È un cammino di qualità quello di Netflix Animation, iniziato con Klaus nell'autunno del 2019 e proseguito con regolarità con almeno un paio di titoli all'anno, passando per Over the Moon, Wendell & Wild, Il drago di mio padre e soprattutto il Pinocchio di Del Toro. Una regolarità che si mantiene tale soprattutto in questo periodo dell'anno e che si conferma anche con il film di cui vi parliamo in questa recensione di Leo: in catalogo dal 21 novembre, infatti, il nuovo titolo del settore animazione di Netflix conferma quanto di buono impostato e portato avanti negli ultimi anni, perché diverte e fa riflettere, oltre a vantare l'ottimo lavoro di Edoardo Leo sulla voce italiana del protagonista, la stanca, buffa e a suo modo saggia lucertola che dà il titolo al film.
La fine si avvicina nella trama di Leo
Ma chi è Leo? Semplice, una lucertola, che vive in un terrario insieme alla tartaruga Squirtle in una quinta classe della scuola elementare di Fort Myers, una posizione privilegiata dalla quale i due possono seguire le lezioni e le attività dei ragazzini. Anno dopo anno, in una routine sempre simile a se stessa al punto da render loro difficile rendersi conto del tempo che passa. E infatti tutto cambia quando Leo riesce a farsi due calcoli e capire di avere ben 74 anni e di avvicinarsi pericolosamente alla fine della sua esistenza. Nasce quindi il desiderio, l'esigenza, di fare nuove esperienze, visitare il mondo, viaggiare. E realizzare quei sogni da troppo tempo chiusi nel cassetto.
Coglie così l'occasione per provare a fuggire verso la libertà, verso le Everglades che sogna di visitare, ogni volta che viene portato a casa per la notte da uno degli studenti. Ma non è così semplice, perché Leo è in fin dei conti buono e legato a quei bambini che vede ogni giorno tra i banchi di scuola, così si ritrova a parlare con loro, capirli, dispensare consigli, dall'alto (o dovremmo dire dal basso?) di una saggezza del tutto discutibile, ma dispensata con cuore e buoni propositi.
Tra saggezza e imperfezione
Questo colpisce del Leo del film Netflix: la sua imperfezione e, allo stesso tempo, la sua onestà. È quello che lo rende comprensibile e vicino per il suo pubblico giovane, come ci ha detto anche il suo bravissimo doppiatore Edoardo Leo nella nostra intervista: la sua imperfezione è vera, è autentica, è in linea con l'innocenza dei bambini a cui si rivolge in prima battuta. Ma ha ugualmente valore la sua saggezza, quella profondità da vita vissuta che emerge dalla sua età. Leo è una lucertola matura e stanca, ma che mantiene una certa curiosità nei confronti della vita che le consente di entrare in sintonia con i bambini che la accolgono a casa e col pubblico di Netflix che l'apprezzerà guardando il film d'animazione diretto da Robert Marianetti, Robert Smigel e David Wachtenheim.
Ma non funziona solo il suo protagonista e il suo doppiatore, ma tutto il film nella sua costruzione semplice ma mai banale: Leo ha ritmo, diverte e trovate che lasciano il segno nel corso della visione, anche per un pubblico più maturo. Lo stile visivo non è dei più elaborati sul mercato, ma funzionale al racconto, ben ottimizzato per sostenere tutto lo sviluppo del racconto e i diversi personaggi. Colpisce soprattutto l'animazione del protagonista e dei suoi compagni di avventura, che riesce a comunicare emozioni e pensieri di ognuno di loro. Leo in primis, che diventa così un personaggio a tutto tondo, che speriamo di rincontrare in futuro in nuovi possibili capitoli di queste sue avventure scolastiche e oltre.
Crescere, cambiare, vivere: il tempo che passa
A parte i divertentissimi siparietti tra Leo e Squirtle, gli spettatori più maturi troveranno soddisfazione anche nell'interessante riflessione sul tempo che passa e su come il suo fluire sia percepito in maniera diversa da ognuno di noi a seconda delle fasce d'età: se per Leo è l'avvicinarsi della fine a rappresentare un punto di passaggio e di svolta nel suo approccio alla vita, per i suoi giovani amici studenti è la fine delle elementari a diventare momento di passaggio fondamentale. Si cresce, si cambia. Soprattutto cambiano le esigenze, i desideri e le necessità. Questo ci dice Leo nella sua semplicità narrativa, tra le canzoni da musical, battute caustiche e umorismo più diretto e slapstick. Un ottimo mix, equilibrato e sensato, che si va a inserire con orgoglio nell'ondata di ottima animazione che ci sta travolgendo nel finale del 2023.
Conclusioni
Voce e animazione, divertimento e riflessioni. Di questo vi abbiamo parlato nella recensione di Leo, il film Netflix Animation che racconta di una buffa e a suo modo saggia lucertola che si scontra con la consapevolezza del tempo che passa e la fine che inevitabilmente si avvicina. È un film che si rivolge in prima battuta a un pubblico più giovane, ma riesce a comunicare anche agli spettatori più maturi, lasciando, tra una risata e l'altra, semi di riflessioni che non potranno non germogliare al termine della visione. Ottima la prova di Edoardo Leo nel dar voce alla lucertola domestica protagonista, rendendo e personalizzando la prova in originale di Adam Sandler.
Perché ci piace
- La capacità di divertire i più giovani ma comunicare anche a un pubblico più maturo.
- La prova al doppiaggio di Edoardo Leo nel tratteggiare il protagonista.
- La riflessione sul tempo che passa, efficace e profonda.
- L'immediatezza e linearità del racconto…
Cosa non va
- … che per qualcuno potrebbe apparire troppo semplicistica.
- Tecnicamente valido, ma un gradino sotto altre realtà del settore.