Memory arriva nelle sale italiane il 15 settembre, thriller action distribuito da BIM, che fa parte del filone con protagonista Liam Neeson, ancora una volta costretto a ricorrere alle maniere forti, suo malgrado, in circostanze che prevedono misteriosi complotti. Un filone che va avanti da quasi quindici anni, duratura e inaspettata fase della carriera del grande attore irlandese. Una fase di cui, per l'occasione, vogliamo ripercorrere le tappe essenziali, fino ad arrivare al ruolo più recente.
Lui vi troverà
Nel 2008 esce nelle sale francesi Io vi troverò, scritto e prodotto da Luc Besson. Un titolo come gli altri della scuderia del regista francese, affidato al cineasta Pierre Morel e incentrato su un uomo,, Bryan Mills, ex Berretto Verde e Agente della CIA che si ritrova a dare la caccia a un gruppo di trafficanti di giovani donne per salvare la figlia rapita durante un viaggio a Parigi. La marcia in più la fornisce, appunto, Liam Neeson, che diventa protagonista action quando è già ultracinquantenne (classe 1952) e si trasforma rapidamente in figura iconica con la celebre scena della telefonata, oggi al centro di meme e parodie, e la frase "I don't know who you are, but I will find you, and I will kill you." Un successo che genera due sequel per la sala e un prequel televisivo, con quest'ultimo che racconta come Bryan Mills ha acquisito i suoi talenti particolari, e fa da apripista per una nuova fase della carriera di Neeson, con diversi film che, volenti o nolenti, continuano a omaggiare quella prima incursione con l'uso drammaturgico del cellulare.
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Un filone che influenza in parte anche altri ruoli dell'attore, come ben sa chi ha visto The Lego Movie dove lui, nella versione originale, presta la voce al poliziotto dalla doppia personalità Good Cop/Bad Cop (con il secondo che si distingue dal primo per un accento ancora più marcatamente irlandese, anch'esso parte integrante di molti di questi lungometraggi che, per giustificare eventuali scivoloni a livello di parlata, spesso esplicitano che il protagonista, anche se americano, è originario dell'Irlanda). A tutto, però, c'è un limite, come riconosce lo stesso Neeson in alcune occasioni: nel 2014, a domanda diretta del sottoscritto su questa fase della sua carriera, ha risposto senza peli sulla lingua che non parteciperebbe mai al franchise degli Expendables.
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Collaboratori ricorrenti
Al di fuori del sodalizio con la EuropaCorp di Besson, notevole soprattutto la collaborazione con il regista spagnolo Jaume Collet-Serra, che tra il 2011 e il 2018 lo dirige in quattro progetti, di cui tre incentrati su complotti che ruotano intorno al personaggio interpretato da Neeson. L'apice in realtà è già il primo di questi film, Unknown - Senza identità, dove il protagonista è affetto da una parziale amnesia e nessuno sembra riconoscerlo, inclusa sua moglie. Altro collaboratore ricorrente è Robert Lorenz, che dopo la prima esperienza con Un uomo sopra la legge ha girato un secondo film con l'attore, In the Land of Saints and Sinners, ambientato in Irlanda e con un cast che include Ciarán Hinds, il migliore amico di Neeson nella vita.
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Tempo di bilancio?
Al netto dei suoi settant'anni, il divo irlandese non mostra segni di rallentamento con questo filone, avendo già due film in post-produzione (ma con occasionali incursioni in altri territori, come un noir di stampo più classico, in uscita a fine anno, dove interpreta il detective Philip Marlowe). Eppure, con Memory, c'è il sentore che sia quasi arrivato il momento di un bilancio, e forse di un addio al genere, dato che il cosiddetto high concept al centro del film è forse il più brillantemente folle di tutti: un sicario che continua a lavorare nonostante i plateali problemi di memoria causati dal morbo di Alzheimer. Un modo sottile per dire che anche Neeson, che pur gode di ottima salute e non ha nulla da invidiare a colleghi coetanei come Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger, anch'essi inossidabili, starebbe forse diventando troppo vecchio per queste operazioni a base di botte e intrighi? Probabilmente no, ma come riflessione a suo modo metacinematografica sugli ultimi quindici anni, e altri a venire, ha un suo divertente perché.