Con I Medici, la Rai ha messo a punto un nuovo format dall'appeal garantito per il pubblico italiano e internazionale. La grande tradizione-storico artistica nostrana rielaborata sotto la lente del genere - dall'action crime alla love story - con un cast che affianca nomi di richiamo, per lo più britannici, e talenti italiani. Il tutto immerso in un'ambientazione italiana, ma girato rigorosamente in lingua inglese. Adesso si punta a fare il bis, come indica la recensione di Leonardo, nuova creazione Rai/Lux Vide che è anche la prima grande coproduzione Italia-Francia-Germania.
Otto episodi in quattro serate su Rai Uno, a partire dal 23 marzo, per narrare la vita avventurosa del giovane Leonardo da Vinci, interpretato dall'aitante irlandese Aidan Turner, che molti ricorderanno nei panni del nano Kili ne Lo Hobbit, e la sua complicata relazione con Caterina da Cremona, alias Matilda De Angelis. A partire dall'esperienza formativa a Firenze a bottega dal Verrocchio (un inflessibile Giancarlo Giannini) fino all'abbandono della Toscana alla volta di Milano e della corte degli Sforza, ogni episodio ruota attorno a un'opera, un'invenzione o una creazione leonardesca collegata a una storia affascinante sulla sua vita (al centro dei primi due episodi troviamo Il Battesimo di Cristo e Il ritratto di Ginevra de' Benci). A rendere più gustoso il tutto, una misteriosa trama orizzontale che vede un Leonardo più anziano in carcere con l'accusa di aver ucciso l'amata Caterina che ci accompagnerà per tutti e otto gli episodi.
Tra storia e invenzione, come nasce una fiction accattivante
La natura di un prodotto come Leonardo viene esplicitata fin dai primi minuti. La nuova creatura di Frank Spotnitz, firmata insieme allo sceneggiatore di Sherlock Steve Thompson, ripropone gli stessi ingredienti che hanno fatto la fortuna de I Medici rendendola appetibile per un pubblico generalista e internazionale. Simile per toni e ambientazione al precedente lavoro, Leonardo si distingue essenzialmente per il fatto che, al centro della storia, stavolta vi è un unico protagonista. Tutti coloro che ruotano attorno al pittore, inventore e matematico, a esclusione forse di Caterina, sono inevitabilmente subordinati al personaggio interpretato da Aidan Turner. Riccioli neri, sguardo penetrante, il Leonardo che incontriamo nei primi due episodi non ha molto a che vedere con il genio barbuto che ci scrutava dalle pagine dei libri di storia.
Il Leonardo di Spotnitz e Thompson è sì un artista, ma è soprattutto un eroe romantico. Insicuro, emotivo, tormentato, fragile, la lettura di Leonardo che ci viene offerta dalla serie Rai è decisamente inedita. Origine primaria delle sofferenze e indecisioni di Leonardo è il trauma dell'abbandono da parte dei genitori (figlio illegittimo di un notaio, l'aspirante artista continua ad avere un rapporto conflittuale col padre anche da adulto) a cui va aggiunta una tensione continua e logorante verso la perfezione. La serie affronta coraggiosamente anche il tema dell'omosessualità di Leonardo aggiungendo un ulteriore livello di dramma, ma evitando di calcare troppo la mano sulla faccenda (dopotutto siamo sulla Rai in prima serata). Il tutto per plasmare una storia avvincente, emozionante, ma soprattutto emotivamente coinvolgente.
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Chi è Caterina da Cremona? Il vero mistero della serie Rai
Leonardo è una fiction storica romanzata con un vago sentore da soap opera. I primi piani insistiti sul bel volto di Leonardo faranno battere il cuore a più di una spettatrice. Pur difendendo il diritto alla licenza poetica, Frank Spotnitz e Steve Thompson hanno fatto i compiti basandosi in gran parte su fatti storici documentati. Se la maggior parte dei personaggi - dal maestro Verrocchio a Ludovico il Moro (James D'Arcy), da Tommaso Masini (Alessandro Sperduti) a Bernardo Bembo (Flavio Parenti) - è realmente esistita, interamente fictional è la figura di Freddie Highmore, anche produttore di Leonardo, che interpreta Stefano Giraldi, giovane investigatore in cerca di una promozione che indaga sul crimine commesso da Leonardo per conto del Podestà. E poi c'è la Caterina Da Cremona di Matilda De Angelis, figura femminile davvero degna di nota.
Sul personaggio affidato all'attrice bolognese, sempre più richiesta a livello internazionale, gli autori hanno fatto un lavoro di sintesi davvero interessante partendo da esigue tracce storiche di una donna misteriosa ritratta da Leonardo per costruire una figura femminile moderna, emancipata, che diverrà musa e migliore amica del genio tormentato. Anacronistica in un certo qual modo, ma al tempo stesso perfettamente calata nella Firenze rinascimentale con la sua vivacità e la schiettezza di popolana, Matilda De Angelis risponde alla chiamata destreggiandosi con abilità con la sua bellezza antica e il perfetto inglese (nella versione italiana Caterina è doppiata da Myriam Catania per via degli impegni della De Angelis e delle difficoltà a spostarsi dovute all'emergenza sanitaria). La stessa emergenza ha costretto la troupe ad affiancare alle location fisiche (oltre 50) ricostruzioni in interni ed esterni. Nonostante una regia più incentrata sui personaggi che sulla valorizzazione del contorno, l'immane sforzo produttivo si percepisce nelle scenografie dettagliate, nei costumi sontuosi e nella ricostruzione degli ambienti agevolata da effetti speciali piuttosto curati (apprezzabili nella spettacolare sequenza della posa della croce sulla cima della Cupola del Brunelleschi) che cattureranno gli amanti del periodo.
Conclusioni
Come sottolinea la recensione di Leonardo, l'eclettico sceneggiatore Frank Spotnitz ha trovato il giusto mix tra ricerca storica e fiction romanzata realizzando un prodotto accurato, sostenuto da un notevole dispendio di mezzo, che pone al centro della storia un eroe romantico. Uno sguardo inedito su Leonardo da Vinci, forte della presenza del bel dublinese Aidan Turner e della nostrana Matilda De Angelis nei panni della “donna della sua vita”, Leonardo dispensa dialoghi ricchi di pathos che talora rischiano di scivolare nella soap, ma la ricchezza visiva e la trama mistery lo rendono un prodotto appetibile per un pubblico generalista.
Perché ci piace
- La serie , seppur romanza, ci permette di conoscere il lato umano di Leonardo.
- Bella l'idea di far ruotare ogni episodio attorno a un'opera d'arte o a una invenzione approfondendo le conoscenze artistiche sul Rinascimento.
- Aidan Turner e Matilda De Angelis sono una coppia vincente.
- L'accuratezza nella ricostruzione storica della Firenze e della Milano rinascimentale.
Cosa non va
- Essendo un prodotto generalista gli aspetti più critici, come l'omosessualità di Leonardo, vengono affrontati in modo superficiale.
- Alcuni dialoghi e alcune scelte drammatiche tendono a sfociare nella dimensione della soap opera.