Le relazioni pericolose, la recensione: il romanzo di Choderlos de Laclos ai tempi dei social

La recensione de Le relazioni pericolose: dopo il film di Frears e Cruel Intentions, a rivisitare l'opera di Choderlos de Laclos ci provano i francesi per Netflix, ma questa volta non è cult.

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Le relazioni pericolose: Paola Locatelli e Simon Rérolle in una scena

Per ogni generazione c'è un nuovo adattamento dell'opera, evidentemente senza tempo, di Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos, Les liaisons dangereuses, anno 1782. La penna dell'autore francese è tanto brillante quanto fortunata visto che finora ben due delle numerose rivisitazioni del suo romanzo sono rimaste nell'immaginario collettivo come casi cinematografici degni di nota. Le relazioni pericolose del 1988 diretto da Stephen Frears vanta un cast a dir poco epico, composto da Glenn Close, John Malkovich, Michelle Pfeiffer, Uma Thurman, Keanu Reeves e tre premi Oscar all'attivo. Cruel Intentions invece, con la sua ambientazione nella New york degli anni '90, rimane tutt'oggi un cult movie, grazie a scene erotiche e ammiccanti a sesso esplicito e un bacio, allora definito saffico e scandaloso e che noi definiremmo semplicemente sensuale e malizioso, tra Reese Withserpoon e Selma Blaire. In questa recensione di Le relazioni pericolose, versione francese e Netflix del romanzo, diretta da Rachel Suissa, ci faremo aiutare dalla trama che conosciamo, per estrapolare punti di forza e debolezza di un'ambientazione al tempo dei social.

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Le relazioni pericolose: una scena del film

La prima regola per un adattamento perfetto sono le facce giuste. Qui abbiamo Paola Locatelli, Simon Rérolle ed Ella Pellegrini nei ruoli di Célène, Tristan e Vanessa, che per Frears furono interpretati, seppur con nomi leggermente diversi, da Michelle Pfeiffer, John Malkovich e Glenn Close. Questa volta siamo a Biarritz, dove la fidanzatissima e castissima Célène si è appena trasferita con il padre. Lì viene catapultata in mondo dove il desiderio normale di ogni adolescente, di venire notato, approvato, assecondato, è già degenerato in una story di instagram di troppo, in guerre acchiappa follower. Questo è il terreno dove la regista e sceneggiatrice Rachel Suissa muove le sue pedine e approfitta della base del libro, per trattare tematiche scomode o rilevanti a ogni tempo ed età: relazioni, vanità, avidità, cattiveria, amore. Le relazioni pericolose, anno 2022, prova a giocarsi tutte le sue carte, quelle dei bei visi, di un'estetica curata, di un messaggio non scontato, del pregiudizio senza pregiudizi. Non diventerà un cult ma è il film perfetto per dimostrare che, nel genere teen, i francesi almeno ci stanno provando ad uscire dal seminato.

Il potere è la fama

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Le relazioni pericolose: un'immgine del film

Chiarisce subito le basi della sua moderna ambientazione Rachel Suissa, sin dai titoli di testa. Se erano i ricchi quelli che 20 anni fa brandivano il potere e venivano idolatrati e amati, oggi "il potere è la fama". È la voce di Tristan (Simon Rérolle) a spiegarcelo mentre assistiamo a due possibili tentativi di suicidio in quella che scopriremo essere la fine de Le relazioni pericolose, con cui le vicende del film si ricongiungeranno, appunto, tra 1 ora e 45 minuti circa. In piena ormai consuetudine da teen movie dove ogni scena te ne ricorda una già vista in un altro film, ci ricordiamo di Mean Girls e la scena in cui Janis (Lizzy Caplan) spiega a Cady (Lindsay Lohan) le dinamiche della scuola e le classi sociali in base a dove e con chi si siederà in caffetteria. Con quella stessa saggezza, Tao (Jin Xuan Mao) spiega a Célène che il Liceo Victor Hugo è come Versailles, in vetta al quale ci sono Tristan, surfista e rapper, e Vanessa, ex star bambina, re e regina di instagram con milioni di follower.

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Le relazioni pericolose: Simon Rérolle con Ella Pellegrini in una scena

Nel primo e losco dialogo tra i due, rinfreschiamo i ricordi sulla relazione che dovrebbero avere, come da libro: i due sono insieme solo per il seguito social e non hanno mai avuto una relazione fisica. Vanessa, sospettando l'interesse di Tristan per la nuova arrivata Célène, lo induce ad accettare la famosa scommessa di sedurre e abbandonare la malcapitata in cambio di un rapporto sessuale. Tutto va avanti come da romanzo, senza grandi guizzi se non la trovata, intelligente, della regista, di trasformare le lettere presenti nel libro in monologhi che i nostri protagonisti fanno con il pubblico immaginario di Instagram.

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Calpestare senza giudizi

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Le relazioni pericolose: Ella Pellegrini in una scena

Se nel 1782 Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos ne scriveva giù di tutti i colori, in quanto a droghe, inganni, scandali, sesso, non riesce difficile immaginare che il romanzo sia terreno più che fertile per tutto il marcio che aumenta di generazione in generazione, nelle fila di adolescenze complicate, stressate da ormoni impazziti e ansiose di arrivare e farsi accettare. Ansia che trova il suo apice nella sua ultima declinazione, quella online. Non ci stupiamo dunque dinanzi alle malefatte dei due re Tristan e Vanessa e i loro scagnozzi, ma è accattivante, e porta piccolo ma soddisfacente sollievo, vedere come l'orientamento sessuale ad esempio non sia finalmente più oggetto di pregiudizio o scherno. I villain di Le relazioni pericolose dell'era moderna non si scandalizzano per i baci o il sesso omosessuale e sono, per così dire, equi nel calpestare tutti indistintamente senza giudicarne le scelte.

Un cattivo non cattivo

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Le relazioni pericolose: una scena del remake

Il fulcro de Le relazioni pericolose, dal libro alla trasposizione del 1988 fino a Cruel Intentions, era stato sempre la redenzione del cattivo, Valmont (per noi Tristan). Nei due film qui menzionati, lo avevamo visto mettere a segno raggiri e minacce, prendersi gioco fisicamente e mentalmente di donne senza il minimo segno di pentimento o coscienza. Per questa ragione, la conversione e l'innamoramento finale risultava così cinematograficamente efficace, notevole, emozionante. Purtroppo per Simon Rérolle, il suo villain Tristan è sempre solo univocamente malinconico più che cattivo. Svogliato e stanco più che malizioso e lussurioso. Il suo innamoramento è credibile ma manca di trasporto e le scene che lo vorrebbero coinvolto emotivamente e fisicamente, lo vedono invece sempre un po' assente.

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Le relazioni pericolose: Paola Locatelli con Simon Rérolle in una scena

In film come questo la chimica della seduzione, della lussuria, dell'attrazione deve essere una costante, essere respirata in ogni secondo di quelle due ore, e se manca il lavoro è riuscito solo a metà. Le relazioni pericolose 2022 non riesce a farsi notare nel panorama delle rivisitazioni del libro di Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos, ma bisogna riconoscergli la capacità di far intravedere la propria testa spuntare dalla marea di teen movie di cui si affolla Netflix.

Conclusioni

A fine recensione di Le relazioni pericolose, sottolineiamo che nel teen movie i francesi forse qualche punto in più lo stanno accumulando. Questa rivisitazione di Rachel Suissa del romanzo di Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos, non diventerà certo un film degno di Oscar come quello di Frears del 1988 oppure un cult movie come Cruel Intentions nel 1999 ma riusciamo a scorgerlo saltellare in mezzo alla folla di film per adolescenti di cui si è riempito Netflix.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
1.7/5

Perché ci piace

  • La regista Rachel Suissa riesce ad adattare al mondo social un libro senza tempo.
  • Il film ha ritmo, colori, dinamiche giuste.

Cosa non va

  • Il cattivo Tristan, non è veramente un villain e la sua conversione e innamoramento appaiono deboli.
  • Non riesce a scandalizzare del tutto nonostante i contenuti forti sulla carta.