ragioni anagrafiche (era già deceduta nel 1878) non è presente invece nel film con Sissi quarantenne. Il corsetto, le dame di compagnia obbligatorie, l'uovo crudo da bere ogni mattina per aumentare la fertilità, il controllo ginecologico a mano del responsabile della Chiesa per autenticare la verginità della ragazzina: tutti elementi che rendono la Sissi di Devrim Lingnau refrattaria all'autorità. Per contro, qui lei e Franz sembrano davvero innamorati - almeno finché non subentrano le questioni "di Corte" - dediti a fare l'amore ad ogni occasione per il piacere di farlo, sperando di riuscire anche a concepire un erede nell'atto.
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Sissi (neo)realista
A conti fatti quindi, tanto nella giovane Imperatrice di Devrim Lingnau appena arrivata ne L'imperatrice quanto nella sovrana più matura di Vicky Krieps che fa un bilancio della propria vita ne Il corsetto dell'Imperatrice, la Sissi dipinta è (neo)realista. Meno idealizzata e pura, piena di contraddizioni e sfaccettature. Fatta di ombre e non solo di luce. Irrequieta, lunatica, a volte respingente, altre assolutamente dolce e carismatica ma sempre fuoriposto. Fuoriluogo come si sente lei, tanto da adolescente quanto da adulta, sempre alla ricerca di qualcosa che non sa bene nemmeno lei cosa sia: un vecchio amore, una nuova sfida, una diversa prospettiva. E in questa corsa che entrambe le versioni fanno ricorda la Diana sempre in fuga in Spencer di Pablo Larrain. Certo è che, complice anche The Crown, i reali stanno tornando in auge in tv e al cinema - ma in realtà non se ne sono mai andati - e Sissi la rivedremo anche nella seconda stagione di Sissi diretta da Sven Bohse con protagonista Dominique Devenport, adattamento più frivolo e sensuale, durante le festività natalizie. Di Sissi insomma c'è ancora fame... e forse bisogno, per restituire un'immagine più "onesta" al pubblico e ai posteri nell'audiovisivo dell'Imperatrice di Austria e Ungheria.