Staserà, 22 gennaio, andrà in onda su Rai 1 l'importante film tv Liberi di scegliere, ispirato alle gesta di Roberto Di Bella, giudice - nonché Presidente del tribunale dei minori di Reggio Calabria - che dal 2012 adotta provvedimenti civili di decadenza o limitazione della responsabilità genitoriale per appartenenti ai clan della 'ndrangheta, questo al fine di poter regalare ai loro figli la prospettiva di una vita migliore affidandoli ad associazioni specifiche o a famiglie di volontari.
Eleonora Andreatta, direttore di Rai Fiction, ha sottolineato durante la conferenza stampa di presentazione di Liberi di scegliere che questo nuovo progetto della tv pubblica è "un racconto necessario da mostrare al pubblico, lo abbiamo capito appena Barbagallo (co-produttore del film per Bibi Film Tv n.d.r.) ce lo ha proposto. La 'ndrangheta" ha continuato la Andreatta "è l'organizzazione criminale che più si basa sui legami familiari. Il nostro film è strettamente legato all'esperienza straordinaria di un giudice minorile che ha capito che i ragazzi, cresciuti nella logica delle famiglie di 'ndrangheta, non avevano alcuna possibilità di scelta per il futuro ed erano condizionati dalle scelte dei loro familiari".
Roberto Di Bella, la storia vera di un antieroe
In Liberi di scegliere, tratto da una storia vera, l'alter ego del giudice Roberto Di Bella, che nel film si chiama Marco Lo Bianco, sarà Alessandro Preziosi e nella scrittura del personaggio per gli sceneggiatori è stato fondamentale aver conosciuto di persona Di Bella, come ha sottolineato la sceneggiatrice Monica Zapelli: "ho incontrato il magistrato protagonista poco dopo l'inizio della sua 'battaglia'. Non era un incontro professionale. Questo progetto è stato poi sviluppato qualche anno dopo. Abbiamo preferito aspettare che ci fosse una sedimentazione, nonostante il materiale drammaturgico ci fosse da subito".
Roberto Di Bella, che a causa del suo operato è stato oggetto di molte polemiche tanto da venir soprannominato "ladro di bambini", per il suo interprete Alessandro Preziosi non si tratta di un eroe canonico. "Questa è una storia antieroica, ci suggerisce quanto un eroe-non eroe abbia valore nella storia di un Paese soprattutto nel momento in cui è capace di condizionare la coscienza morale e Di Bella da uomo di legge è stato in grado di far capire che prima di imporre la scelta a qualcuno, devi aver centrato tu la scelta" ha sottolineato l'attore "Di Bella è un personaggio che ho invidiato mentre lo interpretavo".
Dalla parte dei ragazzi
Oltre al giudice Marco Lo Bianco di Alessandro Preziosi, Liberi di scegliere parla anche di giovani, allontanati con grandi difficoltà dalle proprie vite e di quelle famiglie che non capiscono che le decisioni del magistrato vengono prese per il bene dei propri figli. In particolare, al centro della narrazione di questo potente film tv c'è anche Domenico, che ha il volto di Carmine Buschini e che, ha anticipato l'attore, "è un ragazzo che avuto la sfortuna di nascere all'interno di una famiglia potente della 'ndrangheta senza avere la possibilità di pensare una vita differente da quella del padre. Domenico ha vissuto la prima parte della sua vita con molta poca consapevolezza della differenza tra bene e male ma tutti devono avere il diritto e la possibilità di scegliere e di ripartire da zero, in ogni momento".
Lo Bianco dovrà anche avere a che fare con la madre di Domenico, Enza, impersonata da Nicole Grimaudo: "Una donna" ha raccontato la Grimaudo "intrappolata in una prigione, succube e rassegnata ma al contempo dotata di un grande coraggio". Enza è infatti la moglie del boss Antonio, Francesco Colella attore anch'esso emotivamente dalla parte del giudice: "un 'ndranghetista non può essere un genitore in grado di amare: dentro ha il vuoto, non sentimenti. L'amore per lui in realtà è una forma di possesso, voglia di condizionare l'esistenza altrui".
Liberi di scegliere quindi è anche un film tv sull'adolescenza e non a caso per dirigerlo è stato chiamato il regista di Braccialetti Rossi, Giacomo Campiotti (che ha già diretto Bruschino proprio nella famosissima fiction) il quale, a detta anche della Andreatta "nei confronti dell'adolescenza ha sempre mostrato una cura particolare". Campiotti non a caso si è mostrato entusiasta di aver preso parte a questo progetto: "un racconto volto a sottolineare che" ha affermato "come chiunque altro anche un ragazzo di 'ndrangheta può in ogni momento - e con l'aiuto di un mentore - prendere la vita nelle proprie mani".