Principesse a primavera: dal 3 al 12 aprile Skycinema Hits dedica la propria programmazione alle più iconiche principesse Disney: Biancaneve, Cenerentola, Belle, Pocahontas e... Maleficent, quest'ultima in prima assoluta televisiva il giorno di Pasqua (domenica 5 aprile). Nonostante la leggendaria villain di La bella addormentata nel bosco non sia una principessa - ma anzi la sua eterna antagonista - la strega interpretata dalla maestosa Angelina Jolie ha tutto il diritto di far parte di questa rassegna.
Vi spiegheremo perché, e chiariremo la sua importanza nel delineare l'evoluzione delle supine, masochiste e arrendevoli protagoniste (non ve la prendete, anche noi le amiamo!) delle prime pellicole animate Disney fino alle intraprendenti e impavide ribelli comparse negli ultimissimi anni. Con la clamorosa e reazionaria eccezione della Cenerentola di Kenneth Branagh, che sembra farsi viva ai giorni nostri dopo un inatteso e sorprendente viaggio nel tempo.
(Nb: Come negli altri casi applicabili qui ci limitiamo a prendere in considerazione le principesse cinematografiche, eventuali evoluzioni per esempio in C'era una volta non ci interessano in questa sede).
Le principesse classiche
L'antesignana Biancaneve (Biancaneve e i sette nani, 1937)
Look: etereo
Sensualità: angelica
Spirito di indipendenza: medievale
Dolcissima, bellissima e soave, Biancaneve non canta solo come un usignolo, ma con gli usignoli (o simili). Si fa amare da tutti - uomini, donne, bambini, animaletti, nani misantropi, sicari e un principe attratto dai cadaveri; solamente l'altera regina cattiva (la sublime Grimilde) la odia tanto intensamente da perderci la ragione. Biancaneve, principessa per diritto di nascita, incarna il modello disneyano classico di questa eletta categoria assieme a Cenerentola e Aurora. Buonissima e paziente, sopporta gli strali del destino anche quando infierisce di più: da erede al trono finisce a fare la servetta per sette rudi minatori mentre gli attentati alla sua vita si susseguono. Tutti, meno lei stessa, si prodigano per la sua sopravvivenza finché la deliziosa e inopportuna ingenuità della fanciulla la conducono alla morte (apparente) per avvelenamento (da mela rossa e lucente, chiaramente non bio). Viene rinvenuta esanime, e adagiata in una bara di vetro affinché chiunque possa ammirarne la candida bellezza: questo è già di per sé inquietante, molto più la decisione del principe che decide di baciare la trapassata sulle labbra. Simbolo dell'eterno femminino, creatura dalla presenza quasi impalpabile verso la quale qualsiasi pensiero carnale appare sacrilego, Biancaneve è l'indifesa per eccellenza. Proteggerla è una missione da tramandarsi - prima il padre, poi i nani, infine il principe. La sua bontà e innocenza sono adorabili ma l'adamantina passività non è un grande esempio per le piccole donne che crescono.
La vittima Cenerentola (1950)
Look: modella
Sensualità: algida
Spirito di indipendenza: non pervenuto
O del masochismo. Come Biancaneve, anche Cenerentola vive da figlia di papà (per il quale ha un'autentica venerazione) coccolata finché il genitore non stira le zampe: bellissima quanto sfortunata, finisce dalle stelle alle stalle - in questo caso letteralmente -, in balia della matrigna (il babbo si era diligentemente risposato dopo la morte della prima moglie). Cenerentola non è nata principessa ma lo diventa sposando il Principe azzurro, del quale è innamoratissima - ricambiata - nonostante ci abbia scambiato due parole e lui per riconoscerla debba infilarle le scarpe (è comunque più fortunata di Biancaneve con il suo innamorato necrofilo). La sua, di matrigna, non cerca di farla fuori quotidianamente ma la preferisce viva, vegeta e colf 24 ore su 24 (nonché punching ball delle figlie, bruttine e invidiose), tuttavia sotto gli stracci Cenerentola nasconde le fattezze di Grace Kelly - chioma bionda, tratti delicati, vita sottile, piedini affusolati -. La sua bellezza e la natura accondiscendente sono un richiamo irresistibile per il celibe di turno - naturalmente un principe - con il complesso del salvatore. Cenerentola subisce pazientemente finché non ci pensa la fata madrina ad aiutarla con la magia, donandole un bel vestito per far colpo sul principe e farsi soccorrere: il messaggio è chiaro.
L'inerme Aurora (La bella addormentata nel bosco, 1959)
Look: nordico
Sensualità: involontaria
Spirito di indipendenza: comatoso
Aurora rappresenta, se possibile, un'involuzione rispetto a Biancaneve e Cenerentola. La sua breve vita è in balia delle decisioni del prossimo: viene maledetta per colpa dei familiari incauti, murata in casa per tutta la vita nella speranza di scongiurare il maleficio e lasciata alla mercé - a mo' di premio - del primo che riuscirà a svegliarla da un sonno eterno. Per la stragrande maggioranza della sua vita dorme, e ovviamente è incosciente quando il principe viene a salvarla con un bacio. Il suo fato è analogo alle eroine prima di lei: come Biancaneve è una principessa per diritto di nascita, ma riceve la corona per contrazione di matrimonio; come le altre principesse, finisce tra le braccia di uno sconosciuto ma di cui si innamora a prima vista. Costui è anche il salvatore a cui lei sarà devota e grata per tutta la vita. Biancaneve, Cenerentola e Aurora sono orfane giovanissime e pure, tutte e tre sono minacciate da donne più adulte e smaliziate e in cambio della liberazione si donano ai principi (opportunamente attraenti e ricchissimi) diventando... dolci e supine regine del focolare. Un po' come le casalinghe degli spot americani anni '50 che pubblicizzavano aspirapolveri.
Le principesse sveglie
L'ossessionata Ariel (La sirenetta, 1989)
Look: campagnolo
Sensualità: acerba
Spirito di indipendenza: conflittuale
Anche se non è umana, è anche lei una principessa. Ariel è la figlia del re Tritone, una sirena adolescente con un padre un po' troppo protettivo. Ci sono voluti trent'anni per imbattersi finalmente in una principessa Disney animata dalla ribellione, sebbene dettata dagli ormoni, dalla curiosità e dal teen spirit. La sirenetta si fa valere anche senza voce: la baratta con un paio di gambe umane che l'irresistibile villain Ursula le dona; sebbene muta risulti più assertiva delle principesse classiche, tanto da conquistare l'amato nonostante l'"handicap". Disubbidisce agli ordini dei genitori, è cocciuta ma anche un po' rimbambita dai primi sconquassi sentimentali - le basta intravedere il principe per decidere che è l'uomo della sua vita e per lui rischiare la pelle. Per fortuna non si dissolverà in spuma di mare come nella favola di Andersen: il lieto fine disneyano è inevitabile. Ariel rappresenta, in ogni caso, un grandissimo passo avanti rispetto ad Aurora, per spirito di ribellione, intraprendenza e sprezzo del pericolo. Si dà da fare per conquistare il principe che le piace, facendosi attivamente carico di numerosi rischi. Tuttavia, scappare di casa per sposarsi minorenne e immolarsi per un bel ragazzo che si conosce a malapena non sono prerogative raccomandabili.
La dotta Belle (La bella e la bestia, 1991)
Look: sobrio
Sensualità: immatura
Spirito di indipendenza: percettibile
Belle non è una principessa per diritto di nascita ma è colta - finora di eroine Disney con un libro in mano sene sono viste poche. Non è sola graziosa, è anche coraggiosa, tanto a sacrificarsi per il benessere del padre consegnandosi al suo posto alla spaventosa Bestia. È la prima che non si innamora a prima vista del suo principe - il particolare che lui somigli a un cinghiale naturalmente la dissuade - ma resta conquistata poco a poco dall'uomo sotto la pelliccia animale e il caratteraccio. Belle verrà premiata con un promesso sposo ovviamente bello e ricco, ma non prima di aver manifestato avversione per l'aitante e arrogante Gaston. Con Ariel condivide lo spirito di sacrificio per un'altra persona, ed entrambe sono coraggiose e prendono decisioni attivamente.
L'altruista Pocahontas (1995)
Look: selvaggio
Sensualità: esotica
Spirito di indipendenza: protettivo
È la prima principessa a non avere un referente nelle favole bensì nella realtà - purtroppo la vera Pocahontas era una ragazzina indiana finita tra le grinfie dei coloni inglesi che la portarono in Inghilterra e la sfoggiarono come un fenomeno da baraccone finché non morì giovanissima - nonché un rinfrescante esempio di bellezza femminile che rompe i canoni occidentali. Pocahontas è una ragazza forte, rispettata dai suo cari, disposta ad agire per difendere quello in cui crede - in questo caso un affascinante ragazzo britannico, questa volta privo di nobili natali. Pocahontas non diventa principessa per contrazione di matrimonio, e anzi non si sposerà affatto. Come Ariel e Belle, dimostra frequentemente di sapersi confrontare con chi vuole abusare di lei, è sveglia e intelligente (non ci sono prove, a questo riguardo, a carico delle imbelli principesse classiche). Come accennato, non prende marito: curioso notare che in questo si accomuna a Mulan, altra eroina Disney esotica.
N.B.: negli anni in cui Belle, Ariel e Pocahontas impongono un nuovo modello di principessa più attiva e indipendente, la Disney conosce le gioie del merchandising: quello che si era guadagnato con le azioni le nuove eroine lo perdono con l'aspetto, trasformate in barbie dai costumi intercambiabili e dalle chiome acconciabili.
Le principesse indipendenti
La... ribelle Merida (Ribelle - The Brave, 2012)
Look: fiero
Sensualità: silvana
Spirito di indipendenza: spiccato
Tecnicamente non è una principessa Disney, bensì Pixar (ma la prima possiede la seconda, per cui vale!); Merida è una principessa scozzese dalla chioma rossa e indomabile, neanche lontanamente sfiorata dal concetto dell'amore sensuale - probabilmente anche perché i suoi pretendenti non sono molto avvenenti e parecchio imbranati. Le sue brame sono tutte rivolte all'agognata emancipazione. Merida ha una madre - figura rarissima nelle vite delle principesse Disney - autoritaria; il film gira proprio attorno al conflitto generazionale tra le due. Incontriamo Merida in piena fase ribelle e di conflitto con la citata figura materna; la fanciulla combatte le sue battaglie da sola, è una cavallerizza provetta e un'abile arciera, tanto da battere i suoi pretendenti al tiro con l'arco. È pure femminista, e si presenta al torneo per la sua mano come pretendente di se stessa. L'aspetto più intrigante di questo personaggio risiede nella natura della sua ribellione, specificatamente rivolta al rifiuto del sistema di regole che informa l'essere regina. In Ribelle - The Brave, Merida è l'anti-principessa, la vediamo mostrarsi insofferente verso corsetti e cuffie, impermeabile ai modi mesti e passivi di Biancaneve & co.: è una vera principessa Disney che rifiuta sistematicamente di esserlo.
L'outsider Elsa e la generosa Anna (Frozen - Il regno di ghiaccio, 2013)
Look: seducente/innocente
Sensualità: fatale/non pervenuta
Spirito di indipendenza: totale/crescente
Chi è la vera protagonista di Frozen - Il regno di ghiaccio? Elsa è una regina, o meglio una principessa che, nell'esatto momento in cui viene incoronata si ritrova nella schiera delle sovrane cattive della Disney. Come Grimilde o Malefica, è dotata di poteri spaventosi e non ha interesse amorosi, mentre Anna è una principessa ingenua con qualche velleità da principessa classica destinata a superarle dopo qualche disavventura. Quest'ultima viene presentata con tutti i crismi delle suddette: rimane orfana in giovane età, soffre in silenzio quando la sorella la allontana inspiegabilmente, si innamora in un microsecondo del principe e pensa subito alle nozze. Il suo amato si rivelerà un mascalzone imbroglione e perfido: viene da chiedersi se, avendo la possibilità di conoscere il futuro di Biancaneve & co, avremmo scoperto che anche i loro consorti si erano rivelati delle carogne. Anna è soggetta a una sensibile evoluzione nel corso della pellicola: il suo è un percorso di formazione che la aiuta a prendere le distanze dalle prime principesse e a emanciparsi: per salvare la sorella, considerata una regina cattiva, intraprende un viaggio avventuroso. Elsa non è cattiva, è un'outsider e può essere considerata alla stregua di Grimilde in quanto ostacola le velleità di principessa classica di Anna (per esempio la dissuade circa i matrimoni avventati). Le due, insieme rompono definitivamente gli schemi, sfumando i confini tra eroina e antagonista. Senza Elsa, inoltre, non esisterebbe la Malefica di Angelina Jolie - strega cattiva e vendicativa che sfilerà il ruolo di protagonista alla bella e innocente addormentata nel bosco.
L'incompresa Malefica (Maleficent, 2014)
Look: provocante
Sensualità: mistress
Spirito di indipendenza: feroce
Non è una principessa e non neanche animata, ma la sua presenza è importantissima. La cattiva eponima di Maleficent interpretata da Angelina Jolie ruba la scena all'incarnazione della principessa Disney classica (la bionda Elle Fanning). Il pubblico filtra la storia attraverso il punto di vista di Malefica: è lei, all'inizio, la fanciulla innocente che incontra il suo principe e se ne innamora, finendo come Anna crudelmente tradita. Incattivita da umiliazione e dolore - ma soprattutto cristallizzata nel rifiuto dell'amore sensuale perché per lei il principe azzurro incarna il tradimento - medita vendetta. Come Elsa, è considerata diversa, un'outsider, ed è temuta per i suoi poteri, il suo amore per il prossimo esula da quello carnale per l'altro sesso e tende allo spirituale per chi considera una sorella minore o una figlioccia. È indipendente ma - senza una Anna che la difenda - paga la sua forza con la solitudine. A tanta emancipazione reagisce drasticamente la Cenerentola di Kenneth Branagh, creatura reazionaria dall'incrollabile gentilezza che sopporta supinamente ogni abuso, e che si rifà alle eroine Disney degli anni 50. Ignorate la Cenerentola incarnata da Lily James: se volete un modello femminile disneyano a cui rifarvi, meglio Malefica.