Chi è nato come minimo prima degli anni Novanta, ricorderà senz'altro che il 1998 fu segnato da un avvenimento di portata mondiale: ben più dello scandalo Sexgate o dei Mondiali di Francia, a provocare un impatto clamoroso sull'immaginario collettivo (e non solo quello degli appassionati di cinema) fu il successo, letteralmente senza precedenti, di Titanic, il film di James Cameron che polverizzò ogni record d'incassi. Un vero e proprio fenomeno di costume, in grado di registrare quasi mezzo miliardo di spettatori, di aggiudicarsi undici premi Oscar (altro record assoluto) e di generare quell'ondata di fanatismo che assunse il nome di "dicapriomania".
Può sembrare riduttivo (e pure un po' scontato) partire da Titanic per celebrare la carriera di Leonardo DiCaprio, che all'epoca aveva appena compiuto ventitré anni e oggi ne festeggia quaranta: eppure, chi ha vissuto il 1998 sa benissimo come quel film evento regalò al giovanissimo attore losangelino, di madre tedesca e con origini italiane dal ramo paterno, una popolarità senza eguali nel panorama dello show business. O magari è stato anche un po' il contrario: e cioè che Titanic non sarebbe diventato il film più visto nella storia del cinema (quantomeno dai tempi di Via col vento) senza il fascino di quel "bravo ragazzo" dal viso d'angelo che, sulla prua del transatlantico più sciagurato di tutti i tempi, urlava a squarciagola "Sono il re del mondo!" (col senno di poi, una delle frasi più irritanti negli annali del cinema) e, su quella stessa prua, conquistava milioni di spettatrici abbracciando teneramente Kate Winslet alla luce del tramonto.
Un successo del genere, in un film del genere, può trasformarti appunto nel "re del mondo", ma può anche inchiodarti ad un ruolo da cui risulterà impossibile liberarsi. Invece, se oggi anche noi 'festeggiamo' il quarantesimo compleanno di DiCaprio, è anche e soprattutto perché, da allora, il buon Leo ha dimostrato senza ombra di dubbio di essere molto più del sex symbol venerato da milioni di adolescenti sul finire degli anni Novanta: oggi, DiCaprio è un attore che non soltanto ha compiuto una maturazione straordinaria (benché il suo talento fosse già evidente ancor prima di Titanic), ma ha avuto il merito di saper selezionare accuratamente i progetti in cui imbarcarsi e i registi con i quali lavorare. E, a quarant'anni, si è costruito una carriera sensazionale che comprende molte pellicole apprezzatissime da critica e pubblico e una varietà di ruoli che lo hanno consacrato fra gli interpreti più dotati della sua generazione; tanto da essersi fatto perdonare un paio di piccoli passi falsi (il Razzie Award ricevuto per La maschera di ferro, uscito sull'onda del trionfo di Titanic) e da aver collezionato numerosi trofei, fra cui due Golden Globe, un Orso d'Argento al Festival di Berlino 1997 per il Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann e cinque nomination all'Oscar (quattro come interprete e una da produttore). Aspettando che anche l'Academy trovi finalmente l'occasione giusta per ricompensarlo con una statuetta per la quale più volte si è scatenato un tifo da stadio, oggi auguriamo buon compleanno a Leonardo DiCaprio proponendovi una classifica di dieci performance che hanno contribuito a tramutarlo di un attore di prima grandezza, oltre che in una superstar tuttora amatissima (e non solo dalle ex teenager degli anni Novanta).
10. Titanic
E partiamo proprio da qui: dal naufragio dello sciagurato transatlantico messo in scena da James Cameron nel film premiato con undici Oscar. Uscito negli Stati Uniti a ridosso del Natale 1997, e nel resto del mondo all'inizio dell'anno seguente, Titanic non soltanto ha incassato oltre due miliardi di dollari (ai quali vanno aggiunti i 344 milioni della riedizione in 3D del 2012), ma è entrato a far parte della cultura popolare grazie alla struggente storia d'amore interclassista fra Rose DeWitt (Kate Winslet), diciassettenne di famiglia altolocata benché squattrinata, e Jack Dawson (Leonardo DiCaprio), giovanotto spiantato diretto negli Stati Uniti in cerca di fortuna, che vivrà con Rose momenti di romantico idillio accompagnati dalle note della melodia di My Heart Will Go On. Sebbene non si tratti certo dell'interpretazione più intensa di DiCaprio, né tantomeno del suo film migliore, è innegabile che Titanic non sarebbe stato Titanic senza il magnetismo (oltre che la bellezza efebica) del suo carismatico protagonista maschile.
9. J. Edgar
Per l'appunto, è difficile immaginare un attore tanto carismatico ed affascinante nei panni di uno dei personaggi più scomodi e (parlando fuori dai denti) odiosi del secolo scorso. Ciò nonostante ha accettato la sfida Clint Eastwood quando, nel 2011, ha ingaggiato DiCaprio per interpretare John Edgar Hoover, direttore dell'FBI dal 1924 (quando ancora si chiamava semplicemente Bureau of Investigation) fino alla sua morte, nel 1972. Tra i principali artefici della "caccia alle streghe" anticomunista durante la Guerra Fredda, tanto da non esitare a calpestare diritti civili e libertà individuali, J. Edgar Hoover è stato una delle figure più controverse della storia americana: e nel film J. Edgar, DiCaprio mette in mostra i lati più torvi e spigolosi nel carattere del numero uno dell'FBI, ma anche e soprattutto la sua presunta omosessualità. La pellicola di Eastwood, infatti, si sofferma in particolare sulla misteriosa vita privata di Hoover e sul rapporto clandestino con il suo braccio destro Clyde Tolson (Armie Hammer), dando modo a DiCaprio di far emergere pure le fragilità e gli aspetti più tormentati del temibile direttore dell'FBI.
8. Prova a prendermi
Dopo aver diradato la propria presenza sullo schermo, in seguito al successo di Titanic, è nel 2002 che Leonardo DiCaprio è tornato sulla cresta dell'onda con ben due film che si sono imposti come due fra i titoli di punta dell'annata: il kolossal storico Gangs of New York, primo tassello del fruttuoso sodalizio fra l'attore e Martin Scorsese, e Prova a prendermi, strepitoso campione d'incassi di Steven Spielberg basato sul memoriale di Frank Abagnale, uno dei truffatori più famosi d'America, dotato di una prodigiosa capacità di trasformarsi spacciando identità fittizie. E tra le due performance, è stata quella di Abagnale a mettere più in risalto le doti di DiCaprio, qui alle prese con un ruolo mirabilmente sospeso fra il dramma e la commedia. In Prova a prendermi, in cui si confronta a distanza con l'agente dell'FBI Carl Hanratty (Tom Hanks), l'Abagnale di DiCaprio ha infatti la possibilità di sfoderare sia il fascino e la capacità di persuasione di un abilissimo "imbroglione", sia il senso di abbandono e di solitudine di un ragazzo caratterizzato da una bizzarra forma di "innocenza".
7. Buon compleanno, Mr. Grape
Quattro anni prima dell'uscita di Titanic, un Leonardo DiCaprio appena diciottenne aveva già modo di farsi notare per la prima volta dal pubblico cinematografico, e soprattutto dai critici, con un'interpretazione che gli sarebbe valsa la sua prima nomination all'Oscar, nella categoria per il miglior attore supporter: quella di Arnie Grape, un ragazzo con una deficienza mentale, in procinto di festeggiare la sua maggiore età, in Buon compleanno, Mr. Grape, film di Lasse Hallström tratto dal romanzo di Peter Hedges. In questo ritratto agrodolce e malinconico della vita in una cittadina di provincia dell'Iowa, DiCaprio divide la scena con un altro attore emergente destinato ad un futuro radioso: Johnny Depp nella parte di Gilbert, il fratello maggiore di Arnie. Il semiesordiente Leo, al suo secondo film di rilievo, riesce a risultare perfettamente convincente nella parte di un giovane handicappato, evitando manierismi recitativi a favore di un'ammirevole spontaneità e di un grande equilibrio.
6. Shutter Island
Il 2010 è stato un altro anno d'oro per la carriera di Leonardo DiCaprio, protagonista di due film di enorme successo: Inception, dramma di fantascienza diretto da Christopher Nolan, e Shutter Island, thriller psicologico basato sull'omonimo romanzo di Dennis Lehane per la regia di Martin Scorsese. Benché, fra le due pellicole, sia stato Inception ad assurgere allo status di autentico cult movie, la performance più sorprendente di DiCaprio rimane quella nell'opera di Scorsese, nei panni di Teddy Daniels, un US Marshal inviato insieme al suo collega Chuck Aule (Mark Ruffalo) presso il manicomio criminale di Ashecliffe, nel lugubre scenario di Shutter Island, per rintracciare una paziente, Rachel Solando (Emily Mortimer), scomparsa in circostanze misteriose. Film intrigante e ricco di colpi di scena, Shutter Island permette a DiCaprio di sfoderare un'interpretazione che rappresenta un autentico tour de force emotivo, fra scoperte agghiaccianti, crolli prichici e rimorsi legati ad un passato traumatico che non cessa di tormentare l'agente Daniels.
5. Django Unchained
Nell'ampio curriculum di Leonardo DiCaprio, il personaggio di Calvin J. Candie, spietato latifondista nel Mississippi di metà Ottocento, rappresenta senz'altro un unicum per l'attore, per la prima volta nei panni di un autentico villain. Ingaggiato appositamente dal regista Quentin Tarantino, che avrebbe già voluto affidargli il ruolo del Colonnello Hans Landa in Bastardi senza gloria, DiCaprio ha fornito in Django Unchained, un immediato cult movie datato 2012, una delle sue performance più atipiche e sorprendenti: un formidabile amalgama di charme, eleganza, sadismo e sottile perversione. Sospeso fra una controllata freddezza e repentine esplosioni di violenza, Calvin Candie domina quasi ogni scena in cui è presente; l'Academy, tuttavia, ignorò la sua interpretazione, preferendogli quella del suo comprimario Christoph Waltz, ricompensato con l'Oscar per la parte del dottor King Schultz, il fedele alleato dell'ex schiavo ribelle Django Freeman (Jamie Foxx).
4. Revolutionary Road
Undici anni dopo Titanic, Leonardo DiCaprio e Kate Winslet sono tornati a recitare fianco a fianco in uno dei film più apprezzati del 2008: Revolutionary Road, trasposizione dell'omonimo romanzo di Richard Yates, diretto dal regista inglese Sam Mendes (all'epoca marito della Winslet). Ambientato in un'area suburbana del Connecticut negli anni Cinquanta, Revolutionary Road è lo struggente racconto della disperazione quotidiana e strisciante che penetra all'interno di una giovane coppia di coniugi, Frank ed April Wheeler, i quali, dietro l'apparente perfezione del loro matrimonio e della loro vita familiare, celano frustrazioni, desideri di un'impossibile evasione ed un logorante senso di infelicità. Legati da una profonda alchimia, DiCaprio e la Winslet danno entrambi vita a una delle migliori performance delle rispettive carriere: sospeso fra tiepidi entusiasmi, momenti di incertezza dilaniante e scoppi d'ira, DiCaprio raggiunge in Revolutionary Road livelli di rara intensità.
3. The Aviator
Nel 2004, alla soglia dei trent'anni, Leonardo DiCaprio ha sfoderato un'interpretazione davvero clamorosa in quello che, allora, si rivelò probabilmente il suo ruolo più impegnativo e complesso: Howard Hughes, il celeberrimo milionario playboy e mogul hollywoodiano con una passione per l'aviazione, il quale ebbe tempestose relazioni sentimentali con le dive Katharine Hepburn (Cate Blanchett) e Ava Gardner (Kate Beckinsale), produsse e diresse una delle pellicole più scandalose di tutti i tempi, Il mio corpo ti scalderà, sperimentò nuovi ed innovativi veivoli (mettendo a rischio la sua stessa vita) e trascorse lunghi periodi in una rigorosa atuoreclusione a causa dei propri disturbi ossessivo-compulsivi. Il film, il kolossal The Aviator, secondo frutto del sodalizio fra DiCaprio e Martin Scorsese, incentrato su circa due decenni nell'esistenza di Hughes, ricevette enormi consensi e conquistò cinque premi Oscar: e gran parte della sua riuscita, al di là dell'eccellente apparato tecnico e dell'apporto degli altri membri del cast, risiede nella regia di Scorsese e nella coinvolgente performance di DiCaprio, che si guadagnò il Golden Globe e la nomination all'Oscar come miglior attore.
2. The Departed
Uno dei massimi capolavori nella produzione di Martin Scorsese, ricompensato nel 2006 con quattro premi Oscar, tra cui miglior film e miglior regia: The Departed, remake del poliziesco del 2002 Infernal Affairs, di Andrew Lau e Alan Mak, riadattato da William Monahan e ambientato in una Boston teatro della lotta senza quartiere fra la polizia e la criminalità organizzata, costituisce infatti una delle vette della filmografia del regista italoamericano, ma offre anche una delle migliori interpretazioni in assoluto di Leonardo DiCaprio. L'attore veste i panni di Billy Costigan, giovane recluta della polizia di Boston che, per volontà del Capitano Oliver Charles Queenan (Martin Sheen), si infiltra all'interno della gang criminale comandata dal boss senza scrupoli Frank Costello (un mefistofelico Jack Nicholson), dividendosi tra una sfibrante "doppia vita" che lo obbliga ad agire secondo una costante doppiezza, sempre sul filo del rasoio e sottoposto al rischio di essere scoperto. Thriller gravido di tensione, The Departed permette a DiCaprio di spingere agli estremi i vari aspetti di un personaggio sottoposto ad una tensione insostenibile, fra un gelido autocontrollo ed esplosioni di frustrazione e di rabbia. Per qualche incomprensibile motivo, però, quell'anno l'Academy non candidò Leonardo per la sua magnetica performance in The Departed, bensì per quella in un film decisamente meno importante e riuscito, Blood Diamond di Edward Zwick: le nostre preferenze, al contrario, sono tutte per la pellicola di Scorsese.
1. The Wolf of Wall Street
Ed è un altro film di Martin Scorsese a completare il podio della nostra classifica dedicata a Leonardo DiCaprio: perché, a dispetto delle numerose prove superbe fornite dall'attore, al primo posto non potevamo non collocare la sua performance a dir poco strepitosa nel ruolo di Jordan Belfort, broker di Wall Street impegnato in una fulminante scalata al successo a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta, nella più recente pellicola del grande regista, The Wolf of Wall Street del 2013. Basato sull'autobiografia di Belfort, il film di Scorsese è un rutilante tour de force di ben tre ore attraverso l'esistenza sfrenata, condotta al massimo della velocità, di questo yuppie rampante in preda alla frenesia di accumulare più denaro possibile e di consumare in un'indefinita estasi ogni attimo della propria vita. E DiCaprio, miracolosamente, riesce a far instaurare allo spettatore un alto livello di empatia nei confronti di un individuo che si dimostra meschino e disonesto, ma che tuttavia è in grado di sprigionare un carisma irresistibile: sia che si tratti vendere un modesto pacchetto azionario dal telefono di un call center, sia quando si impovvisa "maestro di cerimonie" nel corso di scatenati party aziendali, fra cocaina, spogliarelliste e perfino uno scimpanzé. L'ex bravo ragazzo di Titanic non si risparmia per un solo istante, sfidando addirittura il ridicolo in una lunga, stupefacente sequenza in cui Belfort è in preda agli effetti di una droga paralizzante, e regala un'interpretazione semplicemente portentosa, per la quale si è aggiudicato il Golden Globe come miglior attore di commedia ed una quarta nomination all'Oscar, sfiorando ancora una volta l'ambita statuetta.