Love and Mercy: buone vibrazioni dal biopic su Brian Wilson

Il regista Bill Pohlad evita di adottare un plot lineare, che porterebbe con sé una netta separazione tra le due epoche, ma preferisce avanzare in maniera irregolare, creando una moderna sinfonia visiva dal ritmo sincopato.

Finalmente un biopic musicale in cui la musica è la vera protagonista! Con Love and Mercy il produttore e regista Bill Pohlad sfodera un lungometraggio che rappresenta quanto di più distante si possa immaginare dall'agiografia, ma al tempo stesso prende le distanze dal cliché del divo 'sesso, droga & rock'n roll'. Di droga, in realtà, ne è circolata parecchia nella vita di Brian Wilson, come ammette lui stesso nella sua autobiografia, ma a Pohlad non interessa speculare sull'immagine del leader dei Beach Boys quanto indagare sul malessere che l'ha accompagnato per gran parte dell'esistenza e che è strettamente legato alla sua ispirazione artistica.

Love and Mercy si apre, infatti, nel momento in cui il giovane Brian Wilson sente che è giunto il momento di abbandonare i temi spensierati del surf, del mare e dell'estate per produrre composizioni più mature e intimiste. L'epoca coincide, purtroppo, con la comparsa dei primi sintomi delle nevrosi che accompagneranno Wilson per tutta la vita, costringendolo a interrompere la tournée con la band e condannandolo a non alzarsi dal letto per quasi tre anni.

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Brian Wilson ieri e oggi

Love & Mercy: Paul Dano seduto al sole
Love & Mercy: Paul Dano seduto al sole

La suggestiva apertura di Love and Mercy, in cui Paul Dano ci appare all'improvviso in primo piano, inquadrato dalla macchina a mano, mormorando una riflessione sulla sua produzione musicale ("It should be like a cry, but in a good way") per poi cedere il posto allo schermo nero, ci lascia intendere che quello a cui stiamo per assistere non è un biopic tradizionale. Caleidoscopio di suoni, colori e memorie, il film esplode in una struttura frammentaria che balza di continuo avanti e indietro nel tempo, passando dagli anni '60 agli '80 senza soluzione di continuità. La scelta di Bill Pohlad è quella di soffermarsi su due momenti precisi della vita di Brian Wilson: la comparsa dei sintomi di squilibrio mentale che si accompagnano alla composizione di Pet Sounds e l'incontro con la seconda moglie Melinda, venditrice di auto, mentre il musicista è sotto il giogo del dispotico psicanalista Eugene Landy.

Love & Mercy: John Cusack ed Elizabeth Banks passeggiano in una scena del film
Love & Mercy: John Cusack ed Elizabeth Banks passeggiano in una scena del film

Il regista evita, però, di adottare un plot lineare, che porterebbe con sé una netta separazione tra le due epoche, ma preferisce avanzare in maniera irregolare, creando una moderna sinfonia visiva dal ritmo sincopato. Il merito di questa scelta strutturale, che rappresenta uno dei punti di forza del film, va alla penna di Oren Moverman, brillante regista e sceneggiatore di talento - premiato a Berlino per Oltre le regole - The Messenger nel 2009 - che, per Love and Mercy, ha appreso la lezione dell'originalissimo Io non sono qui di Todd Haynes, ispirato alla vita di Bob Dylan.

La musica su tutto

Love & Mercy: Paul Dano sul set insieme al regista Bill Pohlad
Love & Mercy: Paul Dano sul set insieme al regista Bill Pohlad

A interpretare il giovane Brian Wilson è Paul Dano, attore in costante crescita che, per il ruolo del leader dei Beach Boys, ha modificato la propria stazza mettendo su peso, ma soprattutto ha passato sei mesi a studiare canto e pianoforte per essere all'altezza delle sequenze canore. Il suo sguardo smarrito e il suo sorriso dolce ben si sposano alla malinconica immagine di un giovane musicista disturbato che si rinchiude in se stesso divenendo preda delle proprie paranoie. Se Paul Dano punta sulla mimesi, il Brian Wilson adulto ha il volto del carismatico John Cusack il quale sceglie di lavorare soprattutto sull'interiorità. Impressionante la sua performance nei panni di un uomo fragile, intimorito, devastato dagli psicofarmaci. Cusack restituisce il dolore dell'artista prigioniero nel proprio malessere con intensità tale da trasmettere al pubblico un'angoscia potente. Performance come questa ci aiutano a ricordare quanto grande sia il talento di un attore che troppo spesso sperpera le proprie capacità in produzioni commerciali di serie B. Comprimari di lusso Elizabeth Banks nei panni di Melinda, futura moglie di Wilson, e Paul Giamatti in quelli dello spregevole Eugene Landy.

Love & Mercy: un primo piano di Paul Dano impegnato a cantare
Love & Mercy: un primo piano di Paul Dano impegnato a cantare

Pellicola polifonica per vocazione, Love & Mercy si permette il lusso di mettere in primo piano la musica, quella vera. A partire dai suggestivi titoli di testa, in cui Bill Pohlad ricostruisce immagini di repertorio in cui vediamo i Beach Boys fictional in azione, il film si concede lunghe pause narrative in cui vediamo Paul Dano in studio concentrato sull'orchestrazione dei brani di Pet Sounds. La sua attenzione a ogni riff, il controllo di ogni singolo strumento, l'entusiasmo maniacale per la ricerca di nuove sonorità concretizzano visivamente il turbinio di pensieri che agita la sua mente sofferente e al tempo stesso ci restituiscono la produzione musicale di un genio che, nonostante tutto, ha lasciato un segno profondo nella storia del rock pop influenzando gli artisti a venire.

Movieplayer.it

4.5/5