Era difficile immaginare nel 2012, quando Arrow debuttò sulla CW, che un giorno la nuova incarnazione televisiva di Oliver Queen avrebbe fatto parte di un universo contenente mondi paralleli, resurrezioni paranormali e viaggi nel tempo. Quest'ultimo elemento è la componente essenziale di Legends of Tomorrow, la terza serie del cosiddetto Arrowverse dopo il successo del primo tentativo di espansione fatto con The Flash. Lo show, incentrato su un gruppo di eroi "minori" che viaggiano nel passato e nel futuro per rettificare le malefatte di vari supercattivi, è partito un po' in sordina sul piano creativo all'inizio del 2016, penalizzato soprattutto da una scelta poco felice dell'attore chiamato ad interpretare il Big Bad di turno, Vandal Savage. Col passare degli episodi si è però evoluto in un prodotto di tutto rispetto, che tornerà sugli schermi americani per una terza stagione nel periodo autunnale. Nel frattempo è possibile gustarsi la prima annata su Infinity, e per l'occasione abbiamo voluto riflettere sui motivi principali per recuperare le avventure di Rip Hunter e della sua squadra, senza spoiler.
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1. Universo in espansione
Data la sua premessa, la serie permette a Greg Berlanti, Andrew Kreisberg e compagnia bella di esplorare angoli inediti dell'Arrowverse, arricchendo il mondo creato nel 2012 e approfondendone certi aspetti, come dimostrano le apparizioni di personaggi come Damien Dahrk (la cui immortalità fu confermata definitivamente proprio in questa sede) e Ra's al Ghul. Tra i momenti più godibili della prima stagione possiamo citare l'episodio a tema western, dove fa capolino un certo Jonah Hex (redento dopo l'esperienza cinematografica del 2010), ed è stato confermato durante l'ultimo Comic-Con di San Diego che, impegni permettendo, Matt Ryan potrebbe dare manforte al team nei panni di John Constantine...
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2. Uguale ma diverso
Come nel caso di Doctor Who, altra serie con i viaggi nel tempo come nucleo narrativo, non si può mai veramente dire cosa aspettarsi da una puntata di Legends of Tomorrow. Certo, la trama orizzontale c'è (Vandal Savage nella prima stagione, la Legion of Doom nella seconda), ma ogni settimana si passa da un'epoca all'altra, cambiando genere e (in misura minore) atmosfere a seconda delle esigenze del singolo episodio. Questo consente anche agli sceneggiatori di valorizzare, in base all'ambientazione prescelta, membri diversi del cast, dando ad ognuno la possibilità di contribuire in modo sostanzioso all'esito positivo della storia.
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3. Cinefilia
Tramite i viaggi in altre ere è anche possibile omaggiare certi tipi di cinema (il fatto di avere a bordo un nerd patentato come Ray Palmer aiuta). Della puntata western abbiamo già detto, ma nella prima stagione il vero colpaccio è l'ottavo episodio, La notte di Hawkgirl, un omaggio ai B-movie di fantascienza degli anni Cinquanta (l'ambientazione è il 1958), affidato a un guest director esperto in materia come Joe Dante. Per non parlare della seconda annata, dove i nostri eroi interagiscono direttamente con un certo George Lucas...
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4. Captain Cold
Con qualche eccezione (vedi Savage, per esempio), gli antagonisti dell'Arrowverse tendono ad essere affascinanti e carismatici. Tra i più riusciti c'è Leonard Snart alias Captain Cold, interpretato con la giusta punta di sarcasmo istrionico da Wentworth Miller, il che rende particolarmente brillante la decisione di promuoverlo ad antieroe come membro delle Leggende. Da solo o in tandem con Dominic Purcell nei panni di Mick Rory/Heat Wave, il più delle volte è l'elemento migliore di ogni episodio, cosa di cui si è resa conto anche la CW offrendogli un contratto speciale come presenza semifissa in tutte le loro serie DC.
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5. Squadra che vince si cambia
A differenza di altre supersquadre della DC come per esempio la Justice League, i cui membri principali sono solitamente gli stessi, le Leggende sono, per natura, un team improvvisato, con reclute che vanno e vengono a seconda della minaccia da affrontare. Uno stratagemma che si rivela fondamentale già durante la prima annata, criticata in parte da stampa e fan per la caratterizzazione di alcuni dei protagonisti, e che potrebbe portare sul piccolo schermo personaggi molto amati dai fan come il già citato Constantine, diritti e impegni degli attori permettendo.